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Mare
Sardegna

Da Porto Torres a Castelsardo: l’incanto del Golfo dell’Asinara

Tipologia
Percorso in auto
Durata
2 giorni
Numero Tappe
2
Difficoltà
Facile

Spiagge chilometriche, acque cristalline, morbidi litorali. È l’identikit della costa settentrionale della Sardegna, e più precisamente del Golfo dell’Asinara, angolo di paradiso invidiato in tutto il mondo. Da Porto Torres, centro dal glorioso passato, a Castelsardo, incantevole borgo medievale, un viaggio tra le bellezze naturalistiche e artistiche di una terra ultramillenaria tutta da scoprire.

Giorno 1

Prima tappa: Porto Torres

Torre di Porto Giunco

Il nome contiene in sé le principali caratteristiche di questa città: porto turistico e commerciale, scalo principale della Sardegna nord-occidentale, Porto Torres con le sue torri e i suoi tesori archeologici racconta due millenni di storia.

La cittadina sorge al centro del Golfo dell’Asinara, su un promontorio che degrada verso la piana della Nurra, ed è il punto di partenza per numerose escursioni, come quelle sulle spiagge di Platamona, suggestive per la presenza di piccole dune sormontate da cespugli di macchia mediterranea e gigli marini, conchiglie e ciottoli levigati dal mare, affascinanti per la diversità delle piante lungo l’arenile, dai pini agli eucalipti.

A segnare l’inizio del tratto turritano di Platamona è proprio una torre, quella di Abbacurente, una delle tante a marcare il territorio, insieme alla Torre aragonese, che spicca imponente nel porto e che oggi ospita numerose mostre.

Nel cuore di Porto Torres ci si imbatte anche nella basilica di San Gavino, il più grande e antico monumento cristiano romanico dell’intera isola, oltre che nell’area archeologica romana con le sue storiche terme. Poi, il Ponte Romano, maestosa opera di età imperiale che cavalca la foce del fiume Rio Mannu.

Ora, vi trovate a un bivio: potete andare a ovest, per immergervi nel cangiante mare di Stintino, che da azzurro diventa celeste e infine blu, visitare il Parco nazionale dell’Asinara e la sua natura selvaggia, e sostare nella spiaggia Pelosa, dai fondali bassissimi e la candida sabbia. Oppure muovervi dall’altra parte, verso l’altare prenuragico di monte d’Accoddi, complesso megalitico unico in Europa, risalente alla metà del IV secolo a.C. In entrambi i casi non resterete delusi.

Giorno 2

Seconda tappa: Castelsardo

BOSA | Sardegna

Proseguendo l’itinerario alla scoperta del Golfo dell’Asinara, s’incontra la città incantata di Castelsardo, il cui panorama non teme confronti: essa sorge, infatti, arroccata su un promontorio gigante, che emerge dal mare per svettare alto nel cielo. A contraddistinguerla il castello, fondato nel 1102 dai nobili genovesi Doria, le cui mura, vicoli e lastricati sono rimasti pressoché intatti nel tempo.

Il paesaggio policromo della cittadina abbraccia alture ondulate, arenili biancheggianti e un mare dalle tinte cariche.

Ad arricchire il territorio, già di per sé prezioso, ci pensano importanti insediamenti umani: il più caratteristico è senza dubbio il famoso Elefante, formazione rocciosa che richiama l’omonimo pachiderma, erosa dalle condizioni climatiche nel corso dei millenni e trasformata nella sagoma del mammifero che ne dà il nome, seduto, con tanto di proboscide color ruggine. A vegliarlo a vista è una sentinella altrettanto preistorica: il Nuraghe Paddaggiu.

Altra architettura a strapiombo sul mare è la cattedrale di Sant’Antonio Abate, patrono di Castelsardo e principale luogo di culto, in stile gotico catalano.

Infine, due suggerimenti: un primo tuffo nella tradizione sarda al MIM – Museo dell’Intreccio Mediterraneo, che espone una serie di oggetti nati, appunto, dall’arte dell’intreccio quali cestini, setacci per la farina, briglie per animali, e un secondo, irrinunciabile, nell’azzurro mare che bagna le spiagge di sabbia bianca e finissima.

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