Panoramica
Chi visita la basilica di S. Pietro in Vaticano viene subito accolto da un celeberrimo gruppo marmoreo: la Pietà di Michelangelo, che occupa la prima cappella della navata destra. È databile tra il 1497 e il 1499, quanto l’artista era poco più che ventenne. Nel 1497, infatti, Michelangelo, giunto a Roma da alcuni mesi, ricevette un terzo dei 500 ducati pattuiti come anticipo per iniziare il lavoro e partì a cavallo alla volta delle cave di Carrara per scegliere un concio di marmo di eccellente qualità e di dimensioni adeguate. Il contratto definitivo, firmato con il committente nel 1498, prevedeva una data di consegna entro un anno, e così fu: la statua fu effettivamente approntata entro il 1499, e all’inizio collocata in S. Petronilla. Dopo una serie di spostamenti prima nella sagrestia e poi all’interno della basilica di S. Pietro, venne posta nella collocazione attuale nel 1749. Forse non tutti sanno che nel 1964 fu portata nel padiglione della Città del Vaticano all’Esposizione universale di New York. Le cronache del tempo descrivono file di visitatori che rimanevano in attesa per ore per intravedere per pochi attimi la statua in movimento su un nastro trasportatore. Oggi la Pietà è protetta da uno speciale schermo antiproiettile, in seguito al pesante sfregio subito nel 1972 ad opera di uno squilibrato, sfregio che rese necessario un delicato lavoro di restauro, effettuato riutilizzando per quanto possibile i frammenti originali, oltre che un impasto a base di colla e polvere di marmo di Carrara.
Alta 1,74 metri, larga 1,95 e profonda 69 centimetri, è considerata uno dei capolavori del genio di Michelangelo anche grazie alle linee morbide e dinamiche al tempo stesso, e alla resa plastica delle forme. La Vergine Madre mostra al mondo il corpo di Gesù, che quasi non osa toccare. La sua mano destra è, per così dire, “velata” da un lembo di tessuto, mentre la sinistra invita i fedeli alla contemplazione e all’adorazione, con un gesto evidente. Quel corpo all’apparenza inerte, adagiato sul sudario disteso sul grembo della madre, è già divino: sono svaniti i segni della flagellazione, della corona di spine, del martirio e delle cadute sulla via del Calvario. I fori dei chiodi sulle mani e sui piedi, come pure la ferita sul costato, hanno solo valore simbolico. Le pieghe della veste fanno risaltare la ricercatezza del corpo nudo. Il ricco panneggio di Maria contrasta con il corpo levigato di Gesù. La Pietà di Michelangelo non rappresenta il dolore della Madonna o lo strazio del corpo martoriato di Cristo: l’una e l’altro, la vita e la morte, riuniti insieme, raggiungono insieme la perfezione divina.
