La civiltà nuragica non ci ha lasciato solo straordinarie testimonianze di architettura difensiva e abitazioni private, ma anche esempi di costruzioni a scopo religioso, tra le quali c’è il complesso di S. Cristina a Paulilatino. Si tratta di uno dei meglio conservati ed è possibile visitare il villaggio nuragico e il suo pozzo sacro. Gli antichi abitanti dell’isola veneravano l’acqua come portatrice di vita: ecco spiegata la funzione dei pozzi sacri, che assumevano la funzione di veri e propri templi a cui accedere per onorare l’acqua, la natura e la madre terra nella sua interezza.
Il pozzo sacro di S. Cristina è davvero spettacolare con la sua forma a toppa di chiave, delimitato da un doppio recinto murario. Una scala monumentale permette di accedere alla sala sotterranea con una copertura a tholos, cioè ad anelli concentrici. La scala oltre a rivestire una funzione estetica permetteva anche di raggiungere l’acqua che, a seconda dei periodi dell’anno, raggiungeva diversi livelli. Nel vestibolo antistante alla scalinata venivano deposte le offerte votive alle divinità. All’interno di questa sala sotterranea si trova una vasca scavata nella roccia vulcanica che contiene l’acqua proveniente da una falda perenne. Essa veniva utilizzata dalle antiche popolazioni nuragiche nei loro rituali dedicati alle acque (infatti nei pressi del pozzo vi sono i resti di un santuario e altri locali nei quale avvenivano i festeggiamenti in onore delle divinità). Nonostante esistano altri pozzi sacri all’interno di complessi nuragici in Sardegna, quello di S. Caterina si distingue da tutti non solo per le grandi dimensioni, ma anche per l’ottimo stato di conservazione e la sofisticata tecnica di costruzione.
All’interno del complesso, a pochi passi dal pozzo, sorge la chiesa campestre di S. Cristina che dà il nome al complesso. Realizzata dai monaci Camaldolesi e documentata già all’inizio del XII secolo, è circondata dalle casette dei “cumbessias” (pellegrini) fatte di pietra e fango; qui, la seconda domenica di maggio, seguendo un calendario locale, si ritrovano pellegrini e fedeli per celebrare la santa cattolica. In questo scenario suggestivo, circondati da olivi e olivastri secolari, si possono ammirare anche i resti del villaggio nuragico e un nuraghe alto 7 metri che conserva intatta la camera centrale con copertura a tholos; a pochi passi dal nuraghe sono visibili i resti di una capanna rettangolare allungata e coperta a ogiva, probabilmente di edificazione romana e forse ricovero per animali.