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Natura
Valle d’Aosta, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise, Sicilia

10 giardini botanici da scoprire in montagna

Viaggio negli orti di Alpi e Appennini, tra fiori d’alta quota e specie endemiche.

8 minuti

La flora italiana è tra le più ricche d’Europa: merito della grande varietà ambientale che contraddistingue il nostro Paese, dove in pochi chilometri si passa dalle dune costiere alle foreste di faggi fino alle praterie alpine. A tutelare e valorizzare questo patrimonio di biodiversità sono anche i giardini botanici, gestiti da parchi, università e vari enti pubblici e privati. In particolare quelli presenti sulle montagne di tutta Italia, veri e propri scrigni di tesori floristici, che conservano specie spesso uniche al mondo. Una passeggiata tra le aiuole, seguendo i percorsi didattici, leggendo i cartellini con i nomi delle specie ma anche partecipando ai tanti eventi organizzati per informare ed educare il pubblico, è il modo migliore per rendersi conto di una ricchezza e di una varietà straordinarie: ecco 10 giardini e orti botanici da scoprire, tra le Alpi e gli Appennini.

Giardino botanico alpino Paradisia, Valle d’Aosta

Giardino botanico alpino Paradisia, Valle d’Aosta

Il viaggio tra i giardini botanici sulle montagne italiane parte dalla Valle d’Aosta e più precisamente da Cogne. In fondo alla Valnontey, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, a 1700 metri di quota si trova il Giardino botanico alpino Paradisia, che prende il nome da un giglio di monte il cui nome scientifico è Paradisea liliastrum

L'aspetto didattico-divulgativo è fondamentale per Paradisia” spiegano i responsabili del Parco Nazionale: “il turista può avvicinarsi alle piante che potrebbe incontrare durante un'escursione, confrontarle con altre simili, conoscerne il nome scientifico e la distribuzione geografica e quindi imparare a rispettarle”. Si cammina tra conche e avvallamenti naturali ammirando circa un migliaio di specie tipiche delle Alpi e in particolare delle montagne valdostane, dalle genzianelle blu agli eriofori tipici delle torbiere. Stupendi anche il giardino delle farfalle e l’esposizione naturale di licheni, che hanno colonizzato grossi massi e che si mantengono grazie alle favorevoli condizioni ambientali e alla quasi totale mancanza di inquinamento.

Giardino botanico di Oropa, Piemonte

Giardino botanico di Oropa, Piemonte

In provincia di Biella, il Santuario mariano di Oropa, dedicato alla Madonna Nera, accoglie ogni anno migliaia di pellegrini in una bella conca a circa 1200 metri di quota. Nei pressi, circa 35 anni fa, è stato costruito un bel giardino botanico, affidato in comodato e gestione al WWF: qui si possono ammirare le circa 500 specie diverse di piante, oltre a immergersi in una faggeta naturale che occupa il lato orientale. Sono stati ricostruiti gli ambienti tipici delle montagne biellesi, come le torbiere d'alta quota, e predisposte “roccere” in cui sono coltivate piante provenienti dalle catene montuose di tutto il mondo (per esempio peonie, papaveri e potentille delle montagne asiatiche). Un’immersione totale tra le piante d’alta quota che piacerà anche ai bambini: questi hanno a disposizione vari percorsi di gioco e approfondimento dedicati, come GiardinGiocando, A caccia della traccia! e La grande caccia botanica

Giardino Botanico Alpino Viote del Monte Bondone, Trentino Alto Adige

Giardino Botanico Alpino Viote del Monte Bondone, Trentino Alto Adige

Ci spostiamo sul monte Bondone, che domina Trento. Qui il Giardino Botanico Alpino Viote custodisce tra aiuole rocciose, laghi e torbiere più di 2000 specie di piante d’alta quota, un centinaio delle quali a rischio di estinzione. “La missione principale del Giardino” spiega la responsabile Helen Wiesinger “è quella di contribuire a conservare le piante alpine e gli ambienti di montagna: lo facciamo attraverso molte azioni, per esempio la coltivazione in loco, la reintroduzione in natura, lo scambio di semi con oltre 350 giardini botanici di tutto il mondo. Per noi è molto importante anche la divulgazione al pubblico: in particolare cerchiamo di sensibilizzare i visitatori alla protezione degli ambienti, anche attraverso incontri culturali, progetti di Citizen Science e mostre fotografiche”. Questo piccolo scrigno di natura a 1538 metri di quota è uno dei più grandi e antichi delle Alpi: le prime collezioni risalgono al 1938. Oggi fa parte della rete del MUSE, il Museo della Scienza di Trento.

