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Idea Viaggio
I capolavori del passato e le opere del futuro dell’architetto italiano più famoso nel mondo

In Italia con Renzo Piano

Tipologia
Percorso in auto
Durata
11 giorni
Numero Tappe
9
Difficoltà
Facile

«La città è un luogo in cui lo scambio è fisico, intenso, non virtuale; si fa un gran parlare di cultura del virtuale, dei giornali che cederanno il posto al video, però la città resta lo spazio in cui vivere assieme. Quando immagino una città, la immagino compatta e densa, capace di generare rapporti intensi» (Renzo Piano, 2006).

Renzo Piano è l'architetto italiano più conosciuto e acclamato nel mondo, nella sua carriera è stato insignito di importanti premi internazionali, ha insegnato nelle più prestigiose università, ha ricevuto il Pritzker Prize nel 1998 ed è senatore a vita della Repubblica italiana.

Piano nasce a Genova nel 1937, figlio di un costruttore edile. Studia architettura a Firenze e al politecnico di Milano, in cui si laurea nel 1964. Dopo Milano, Piano vola negli Stati Uniti e lì vive e lavora tra il 1965 e il 1970. Si fa conoscere dal mondo dell’architettura con progetti dalle soluzioni innovative, e realizzazioni armoniche quasi fossero oggetti di design dal senso compiuto.

Il linguaggio architettonico di Piano si traduce in opere pionieristiche come la fabbrica mobile per l’estrazione di zolfo (costruita a Pomezia nel 1966), il padiglione per la XIV Triennale di Milano (1967), quello italiano alla Fiera di Osaka (1969) e il suo studio di Genova (1968-69), le abitazioni a pianta libera di Garonne (1969) e soprattutto la sede della B&B Italia a Novedrate di Como (1971-1973).

La prima grande ribalta è Parigi, in cui Piano realizza insieme al suo socio londinese, Richard Rogers, il Centre Georges Pompidou (1971-1977), un’opera contestata quanto innovativa, uno spazio che ha segnato una demarcazione tra la concezione dei musei prima e dopo l’opera conosciuta anche come il “Beaubourg”, luogo in fortissimo contrasto con il tessuto urbano dello storico quartiere ebraico del Marais. Del Pompidou si parla moltissimo in tutto il mondo e sulla scorta di quell’esperimento riuscito, a Piano verranno affidati nel divenire progetti architettonici museali in tutto il mondo.

Conclusa la collaborazione con Roger, Piano fonda con l’ingegnere inglese Peter Rice prima l’atelier “Piano&Rice” (1977-1981), e nel 1981 il “Renzo Piano Building Workshop”, che ancor oggi è il nome del suo studio.

Le opere di Piano hanno innovato l’architettura nel mondo, ma l’Italia è stata ed è ancora al centro della sua ricerca, in cui occupa uno spazio rilevante la riqualificazione dei tessuti urbani.

È un esercizio affascinante svolgere un filo che unisca gli interventi di Piano nel suo Paese di origine, congiungendo punti lontani in città e regioni tra loro assai diverse, in una continua tensione tra slanci e ricuciture, tra intuizioni e nostalgie, visioni e ferite da rimarginare. Renzo Piano ha oggi 87 anni, ma il suo lavoro è incessante e i progetti in divenire sono un atto di fiducia verso l’architettura e il futuro.

Il Muse di Trento

Il Muse di Trento

Ha più di dieci anni il Muse, aperto in grande stile nell’estate del 2013 e che stupì a prima vista. Una linea spezzata di tetti che vuole ricordare una catena di montagne con una struttura di acciaio, cristallo e cemento. I pavimenti sono in bambù, perché è un legno molto resistente e soprattutto perché la pianta da cui si ricava cresce in soli due anni. Altri pavimenti invece sono in rosso ammonitico di Verona, citazioni dei camminamenti del centro città trentino.

Il Museo delle Scienze progettato da Renzo Piano è un luogo da vivere, grazie alle esibizioni temporanee, agli eventi e alle attrazioni in continua rotazione.

Varcate le porte di cristallo si entra in una piazza aperta, dal tetto altissimo su cui prospettano i due corpi del Museo, diviso nei quattro piani dedicati alle collezioni e in quella destinata ai servizi: uffici, biblioteca, bookshop e guardaroba. Un complesso, nemmeno a dirlo, altamente sostenibile con una scelta dei materiali costruttivi che ha seguito logiche ambientali e di risparmio energetico. Una vera città della Scienza, trentina, ma aperta al mondo. 

Il Lingotto di Torino

Il Lingotto di Torino

Dove un tempo si producevano auto oggi si propone cultura. Dopo gli anni di crisi e depressione economica, Torino è diventata un laboratorio per l’arte e la creatività. Simbolo tangibile di questa svolta epocale è la trasformazione pensata e realizzata da Piano del Lingotto, la fabbrica italiana per eccellenza che ospitava le catene di montaggio della Fiat.

