Parco nazionale della Maiella, tra le aree più selvagge d’Italia
Il Parco nazionale della Maiella tutela un vasto territorio di alta montagna dell’Appennino abruzzese compreso tra le province di Chieti, L’Aquila e Pescara.
La natura carsica delle rocce ne fa un luogo ricco di grotte, dove gli animali vanno in letargo e dove gli uomini hanno costruito eremi e luoghi di culto.
Attraversare i suoi altipiani racchiusi tra imponenti montagne è un’esperienza emozionante, che si può fare anche su una spettacolare tratta ferroviaria nota come la Transiberiana d’Italia.
Una montagna di grotte, eremi e tholos
Quello della Maiella è un paesaggio di roccia plasmato dalle acque sotterranee e dalla spiritualità. Le rocce sono calcaree e si lasciano facilmente infiltrare dalle acque piovane e di fusione delle nevi creando un’infinità di grotte, ne sono state censite 100, alcune frequentate dagli speleologi e accessibili ai turisti, altre lasciate ai veri abitanti della montagna, gli animali.
Sono due le grotte più belle: la prima è quella del Cavallone, nel Vallone di Taranta, un complesso carsico lungo 1,3 chilometri e con abbondanti stalagmiti e stalattiti, aperta alle visite. Poi c’è la Grotta Nera, nel territorio di Pennapiedimonte, dove l’accesso è riservato a pochi esperti, per motivi di conservazione: in questo antro è presente il “latte di monte”, una particolare forma di concrezione morbida e intrisa d’acqua formata dall’interazione con alcuni batteri, che crea depositi biancastri simili a stalattiti chiamati “tray”, i più grandi che si conoscano in Italia.
La Maiella è sempre stata amatissima da monaci ed eremiti, che qui hanno costruito una ventina di santuari rupestri nei luoghi più spettacolari, come San Bartolomeo in Legio (Roccamorice), incastonato nella roccia, a cui si accede da una galleria scavata nella montagna.
Spettacolari anche il Monastero di San Martino in Valle, accanto alle gole di Fara San Martino, e l’Eremo di Sant’Onofrio di Serramonacesca, costruito su un crinale sotto un gigantesco masso.
La tenera roccia calcarea è servita come materiale di costruzione a disposizione degli agricoltori per costruire ripari, fienili e piccoli magazzini che qui chiamano tholos. Si vedono di frequente lungo i sentieri che attraversano il parco: sono costruzioni che ricordano nella forma e nella fattura i nuraghi della Sardegna o i dammusi di Pantelleria e vengono tutelati dal Parco come patrimonio della storia agricola abruzzese. Alcuni tholos hanno dimensioni ragguardevoli, alti fino a 6-7 metri, con il piano alto per la piccionaia e uno intermedio dove veniva sistemato il giaciglio.
I sentieri del Parco, della Libertà e dello Spirito
Se volete attraversare tutta la Maiella, fatelo lungo il sentiero del Parco, di 83 chilometri, che si snoda da Popoli alla stazione di Palena valicando le cime più elevate come il monte Amaro (2.793 metri).
Se vi interessano le capanne di pietra, i caratteristici tholos del parco, c’è un percorso che ne tocca diversi, lungo i comuni di Lettomanoppello, Abbateggio, Roccamorice, Caramanico, e Serramonacesca. Molto suggestivo il sentiero della Libertà da Sulmona a Palena, sulle tracce del percorso di chi, durante la seconda guerra mondiale, fuggiva per schierarsi con gli alleati angloamericani. C’è anche il sentiero dello Spirito, da Sulmona a Serramonacesca, che tocca diversi luoghi di culto della Maiella e del Morrone.
Gli animali del Parco della Maiella
Gli habitat del Parco della Maiella sono ideali per un animale come il lupo appenninico, simbolo del Parco, che ora qui ha una popolazione stabile. Camoscio appenninico, capriolo e cervo sono stati reintrodotti.
Nel parco si trovano, ma non è facile vederli, anche il gatto selvatico e la martora. Molte le specie di uccelli. Alle quote più elevate volano l’aquila reale, il picchio, il falco pellegrino e il falco lanario, oltre al fringuello alpino, il sordone e l’arvicola delle nevi.
Sulla Maiella con la Transiberiana d’Italia
Il mezzo di trasporto migliore per visitare il Parco della Maiella è il treno, sulla linea turistica nota come la Transiberiana d’Italia. Stiamo parlando della Sulmona - Isernia - Carpinone, una ferrovia che attraversa vallate e altopiani di grande suggestione, in estate come in inverno, solitamente il sabato e la domenica.
Diverse stazioni e alcuni edifici ferroviari lungo la linea nei comuni di Cansano, Campo di Giove e Palena sono stati acquisiti dal Parco nazionale della Maiella per farne centri di informazione e servizi: l’ex caffetteria di Cansano è diventata officina bike e punto noleggio bici; a Palena sono stati realizzati un maneggio e infrastrutture per il turismo equestre, oltre a un altro centro di noleggio bici.
Dalle stazioni si snodano vari sentieri e percorsi per raggiungere i luoghi di maggior interesse del parco. Sappiate che a Sulmona ci si arriva con un’altra linea di treni slow, ma di grande suggestione, la Rieti-Aquila-Sulmona.