Situato dietro la Cattedrale, al confine tra la zona fondata dai Romani e quella edificata durante il Medioevo, nella zona di Vasto, il Palazzo D’Avalos si erge come una grossa lastra in pietra chiara squadrata. L’edificio si crede sia stato fondato dal condottiero e signore di Vasto, Giacomo Caldora, all’inizio del ’400.
Sono poche le tracce che rimangono dell’aspetto d’origine. Tra questi, sono resistiti all’usura del tempo, l’impianto strutturale con il grande cortile centrale e alcune caratteristiche visibili all’esterno, tra cui una bifora e i resti del portale durazzesco, che testimoniano l’eleganza degli apparati architettonici e decorativi.
Nel 1496, la proprietà passò ai Guevara, che probabilmente completarono la costruzione verso il mare, prima che il dominio passasse ai D’Avalos nel 1573. La signora Isabella Gonzaga, figlia del duca di Mantova, intraprese lavori di consolidamento e ricostruzione dopo la morte del consorte, che non furono completati fino all’inizio del Seicento.
Il periodo d’oro del palazzo fu durante il ’700, quando i nuovi proprietari della famiglia Lante della Rovere, rinnovarono gli appartamenti e vi stabilirono una piccola, ma vivace, corte. Con l’invasione francese, il palazzo cominciò a decadere e, durante l’Ottocento, molti ambienti furono demoliti o adibiti ad usi vari. Dal 1970, è iniziato un graduale percorso di recupero.
Oggi Palazzo D’Avalos ospita le collezioni di arte e archeologia della città. Nella pinacoteca dell’ala a est e sud del primo piano, si trovano opere di: Donnini, Moccioli, Michetti, Brill e Palizzi.
La collezione archeologica, composta da cinque sale, esibisce, inoltre, reperti dall’età del Ferro all’alto Medioevo, che dimostrano lo sviluppo dell’area frentana e della città di Histonium (l’antica Vasto). Sono present anche: terrecotte votive dei santuari di Villalfonsina e Punta Penna, una raccolta di bronzetti, una di monete, ritratti della gens giulio-claudia, sarcofagi, anfore, reperti dell’anfiteatro e degli acquedotti, delle cisterne e di un complesso termale mosaicato, lucerne, mattoni bollati e un busto di donna.
Infine, nella sala dedicata alla tarda antichità e all’Alto Medioevo, sono esposti epigrafi, monete e un tabernacolo proveniente da una chiesa di Vasto del VII secolo.