Oggi è un centro polifunzionale per le fiere, lo shopping, l'intrattenimento e la cultura. Sul tetto, infatti, si trova la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli che espone opere della collezione Agnelli e mostre temporanee.

Non solo. L’intervento si è allargato ancor più alla città, riuscendo a mettere in comunicazione la riva destra e quella sinistra del Po.

Il Porto Antico di Genova

Il Porto Antico di Genova

Tre anni di progettazione, dal 1985 al 1988 e tredici di lavoro in cantiere per vedere realizzato uno dei più importanti interventi di recupero urbano nel nostro Paese. Uno sforzo collettivo che ha coinvolto professionisti, istituzioni e cittadini nel restituire alla comunità il vecchio porto di Genova, uno dei più grandi e importanti nella storia del Mediterraneo. 

L’opera di rigenerazione è stato più che mai un atto di dedizione appassionata di Renzo Piano, chiamato alla regia di un progetto che nasceva nel contesto delle celebrazioni per i cinquecento anni del viaggio di Cristoforo Colombo. L’esposizione venne colta come occasione per ricongiugere la città al mare, dopo che le attività industriali negli anni del boom e il degrado degli anni ’80 e ’90 avevano messo una barriera invalicabile tra l’acqua e i genovesi.

Vennero ristrutturati i Magazzini del Cotone, costruiti all'inizio del Novecento, i Magazzini Doganali del XVII secolo e il Millo. A queste attività di recupero si aggiunse molto di nuovo, ovvero: l'Acquario, gli uffici della Capitaneria di Porto, il Bigo e il piazzale delle Feste.

L’opera ha avuto il suo secondo importante capitolo nel 2001, con la costruzione della per ospitare la collezione di felci del vivaio comunale e poi nel 2013, con l’ampliamento degli spazi dell’acquario e la costruzione della nuova vasca per i cetacei.

Dopo aver ricucito lo strappo tra terra e acqua, Piano ha contribuito a curare anche la ferita del ponte Morandi con il nuovo ponte San Giorgio, e oggi continua a lavorare per la sua città con l’ambizioso progetto del waterfront di Levante.

Ha detto in una recente intervista pubblicata dalla testata ligure Primocanale.it: “Genova è di pietra e di acqua, di ardesia, di arenaria. Ma anche di acqua salata, di brezze e sole. Non dimentichiamolo. Una città che si offre su venti chilometri. Metà è Genova di pietra e metà è mare e pesci. E il mare a Genova è a sud e questo significa che la luce è riflessa e viene verso la città. Le onde che si muovono le vedi in controluce. C’è una nuova bellezza della città”.

Politecnico di Milano Bovisa

Politecnico di Milano Bovisa

“So quanto sia importante la cultura pedagogica italiana che accende la creatività nascosta nei giovani, da don Milani a Mario Lodi, da Loris Malaguzzi a Franco Lorenzoni: non so se ne sarò all’altezza. Tranne una breve esperienza all’Architectural Association School di Londra, ho tirato su nel mio studio e nel mio ufficio al Senato un sacco di giovani architetti, ma non ho mai ‘insegnato’ davvero. Ho però un sacco di storie da raccontare, storie vere. Che potrebbero essere interessanti”. Renzo Piano lo dice nel 2022 in una intervista al Corriere della Sera. Devo tutto all’Università: è lì che sono cresciuto davvero. Che ho imparato tutto”.

Così Renzo Piano, ex alunno, spiega la sua decisione di donare al Politecnico di Milano il suo archivio, che da due anni si trova negli edifici della “Nave”. A Milano Piano sta ancora lavorando, con due progetti importanti per due aree fortemente compromesse dopo la fine dell’epoca industriale della città. Il primo è il “Bovisa-Goccia”, la riqualificazione del Campus Nord del Politecnico di Milano, rigenerando l’area dei gasometri tra l’ex quartiere industriale della Bovisa e quello residenziale di Villapizzone. Un intervento che armonizza gli elementi di archeologia industriale e naturali, valorizzando un bosco di 24 ettari, aperto ai cittadini. 

Auditorium Nicolò Paganini, Parma

Auditorium Nicolò Paganini, Parma

Si scende nella pianura padana, oltre il Po e la Lombardia, per trovare un’altra splendida realizzazione dello studio di Piano. Si tratta dell’Auditorium Niccolò Paganini, inaugurato nel 2001 nella zona est di Parma. Quello che era stato, tra il 1899 e il 1968, lo zuccherificio Eridania, è ora un parco della musica, con un auditorium, spazi per le sale prova e per i camerini degli artisti.

Alleggerito delle pareti in muratura trasversali, sostituite da enormi vetrate, l’edificio ha mantenuto la sua pianta originaria, in una continuità tra il passato industriale e il presente, in cui si può fruire e godere dell’arte in una vera e propria “fabbrica della musica”.            

