Macerone, seguendo il Giro d’Italia
L’itinerario ha inizio da Rionero Sannitico, al confine tra l’Appennino centrale e quello meridionale. Il paese è attraversato dalla Strada Statale 17, antica diramazione della via Salaria e importante asse di comunicazione tra Abruzzo, Lazio, Molise e Puglia. Percorretela sui resti del tratturo Pescasseroli-Candela, tra i più importanti tracciati in cui si praticava, un tempo, la transumanza, ovvero il transito delle pecore. Attraversate il Macerone, tappa del Giro d’Italia in diverse edizioni, circondati da paesaggi rurali e bellezze naturalistiche, che vedono alternarsi campi coltivati a distese boschive, colme di tartufi pregiati e funghi di ogni specie. Affronterete un percorso non poco impegnativo, raggiungendo un dislivello di circa 700 metri.
Isernia, la città del tombolo e del merletto
La pedalata prosegue fino a Isernia, a quota 400 metri: siete nella città dell’homo aeserniensis, luogo che raccoglie le testimonianze di un’epoca remota al Museo paleolitico, tappa irrinunciabile per conoscere a fondo la storia di questa regione. Lungo le strade del centro potreste incontrare anziane signore dedite al cucito, perché Isernia è anche la città dell’antico mestiere del tombolo e del merletto. Pedalata dopo pedalata, respirate il profumo della storia, dal lungo tracciato di Corso Marcelli alla Fontana Fraterna, passando per Piazza Sant’Andrea D’Isernia e Piazza Trento e Trieste. Approfittatene anche per una sosta ristoratrice, fermandovi in una delle tante trattorie in cui assaporare le gustose pietanze locali.
Piana di Bojano, tra i tartufi bianchi
Da Isernia continuate a percorrere la Strada Statale 17, passando per Castelpetroso: qui non potete che ammirare lo scenico Santuario dell’Addolorata, che con il suo stile gotico domina dall’alto la valle del Matese. Attraverso un paesaggio ricco di vegetazione spontanea, tra selle e pianori, raggiungete la piana di Bojano, pedalando tra i territori di Cantalupo nel Sannio, ai piedi dei monti del Matese. Anche questa zona è ricca di funghi e si distingue, oltre che per il prezioso tartufo bianco, per la produzione casearia dei caciocavalli, scamorze e stracciate, veri gioielli alimentari.
Campitello Matese, tra vette e faggete
Proseguendo attraverso la piana, spostatevi lungo un territorio plasmato dalle colture praticate dal duro lavoro dell’uomo. Oltrepassate i comuni di San Polo Matese, Campochiaro e Guardiaregia, per poi lasciare la SS 17 e salire verso Bocca della Selva, a un dislivello di oltre 600 metri. Arrivate in una terra dal fascino magico, ricca di faggete e prodotti di bosco. Da qui procedere tra le montagne svettanti del Matese, fino a raggiungere Campitello Matese, tappa finale del vostro itinerario. Siete a 1450 metri sopra il livello del mare: a dominare è il Monte Miletto, sede di una famosa stazione sciistica.