Il Canale Cavour
Fiore all'occhiello dell'ingegneria idraulica agli albori dell'Unità d'Italia.
Il Canale Cavour è un canale artificiale lungo 83 km. Parte da Chivasso, in provincia di Torino, dove si può visitare (solo su richiesta) l’imponente bocca di presa delle acque del fiume Po. La bocca di presa, larga sul fondo 40 metri, è completamente pavimentata con ciottoloni, calcestruzzo e lastre di pietra. Poco distante, un imponente edificio ospita le paratoie utilizzate per regolare la portata dell'acqua. Il canale termina a Galliate, provincia di Novara, dove si immette nel fiume Ticino, affluente del Po.
Perché è speciale
In tutto il suo percorso, il Canale Cavour ha 210 sifoni, 101 ponti e 62 ponti-canali. Quasi tutte queste strutture sono ancora originali! Nel territorio circostante si estende una vera e propria rete di canali preesistenti, costruiti ad hoc (tra cui l'ultimo, il Canale Regina Elena del 1954). Questo porta ad uno sviluppo complessivo delle acque di oltre 1500 km che irrigano circa 500 mila ettari di risaie. Impressionante, non trovate?
Da non perdere
L'edificio di Chivasso, dove il canale ha origine dal fiume Po, è davvero straordinario e monumentale. Ma tutto il canale è un'opera di ingegneria idraulica straordinaria, con 4 tombe a sifone, che consentono al canale di passare sotto i fiumi e torrenti Elvo, Sesia, Agogna e Terdoppio; e 4 ponti canale, che consentono al canale di passare sopra i fiumi e torrenti Dora Baltea, Cervo, Rovasenda e Marchiazza!
Un po' di storia
Il progetto definitivo del Canale Cavour fu affidato nel 1852 all'ingegnere Carlo Noè. A volere il canale, come ricorda il nome stesso, fu il ministro conte Camillo Benso di Cavour, per portare acqua nelle risaie del medio Vercellese, Novarese e Lomellina. Il progetto di Noè fu approvato dal Parlamento Italiano nel 1862 e i lavori si svolsero in soli 3 anni, dal 1863 al 1866 quasi esclusivamente a badile, con opere straordinarie di sottopasso e sovrappasso di fiumi. Il Canale Cavour attraversa 23 comuni della Regione Piemonte e si distribuisce nell'area risicola (anche lombarda) grazie a diramatori e sistemi minori.
Curiosità
Anche se il progetto è firmato dall'ingegner Carlo Noè, lo studio originale è dell'agrimensore vercellese Francesco Rossi. Questo studio faceva partire il canale sul fiume Po nel Vercellese nell'area di Crescentino, in modo da sfruttare la naturale pendenza del terreno e l'immissione della Dora Baltea nel Po e da evitarne quindi i periodi di secca. Una collocazione, però, che divideva i terreni di proprietà del Conte di Cavour e che quindi fu abbandonata. Il progetto di Noè parte da Chivasso, ma deve sfruttare il Naviglio di Ivrea per portare acqua nelle risaie vercellesi, dalla Dora, nei periodi di secca del Po.
Credit to: Giulia Varetti