Auditorium Parco della Musica, Roma

Auditorium Parco della Musica, Roma

L’Auditorium Parco della Musica è uno dei più significativi interventi urbanistici e culturali realizzati a Roma dagli anni Sessanta del Novecento, a pochi minuti dal centro storico, tra le rive del fiume Tevere, la collina del quartiere Parioli e il Villaggio Olimpico.

Si tratta di un complesso multifunzionale con chiara vocazione musicale, che offre al visitatore diverse proposte culturali orientate alla musica, all'arte, all'archeologia. Le tre sale disegnate da Piano - Sala S. Cecilia, Sala Sinopoli, Sala Settecento o "Petrassi" - sono immerse in un parco pensile di 30.000 mq.

“La più bella avventura, per un architetto, è quella di costruire una sala per concerti. Forse è ancora più bello per un liutaio costruire un violino; ma si tratta (con tutte le differenze di dimensione e di impiego) di attività molto simili. In fondo si tratta sempre di costruire strumenti per fare musica e per ascoltare musica. È il suono che comanda, è la cassa armonica che deve saper vibrare con le sue frequenze e la sua energia. Io ho avuto l’avventura di costruire spesso per la musica: dall’Istituto per la Ricerca Acustico Musicale di Parigi con Pierre Boulez e Luciano Berio, al Prometeo con Luigi Nono, alla sala di Berlino alla Potsdamer Platz, alla sala del Lingotto di Torino, alla Sala Niccolò Paganini a Parma e ora all’Auditorium di Roma”: ha detto Renzo Piano.   

Auditorium del Parco, L’Aquila

Auditorium del Parco, L’Aquila

Seguiamo il filo della musica per incontrare “Un grande Stradivari adagiato nel parco”. È così che Renzo Piano ha definito l’Auditorium del Parco, che lui stesso e la provincia autonoma di Trento hanno donato alla città de L’Aquila, colpita dal terremoto del 2009. La sala musicale è sorta all’interno del cinquecentesco Forte Spagnolo che ospitava l’attività sinfonica della società Baratelli.

Uno strumento e una struttura interamente in legno, nata dal desiderio del maestro Claudio Abbado di ridare a l’Aquila un luogo dedicato all’ascolto e alla musica. Uno spazio che vibra. L'Auditorium è formato da tre volumi di legno a forma di cubo di dimensioni differenti, accostati e collegati tra loro.

Il volume centrale, il più grande, contiene una sala da 238 posti e un palco per un'orchestra di 40 musicisti. L’auditorium è stato inaugurato nel 2012 con l’ambizione di farne un luogo temporaneo. Ma nel 2024 ci si chiede se ha senso privarsi di un gioiello architettonico e di un segno tangibile del valore della musica e dell’arte per rimarginare le ferite di una comunità.

Santuario di San Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo

Santuario di San Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo

“Ho fatto la chiesa di Padre Pio perché Padre Gerardo mi ha mandato per un mese di seguito, ogni mattina, una benedizione via fax. Alla fine del mese ho deciso che dovevo almeno vederlo.

In questi luoghi il profano vince sul sacro. Ma in quel gran circo c’è anche tanta fede, tanta autenticità: se anche uno solo su mille, dei sette milioni di visitatori che ogni anno ci vanno, fosse onestamente spinto da un moto intenso, sarebbe già comunque qualcosa”. Renzo Piano si esprime sul Santuario di San Pio da Pietrelcina,  sollecitato dal fisico Piergiorgio Odifreddi, in una intervista del 13 aprile del 2007.

Nel 2004, viene inaugurata la chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, dove predicò Padre Pio da Pietrelcina (1887-1968) tra il 1918 e il 1968. Nel paese del Gargano dove sono conservate le spoglie del santo, i frati cappuccini desideravano un santuario in grado di accogliere le migliaia di fedeli che arrivavano in pellegrinaggio.

Il santuario progettato da Piano ha due livelli. Nella cripta sono custodite le spoglie di Padre Pio. Ci sono tre aule di incontro per i pellegrini, una sala di accoglienza, una grande penitenzieria, la sagrestia, la cappella dell’Eucarestia.

Per soddisfare le richieste dei frati e le esigenze dei pellegrini lo Studio di Piano ha dotato la chiesa di un altare mobile che permette di ampliare i 7.200 posti del santuario a 30.000 per le celebrazioni all’aperto.     

Stadio San Nicola, Bari

Stadio San Nicola, Bari

Anche in questo caso si parla di fede. Laica certo, ma sempre fede è anche se calcistica. Lo stadio San Nicola di Bari è stato costruito per i Mondiali di calcio del 1990, quando la città di Bari fu scelta come una delle 12 sedi ospitanti.

Renzo Piano lo pensò come un fiore sbocciato, con 26 settori “petali” da cui godersi la partita, distanziati tra loro da un grande spazio tra cui l’aria circola.

Sopra il pubblico una tensostruttura che sorregge 14.000 mq di tessuto in teflon bianco, per riparare da sole e pioggia e filtrare la luce e ridurre così il contrasto delle ombre in campo.

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