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Colle del Gran S. Bernardo

Panoramica

Nonostante la strada scollini a 2.473 metri, il colle del Gran S. Bernardo è circondato da vette scoscese: la Chenalette, il Mont Mort e il Pain de Sucre. Così il leggero avvallamento del colle diventa quasi un imbuto battuto dai venti incessanti, che d’inverno fanno accumulare neve alle volte fino a una ventina di metri, mentre il laghetto alpino che si trova nei pressi dalla frontiera ghiaccia dal primo autunno alla tarda primavera. Eppure fin dall’antichità il colle è stata una delle vie di passaggio più battute delle Alpi Centrali, mettendo in comunicazione il territorio che oggi fa parte della Valle d’Aosta con le zone a nord delle Alpi. Ai tempi dell’Impero Romano sul colle si edificò un tempio dedicato a Giove Pennino, ancora oggi visibile insieme ad altri edifici della stessa epoca in un sito archeologico conosciuto come Plan de Jupiter, dove è anche visibile un tratto dell’antica carreggiata scavata nella roccia. Intorno all’anno Mille la strada era ancora battuta, tanto che si ha testimonianza, nel 990, del passaggio del vescovo Sigerico che da Canterbury andava a Roma e lasciò nel suo diario la documentazione del percorso dell’odierna via Francigena. Proprio per questo quassù nel 1045 grazie a San Bernardo di Mentone venne aperto un ospizio, oggi in territorio svizzero, gestito da una congregazione di canonici regolari per assistere e dare un tetto ai tanti pellegrini e viaggiatori in transito. Viaggiatori che inverno venivano aiutati con l’ausilio di grandi molossi, i famosi cani San Bernardo, che sono diventati un po’ il simbolo di questo luogo di transito dove in estate arrivano frotte di turisti.

Colle del Gran S. Bernardo

11010 Saint-Rhémy-en-Bosses AO, Italia

Sito Web
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