Aosta da scoprire: tra paesaggi incontaminati, borghi, chiese e castelli
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Tra borghi, paesaggi incontaminati, chiese e castelli di bellezza impareggiabile, Aosta permette di tuffarsi a capofitto nel suo passato ripercorrendo le tappe dell’antica presenza romana e delle testimonianze del periodo medioevale.
La sua ricchezza archeologica e monumentale la rende una delle più amate città d’arte italiane, oltre che una delle mete d'elezione per i praticanti degli sport invernali.
Le sue montagne sono infatti uno scenario naturale che richiama persone da tutto il mondo, dall'estate all'inverno.
Aosta è una città a misura d’uomo che stupisce piacevolmente, una meravigliosa destinazione che conquista anche grazie alla grande tradizione di accoglienza dei valdostani.
Storia e curiosità su Aosta
La storia di Aosta risale all’età Neolitica, quando fu occupata dai Celti che si fusero con le popolazioni locali e dando origine ai Salassi. Questi difesero le terre fino all'arrivo dei Romani che, durante il loro dominio, costruirono un’ampia strada e alcune fortezze come Augusta Praetoria di cui rimangono strade, acquedotti, ponti e il Criptoportico Forense, che anticamente circondava l'area sacra del foro romano. Proprio per la quantità di monumenti romani ad Aosta conservati con cura, la città è annoverata come secondo luogo in Italia per numero di siti dell’epoca dell’impero.
Cristianizzazione e barbarizzazione furono 2 fasi storiche che non risparmiarono nemmeno la Valle d’Aosta, fino a quando, per porre fine alle guerre intestine tra signorotti delle terre circostanti Aosta, a fronte della prevalenza della Contea di Savoia, venne firmato un patto bilaterale.
Questo diede il via al percorso di creazione dell’Autonomia della Valle d’Aosta, ancora oggi viva e riconoscibile anche nel patois, idioma ufficiale della zona, misto di borgognone e provenzale, testimonianza di una cultura condivisa da un’ampia area di vallate alpine francesi e svizzere.
Su tutta la Valle sorgono affascinanti Castelli e rocche lasciate in eredità dalla stirpe dei Savoia.
Cosa vedere ad Aosta: 3 tappe da non perdere
La città, con la sua bellezza travolgente, è una meta ricca di punti di interesse di grande importanza, a partire dai suoi siti archeologici perfettamente conservati. Tra le tante, vi mostriamo 4 tappe da non perdere e le attrattive principali di Aosta.
- Aosta e i suoi monumenti simbolo: l’Arco di Augusto è un monumento posto lungo la strada che conduceva all’ingresso principale della città romana, la Porta Praetoria . Come suggerisce il nome, l’arco fu dedicato all'imperatore Augusto come segno della potenza di Roma. La Porta Pretoria, seconda tappa poco lontana, aveva tre aperture ancora presenti: due laterali per i pedoni e una centrale per i carri. Era interamente ricoperta di marmo, oggi visibile in parte sulla facciata orientale.
- Aosta e il suo cuore pulsante: Una visita a Piazza Chanoux ad Aosta è imprescindibile. Posta nel centro della città, è una piazza rettangolare chiusa al traffico e dedicata al martire della resistenza Émile Chanoux, ucciso dai nazisti. Circondata da palazzi storici sullo sfondo delle Alpi, è il salotto buono della città da cui si diramano le vie principali in cui fare shopping e ammirare il centro storico. A pochi passi dalla piazza troverete la Cattedrale di Aosta.
- Aosta e l’archeologia: il Criptoportico Forense di Aosta è la quarta tappa, ideale per gli amanti della storia. Monumento nazionale, è uno dei siti archeologici che più rappresenta il passato romano della città: è una galleria di marmo che serviva a regolarizzare il dislivello dell’area e congiungeva due templi, uno dedicato all’Imperatore Augusto e l’altro a Giove, Giunone e Minerva.
3 idee su cosa fare ad Aosta e dintorni
Oltre a perdersi tra le sue montagne, la natura incontaminata e le tante testimonianze storiche, la città offre tantissime attrattive per tutta la famiglia. 3 sono i suggerimenti per chi vuole vivere una vacanza piena:
La Fiera di Sant’Orso, che si tiene il 30 e il 31 di gennaio, è un evento che vede artisti e artigiani valdostani esporre sculture e intagli su legno, oggetti in ferro e in cuoio e tanto altro.
La visita alle bellissime mostre al Forte di Bard, uno dei simboli della regione posto lungo la Via Francigena. Le sue prigioni ospitano un percorso che racconta la storia del Forte, ma racchiude anche il Museo delle Alpi con numerose esposizioni e laboratori multimediali per i più piccoli.
Infine, gli sportivi adoreranno fare trekking al Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Cosa mangiare ad Aosta: 4 specialità
La cucina tradizionale della zona è nota per le sue ricche e gustose ricette a base di selvaggina e fontina, che tante affinità hanno con quelle delle regioni transalpine limitrofe.
- Cominciate dalla polenta concia, preparata con la tipica farina gialla generosamente condita con fontina e burro fuso, è un must. Ma è altrettanto doveroso provare la fonduta, che qui è a base di fontina e manderà in visibilio gli amanti del formaggio.
- Da urlo anche le costolette alla valdostana, succulente “valigine” di carne di vitello ripiene di fontina e di prosciutto e fritte.
Infine, la seupa à la vapelenentse, una zuppa dalla ricetta antichissima a base di carne, verza, pane raffermo, fontina e brodo.
I luoghi insoliti di Aosta
Preparatevi, perché i luoghi insoliti di Aosta che vi suggeriamo di visitare sono particolarmente suggestivi e intensi.
A partire dalla Chiesa di Santo Stefano: conosciuta anche come Chiesa di Saint Etienne, è un edificio religioso antico sorto nella zona della necropoli romana. L’attuale edificio di culto è un gioiello piccolo e prezioso con testimonianze artistiche che ripercorrono diverse epoche.
La Torre del Lebbroso di Aosta è un bastione romano trasformato in residenza feudale dai nobili Friour dal 1191. La Torre prende il nome dal romanzo Le lépreux de la cité d’Aoste, scritto nel 1811 da Xavier de Maistre, che narra la vicenda di Pietro Bernardo Guasco, un lebbroso che vi fu rinchiuso in isolamento.
Infine, sempre lungo le mura romane, merita una sosta anche la Torre di Bramafam, che pare derivare dal patois valdostano "bramé la fam" e significa "gridare per la fame". Nome che, secondo una leggenda, si rifà al gesto di un membro della famiglia Challant che per gelosia vi rinchiuse la moglie lasciandola morire di fame.
Secondo un’altra versione popolare, la torre Bramafam, che ospitava il granaio pubblico, dopo una lunga carestia venne assediata dai valdostani che chiedevano cibo a gran voce.