Fenici e Punici alla conquista della Sardegna: un affascinante tour archeologico
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Oggi, immersi in paesaggi aspri, i viaggiatori possono scoprire i resti di città e necropoli fondate dalle antiche civiltà: siti ricchi di fascino, colonie fenicio-puniche concentrate in particolare nell’area meridionale dell’isola, in un tour archeologico di gran fascino.
Sul Monte Sirai, vicino a Carbonia, sui resti di 2700 anni fa
Fu per tenere sotto controllo questo spicchio di Mediterraneo aperto al commercio che sul Monte Sirai, nei pressi di Carbonia, i Fenici fondarono una città nel 750 a.C., occupata in seguito dai Cartaginesi nel 520 a.C.
Della colonia fenicio-punica oggi potete ammirare i resti dell’acropoli con quelle che un tempo furono abitazioni, quindi ciò che è sopravvissuto della cinta muraria e del Tofet, come è chiamata la necropoli dei bambini. L’orizzonte vi regala lo splendido scenario marino mentre camminate sulle pietre rosse, caratteristiche del territorio.
Per chi desidera approfondire la conoscenza del sito archeologico di Monte Sirai, in due musei sono esposti reperti provenienti da qui.
Parte del Tofet è ricostruita nel Museo Villa Sulcis, sempre a Carbonia, dove un’installazione multimediale vi consente di abitare e muovervi nell’antica città. Il Museo Archeologico di Cagliari custodisce invece la statua della divinità fenicia Astarte rinvenuta nel mastio, in seguito diventato un tempio.
A Sant’Antioco, tra reperti e necropoli fenicie
La prima emozione è attraversare il ponte che collega la costa del basso Sulcis all’isola di Sant’Antioco, all'estremità meridionale della Sardegna. Godetevi lo spettacolo del mare cristallino prima di approdare a un’altra città fenicia, ancora più antica di quella di Monte Sirai.
Fu infatti nel 770 a.C. che i Fenici si insediarono qui fondando Sulki, in seguito diventata Sulci. Anche qui troverete il Tofet, dove erano custodite le urne cinerarie dei bambini, e l’imponente necropoli punica, testimonianza della conquista da parte dei Cartaginesi della città fenicia nel 520. a.C.
Una sezione del Museo Archeologico Ferruccio Barreca a Sant’Antioco è dedicata ai reperti del sito: utensili di uso quotidiano, anfore, gioielli e maschere, oltre a sofisticate ricostruzioni in digitale.
Dal Monte Sant'Antine si domina un panorama mozzafiato
Sempre nel Sud della Sardegna, a solo un chilometro dal centro abitato di Genoni, si incontra uno dei siti fenici in Sardegna più interessanti che ben rappresenta le varie civiltà che qui si sono succedute. Potrete ammirare i resti di un abitato di età nuragica, al quale si sovrappongono quelli di un insediamento punico. L’interesse principale è proprio la presenza delle nuraghe, che i Cartaginesi riadattarono e modificarono senza stravolgerne la struttura originaria. La fortificazione, di cui è ancora visibile la cinta muraria, domina il Monte Sant’Antine, sentinella sulla piana circostante: splendido scenario riservato ancora oggi ai visitatori.
A Bolotana, un trekking archeologico alla Indiana Jones
Spostandovi alla ricerca dei siti archeologici fenici nella Sardegna centrale, nel comune di Bolotana, troverete le vestigia di un’altra fortificazione punica: Mularza Noa, chiamata anche Pabude. Esattamente come quella sul Monte Sant'Antine, venne edificata dai cartaginesi intorno al IV secolo a.C. sulla base di un preesistente insediamento nuragico.
Questa meta offre un affascinante trekking archeologico e naturalistico perché, oltre ad ammirare le rovine del forte, potrete spingervi sui sentieri che solcano i boschi di Bolotana, fino a raggiungere la Cascata di Mularza Noa: un salto impetuoso da un dirupo delle acque alimentate dal Rio Biralotta che attraversa l’altopiano di origine vulcanica. Attorno, rocce vestite di muschio e alberi secolari.