Orto Botanico del Monte Baldo - Rifugio Novezzina, Veneto

Orto Botanico del Monte Baldo - Rifugio Novezzina, Veneto

Scendendo poco più a sud, a dominare la sponda veronese del lago di Garda troviamo il monte Baldo, spesso chiamato “il giardino d'Europa” grazie al suo grande patrimonio floristico: la vegetazione è infatti estremamente diversificata, a causa della presenza di molte zone climatiche, da quella mediterranea (fino ai 700 m), a quella montana (dai 700 m ai 1.500 m), fino alla boreale (dai 1.500 m ai 2.000 m) e all’alpina (dai 2.000 m). In questo contesto così vario, a quota 1200 metri in località Novezzina, dal 1989 l’Orto Botanico del Monte Baldo conserva molte specie della zona (alcune endemiche, cioè esistenti solo qui), distribuite per fasce vegetazionali, per famiglie oppure per interesse etnobotanico, come le piante velenose, officinali e tintorie. È presente anche una pozza d’alpeggio dove, oltre alle piante tipiche delle zone umide, è facile avvistare rane e tritoni. Nel comprensorio del Parco naturalistico scientifico di Novezzina è possibile visitare anche il recentemente inaugurato Museo della Biodiversità e l'Osservatorio astronomico del Monte Baldo.

Giardino Botanico Carsiana, Friuli Venezia Giulia

Giardino Botanico Carsiana, Friuli Venezia Giulia

Nell’angolo più a est del nostro Paese, in provincia di Trieste, troviamo il Giardino Botanico Carsiana, fondato nel 1964. “La particolarità” spiega la responsabile Gianna Visentin “è che è stato realizzato in una dolina carsica e al suo interno si trovano solo specie spontanee autoctone, cioè tipiche della zona del Carso”. Il Carso è un altopiano roccioso calcareo che si estende lungo tutto il confine orientale del Friuli Venezia Giulia ed è caratterizzato da doline, grotte, rocce modellate dal vento e falesie a picco sul Mare Adriatico: un ambiente unico che ospita piante uniche, come la Centaurea rupestris (nella foto). “A differenza di altri giardini, qui non abbiamo nessun criterio tassonomico nel mostrare le piante (ovvero non ci sono per esempio tutte le specie di margherite una vicina all’altra) ma privilegiamo invece un criterio ecologico: significa che sono stati ricostruiti gli ambienti tipici della regione, ognuno con la sua flora spontanea. Per esempio il bosco carsico, le rupi costiere, anche il pozzo carsico” spiega Visentin. Una visita a Carsiana permette dunque di conoscere e comprendere in pochi passi questo mondo speciale.

Giardino delle Erbe "Augusto Rinaldi Ceroni", Emilia Romagna

Giardino delle Erbe "Augusto Rinaldi Ceroni", Emilia Romagna

Ci spostiamo sulle montagne dell’Appennino. Nel Comune di Casola Valsenio, in provincia di Ravenna, si trova un giardino botanico molto particolare: è nato nel 1938 (e inaugurato nella sede attuale nel 1975) da un’idea di Augusto Rinaldi Ceroni, pioniere dell’erboristeria italiana, con l’obiettivo di informare, conservare e coltivare le piante medicinali-officinali e aromatiche. Tra le balze del giardino, situato all’interno del suggestivo paesaggio del Parco della Vena del Gesso Romagnola, si passeggia così tra quasi 500 specie di piante officinali utilizzate in cucina, nella medicina, nella cosmesi fin dai tempi del Medioevo, quando erano lavorate nelle officine dei conventi. Dalla lavanda alla camomilla, dall’ortica alla valeriana, le specie da osservare e le curiosità da imparare sono davvero moltissime. La lavanda, in particolare, è la vera protagonista, con oltre 20 cultivar presenti del giardino. Non basta: all’interno sono presenti anche un arboreto, un giardino gessoso (con le piante tipiche del parco), un piccolo labirinto. Un micromondo per conoscere meglio le piante che usiamo tutti i giorni.

