Le origini di Naro si perdono nel mito: nel corso dei secoli, presunti ritrovamenti di resti umani dalle dimensioni ciclopiche hanno avvalorato la tesi di una fondazione per mano dei giganti che stando agli antichi avrebbero popolato per primi la Sicilia. Leggende a parte, gli scavi archeologici effettuati nel territorio narese confermano una presenza umana plurimillenaria, risalente perlomeno al Neolitico. Sopravvissuto agli scossoni della storia e passato attraverso le successive dominazioni greca, romana, saracena, normanna e sveva, l’insediamento si è in seguito sviluppato come un tipico borgo medievale isolano, con un tessuto urbano densamente edificato, allungato sulla cresta di una modesta altura e nettamente distinto rispetto al paesaggio rurale circostante. Le attestazioni di maggior valore storico-artistico si suddividono tra architetture due-trecentesche ed edifici secenteschi, testimonianze dei due periodi di maggior splendore culturale cittadino. Alla prima categoria appartiene senz’altro la possente Porta d’oro, vestigia più rilevante dell’antica cinta muraria e ultimo rimasto dei varchi da cui un tempo si poteva accedere all’abitato. Da qui si raggiunge via Piave, dove affacciano la suggestiva chiesa di S. Caterina d’Alessandria, gotico-normanna, e il complesso quattrocentesco di palazzo Malfitano, dal 2017 sede del Museo civico. In posizione dominante sorgono invece l’antico duomo normanno, purtroppo semidistrutto da una frana nel 2005, e l’imponente castello dei Chiaramonte. Edificate o rinnovate a partire da precedenti costruzioni tra XVII e XVIII secolo, le architetture barocche si dispongono in successione lungo la direttrice segnata da via Umberto I e via Dante, impreziosendo il centro storico grazie agli enfatici prospetti, tra cui spiccano quelli della chiesa del Ss. Salvatore, della chiesa madre (di Maria Santissima Annunziata) e della chiesa di S. Agostino. In piazza Garibaldi c’è invece S. Francesco, duecentesca ma rifatta in epoca barocca: nella fantasiosa facciata sorprende il portale affiancato da coppie di cariatidi. Ai margini meridionali di Naro è il santuario di S. Calogero, dove si dice abbia soggiornato il santo patrono di Naro.