Nonantola ha lontane origini romane ma deve la sua fortuna ai Longobardi, che nell’anno 752 d.C. fondarono qui l’abbazia di S. Silvestro. Più precisamente fu sant’Anselmo, duca longobardo del Friuli, a decidere che sulla colonia romana di Nonantula sorgesse un monastero “gemello” di quello che aveva appena fondato a Fanano. Anselmo agiva su incarico del re longobardo Astolfo, suo parente, che mirava a creare un collegamento stabile tra le terre longobarde del Nord Est e quelle del Sud, aggirando i possedimenti dei Bizantini. Non a caso, entrambi i monasteri fondati da Anselmo sorgono sulla strada per il passo della Croce Arcana, un valico appenninico di importanza strategica. Nasceva così la via di comunicazione che oggi chiamiamo Via Romea Nonantolana Longobarda.
Grazie alla protezione reale e all’abilità dello stesso Anselmo, che la scelse come sua dimora, l’abbazia di Nonantola si affermò presto come una delle più potenti dell’Italia settentrionale e divenne un centro culturale di primo piano, con un proprio scriptorium. Consolidò il proprio prestigio dotandosi di importanti reliquie, su tutte le spoglie di san Silvestro Papa e l’Insigne reliquia della Croce, e diventando luogo di sosta dei cortei papali in occasione dei viaggi dei pontefici.
Nel medioevo promosse la bonifica nella pianura modenese, arrivando a governare circa 400 chilometri quadrati di pertinenze, tra pascoli, terre coltivate e vigneti, fiumi e valli di pesca. La basilica abbaziale, intitolata a S. Silvestro, ha forme romanico-lombarde risalenti all’XI secolo, ben evidenti nella zona absidale. La facciata è stata ricostruita ma il portale è originale, con una lunetta scolpita da artisti dell’ambito di Wiligelmo. Sotto il presbiterio, che risulta sopraelevato, si apre una vasta cripta con 64 colonne e capitelli dei secoli VIII-XII. Sull’altare maggiore si trova l’arca di S. Silvestro.
Sul lato sud della basilica si sviluppa il monastero, con affreschi dei secoli XI-XII nel refettorio e un cortile quattrocentesco con un doppio loggiato del ’400. Nel complesso hanno sede il Museo benedettino e diocesano di Arte sacra e l’Archivio dell’abbazia, con migliaia di pergamene e documenti che risalgono a prima dell’anno Mille.