Arta Terme, perla della Carnia, tra benessere, itinerari alpini e culti arcaici
È una piccola località friulana della provincia di Udine, a 442 metri di altezza, 10 chilometri dal confine austriaco e 20 da quello sloveno: Arta Terme, ha molte ragioni per meritare una vostra visita.
Il paese, adagiato nella Valle del But che collega Tolmezzo con l'Austria attraverso il Passo di Monte Croce Carnico, è noto fin dall’epoca romana per le sue acque: dalla Fonte Pudia sgorga l’acqua sulfurea che da secoli dispensa cure e benessere e che ha reso Arta anche un'apprezzata stazione termale, luogo perfetto per ritemprare il corpo e lo spirito e punto di partenza ideale passeggiate ed escursioni tra malghe e rifugi.
Le terme di Arta e le sue acque portentose, amate dal Carducci
Racchiuse in una conca verde, le Terme di Arta si trovano all'interno di un complesso, il Palazzo delle acque, formato da 2 strutture collegate.
La prima, che risale agli anni 60 del secolo scorso ed è stata progettata dall’architetto Gino Valle, è un edificio dal tetto orientaleggiante, la seconda è più recente. Le sue sale vi inviteranno a rilassarvi tra saune e bagno turco o a rigenerarvi sotto le docce emozionali e lungo il percorso Kneipp; tutt’intorno si estende un bel parco attrezzato dove potrete dedicarvi al minigolf, al tennis, o ristorarvi nella piscina con idromassaggio.
Un consiglio: non lasciatevi scoraggiare dall’intenso odore sulfureo delle acque che sgorgano dalla Fonte Pudia, il cui nome deriva dal participio latino putens e allude al suo odore non esattamente gradevole, perché è proprio in virtù della ricchezza di minerali delle sue acque, che le Terme di Arta sono in grado di proporre percorsi riabilitativi altamente specializzati e cure per svariate affezioni, a partire da quelle delle vie aeree.
Da secoli infatti le loro proprietà medicamentose attraggono nella località carnica turisti e pazienti: tra le personalità più celebri si annovera anche Giosuè Carducci, che ad Arta dedicò una delle sue poesie, Il comune rustico.
Escursioni tra storia e scorci spettacolari
Piano d’Arta, a una manciata di chilometri da Arta Terme, è un ottimo punto di partenza per una serie di passeggiate che vi permetteranno di scoprire meglio il territorio: se amate il trekking, la prima destinazione da affrontare è sicuramente il monte Zoncolan, uno dei contesti montuosi più noti del Friuli Venezia Giulia, sede di un rinomato comprensorio sciistico d’inverno e attraversato d’estate da itinerari panoramici, tra pascoli fioriti, boschi e malghe.
Non dovete perdere, nei dintorni di Arta Terme, la località di Zuglio, l’antico Iulium Carnicum, florido centro economico e commerciale in epoca romana, fondato tra il 58 e il 40 a.C. e divenuto colonia nel I secolo d.C. Nei pressi del suo Museo archeologico, potrete ammirare i resti del foro romano e i reperti rinvenuti nel corso degli scavi.
Sulla strada di ritorno verso Arta, merita una visita per il suo valore architettonico anche la pieve matrice di San Pietro nei pressi di Zuglio, una chiesa gotica costruita su una precedente pieve romanica, di cui sopravvivono ancora le finestre: all’interno, la chiesa conserva un altare ligneo di Domenico da Tolmezzo, capolavoro dell’arte rinascimentale, un organo in stile barocco, e due tele realizzate tra il XVI e il XVIII secolo, che raffigurano la conversione di San Pietro e la consegna delle chiavi al Santo.
Alla scoperta delle antiche tradizioni carniche
Proprio in questa pieve si svolge ogni anno, in occasione della festività dell'Ascensione, il cosiddetto Bacio delle croci, una delle ricorrenze sacre più sentite, che risale a un culto antichissimo, probabilmente di origine medievale: seguendo una serie di sentieri tra i boschi, i fedeli portano in processione fino alla pieve di San Pietro le preziose croci astili, crocifissi da processione posti su un’asta, custodite durante l’anno nelle chiese delle vallate vicine.
E se passate da Arta Terme durante le feste natalizie, oltre a visitare il mercatino di natale, potrete rivivere un'antica tradizione carnica che si celebra ogni anno, dal 26 dicembre fino all’Epifania: quella della Stele di Nadal, una processione di fedeli capitanata dai Re magi che, intonando canti e sorreggendo tra le mani una stella di legno decorata con fiocchi di carta colorata e un lume al centro, passano di casa in casa per annunciare la nascita del Salvatore.
E a tavola i cjarsòns, piatto simbolo della tradizione carnica
Non potete ripartire senza esservi lasciati tentare dalle delizie della tradizione gastronomica friulana. Nelle botteghe del territorio si possono acquistare miele, distillati di prugne e pere, formaggi e soprattutto i tipici cjarsòns, uno dei piatti simbolo della Carnia: agnolotti fatti a mano, ripieni di erbe officinali e spezie, solitamente conditi con burro fuso e ricotta affumicata. Proprio ai cjarsòns è dedicata una sagra che si tiene ogni anno, la prima domenica di agosto, ad Arta Terme, in località Val Rivalpo.