Santa Maria di Castello

Posto a ridosso della zona portuale del Molo, il complesso conventuale di Santa Maria di Castello sorge sulla sommità di un’area collinare che ha ospitato insediamenti preromani, romani e bizantini. In epoca compresa fra i secoli IX e X, in questo luogo venne edificato un palazzo vescovile, che ne sancì l’importanza sia come centro di potere militare che come sede di culto. La basilica di Santa Maria di Castello, di stile romanico con tre navate, transetto e tre absidi, fu edificata nel primo quarto del XII secolo da maestranze antelamiche. Nel corso dei secoli XV e XVI, l’aspetto originale della chiesa venne in parte modificato a causa di alcune ristrutturazioni. Dal XVII secolo, la comunità dei Domenicani, alla costante ricerca di fondi, optò per l’alienazione di diversi segmenti del convento, mentre all’interno della chiesa vennero realizzati interventi di decorazione. Nella prima metà dell’Ottocento, in seguito all’applicazione della legge Cavour-Rattazzi, il complesso si trovò in uno stato di degrado, aggravato dall’occupazione delle truppe sardo-piemontesi, che portò all’espulsione dei frati. Nel 1870, il convento fu inserito in un programma di speculazione edilizia, che prevedeva la sopraelevazione di alcuni chiostri per trasformarli in edifici ad appartamenti.
L’idea di dare vita a un museo a Santa Maria di Castello nacque dal desiderio di esporre al pubblico numerose opere che, a causa delle trasformazioni della chiesa e del convento, non avevano precisa collocazione. Nel 1959 venne allestito un primo museo, mentre nel 2001 furono inaugurate 12 nuove sale, in un’area di 400 mq, che riunirono arredi e collezioni provenienti non solo dal complesso di Santa Maria di Castello, ma anche da altri monasteri e conventi domenicani.