In Calabria, scoprite la bellezza di Lamezia Terme
Lamezia Terme, terza città della Calabria per numero di abitanti, ha una storia relativamente recente.
Nata nel 1968 dalla fusione dei Comuni di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia, oltre a essere un nodo regionale e nazionale importante per la sua posizione strategica al centro della Regione, è anche un polo direzionale decisivo per l’economia del territorio.
Le Terme di Caronte
Nonostante le origini moderne, il nome è molto più antico: deriva dalla prima comunità politica attestata su questo territorio, quella dei Lametìnoi, risalente all’epoca protostorica.
Terme, invece, fa riferimento a una delle principali risorse del territorio, le Terme di Caronte, conosciute fin dall’epoca romana come Aque Angae. Si tratta di quattro sorgenti che si trovano alle pendici del massiccio montuoso del Reventino e che, unite alla corrente del fiume Bagni, danno vita a diversi gradi di temperatura: la più alta raggiunge i 39 C°, di qui il nome Caronte.
Un tuffo nella gurna
Lo stabilimento merita una visita anche solo per la bellezza del contesto in cui è inserito. Si trova vicino al Golfo di Sant’Eufemia, circondato dalla macchia mediterranea.
Tra i tanti percorsi benessere di cui si può usufruire c’è la gurna, una vasca naturale esterna con accesso libero tutto l’anno. Non arrovellatevi troppo se sentite qualcuno che si riferisce a questo luogo al plurale: è solo perché un tempo le vasche erano due. Qui potete approfittare dei benefici delle acque sulfuree e dei fanghi: la temperatura arriva a 40 C°.
I segreti dell’antica Terina
I primi insediamenti umani in quella che oggi è la moderna Lamezia Terme sono stati scoperti nel 1865, quando nell’area di Sant’Eufemia Vetere vennero rinvenuti dei gioielli, successivamente venduti al British Museum di Londra, che ancora oggi li conserva.
Questo ritrovamento, noto come il Tesoro di Sant’Eufemia, fu il primo di una lunga serie, che nel corso del Novecento ha confermato l’antico insediamento di Terina. Solo nel 1997, però, si decise di avviare una ricerca sistematica che ha individuato un impianto urbano ben strutturato di cui oggi si conosce un quartiere abitativo realizzato con assi paralleli che definiscono una maglia urbanistica regolare. Secondo le ipotesi più accreditate si tratterebbe dell’ampliamento di un impianto preesistente risalente invece al V sec. a.C.
All’antica Terina sono dedicate due sale del Museo Archeologico Lametino, ospitato nel complesso Monumentale di San Domenico. Suddiviso in tre sezioni: Preistorica, Classica e Medievale, vi darà modo di ripercorrere la storia di questa zona, fin dai tempi più antichi. C’è, ad esempio, una hydria, ossia un vaso, databile tra il 380 e il 370 a.C, oltre a oggetti di uso comune.
Risale invece al 1550 il Bastione dei Cavalieri di Malta così denominato perché venne assegnato ai Cavalieri di Malta che possedevano un feudo nella vicina Sant'Eufemia del Golfo; una imponente torre di difesa in grado di rispondere al fuoco nemico oggi in perfetto stato di conservazione.
Le fate del castello di Nicastro
A Lamezia Terme c’è ancora molto da scoprire, specie nel centro storico della città. Sul Colle di San Teodoro, sorge il castello normanno di Nicastro sulle cui origini c’è qualche disquisizione. Costruito a strapiombo sul colle, una posizione strategica unica per controllare la pianura circostante fino al mare, secondo alcuni risale all’epoca bizantina, secondo altri svevo-normanna.
Della struttura originaria rimangono quattro torri, i bastioni, le mura e un contrafforte con una piccola loggia; colpa del terremoto del 1638, che causò grandi danni alla struttura, ma che allo stesso tempo contribuì ad alimentare le leggende che lo popolano.
Tra le più suggestive c’è quella della grotta delle fate: quando scende la notte, queste creature lascerebbero la loro dimora e si aggirerebbero tra le rovine dell’antico maniero fino al corso del torrente Canne, per raccogliere bacche e fiori.
Dopo aver visto il castello, con una passeggiata di dieci minuti lungo Via SS Salvatore e Via Garibaldi dirigetevi verso la statua di Federico II: sull’avambraccio destro del re è poggiato un falco appena atterrato (a lui si deve, infatti, l’introduzione della falconeria in Italia, lo sapevate?) mentre lo sguardo è rivolto verso il castello.
Non lontano da qui, il Museo Diocesano conserva la storia della Diocesi dal XV al XX secolo. Gli oggetti esposti spaziano dai paramenti sacri ai reliquari.
La Casa del Libro Antico, un patrimonio immenso
Durante la vostra passeggiata nel centro storico di Lamezia Terme non potete assolutamente perdere la Casa del Libro Antico: si trova in Piazza Campanella e conserva oltre 2500 volumi stampati dall’inizio del XVI secolo. Ci sono, inoltre, manoscritti greci e latini. Si tratta di una collezione davvero importante, che comprende libri di teologia, filosofia, patrologia, storia ecclesiastica ed esegesi ed è costituita soprattutto da fondi librari provenienti dai conventi dei Cappuccini e dei Domenicani di Nicastro, ma anche dalla biblioteca dei Frati Minimi di Sambiase. Tra i pezzi più importanti della collezione, alcuni testi antichi con note a margine del filosofo Tommaso Campanella, nato nella calabrese Stilo.
I polmoni verdi della città
A Lamezia Terme c’è anche tanto verde. La città ospita un Giardino Botanico, realizzato a partire dal 1972. Qui c’è una grande varietà di piante, oltre un migliaio di specie. Più recente, invece, il Parco Urbano S. Pietro Lametino, un polmone verde di 15.000 metri quadri realizzato nel 2006. In passato si trattava di un’area degradata, oggi invece è tutta un’altra storia. La riqualificazione offre un bellissimo luogo di relax a cittadini e visitatori.