Orto Botanico delle Alpi Apuane “Pellegrini – Ansaldi”, Toscana

Orto Botanico delle Alpi Apuane “Pellegrini – Ansaldi”, Toscana

Anche le Alpi Apuane, il massiccio nel nord della Toscana, hanno un loro orto botanico: è sin dal 1966 il Pellegrini-Ansaldi, che porta il nome del medico e botanico massese Pietro Pellegrini (1867-1957) che svolse vari studi sulla flora del territorio, e della botanica Maria Ansaldi (1959-2013), per anni curatrice del giardino. Si trova in località Pian della Fioba a circa 900 metri di quota. “Gli studiosi scelsero questo luogo” spiega Andrea Ribolini dell’associazione Aquilegia, che gestisce l’orto, “sia perché molto panoramico e facilmente accessibile, sia perché si resero conto che in uno spazio di estensione limitata vegetavano spontaneamente molte tra le specie più caratteristiche e significative delle Alpi Apuane”. Percorrendo il sentiero, a seconda del suolo su cui vivono si scoprono specie diverse: sugli scisti porfirici crescono cisto ed erica, sulla dolomia carpino nero e orniello, sulle rocce calcaree affioranti salici e santoline. Fino ad arrivare in vetta, da cui si ammira uno straordinario panorama sulle vette delle Apuane e su tutta la costa, dal Golfo della Spezia fino alla Versilia. Presenti anche farfalle, ramarri e tritoni alpestri apuani (questi ultimi hanno colonizzato spontaneamente la piccola zona umida antistante il rifugio-laboratorio): l’orto è davvero un piccolo spaccato della biodiversità locale.

Giardino botanico Michele Tenore, Abruzzo

Giardino botanico Michele Tenore, Abruzzo

Procedendo verso sud, arriviamo in Abruzzo, dove si ergono le montagne più alte dell’Appennino. Nel Parco nazionale della Majella, più precisamente a Lama dei Peligni, si trova il giardino botanico intitolato a Michele Tenore, celebre studioso ottocentesco della flora locale: lo ricorda anche il simbolo del giardino, un particolare fiordaliso che vive soltanto su questo massiccio e che Tenore identificò per la prima volta (il suo nome scientifico, infatti, è Centaurea tenoreana). Il fatto che tante montagne appenniniche conservino endemismi (cioè specie che non si trovano da nessun'altra parte) deriva dal fatto che secoli fa erano “isole” in mezzo a un mare di ghiaccio: qui le specie si sono rifugiate, resistendo al passare del tempo e al cambiamento del clima. La loro tutela è la priorità del giardino, fondato nel 1995 a 650 metri di quota e strutturato in sezioni didattiche e in altre che riproducono gli ambienti della Majella. Interessanti la riproduzione del paesaggio agricolo del Neolitico e la sezione dedicata al recupero delle varietà locali. Presso il Giardino è localizzata anche la Banca del Germoplasma della Majella, ovvero una raccolta di semi (conservati in grandi freezer) finalizzata alla conservazione di specie rare e a rischio di estinzione. 

Giardino della Flora Appenninica, Molise

Giardino della Flora Appenninica, Molise

Piante d’alta quota, abetina, bosco a pino nero, faggeta, palude. Sono alcuni tra gli ambienti del Giardino della Flora Appenninica, situato presso Capracotta (IS) e gestito dall’Università del Molise: un micromondo dove scoprire la grande biodiversità e varietà degli ecosistemi appenninici. Chi passeggia tra prati, boschi e aiuole può scoprire molte curiosità: per esempio, il sentiero Valerio Giacomini conduce dapprima a un’area lasciata ad evoluzione naturale (dove cioè le piante sono libere di crescere senza condizionamenti) e poi alle isole di senescenza, dove il legno morto non viene raccolto, ma lasciato invecchiare e marcire a beneficio delle tante specie che se ne nutrono. È presente anche un percorso dei sensi, dedicato a ipovedenti e non vedenti, oltre a disabili motori e in generale a tutti coloro che hanno difficoltà motorie temporanee: a loro disposizione sono stati predisposti pannelli visivo tattili, sensori di prossimità, aiuole con piante aromatiche odorose. Le visite sono anche guidate.

Giardino botanico Nuova Gussonea, Sicilia

Giardino botanico Nuova Gussonea, Sicilia

La scoperta dei giardini botanici di montagna si conclude in Sicilia, sul versante meridionale dell’Etna, nel territorio di Ragalna. Qui, a circa 1700 metri di quota, il Giardino botanico Nuova Gussonea è stato inaugurato nel 1981 e ricorda lo studioso della flora sicula Giovanni Gussone (1787-1866). “La singolarità del giardino” spiega la fondatrice del giardino e direttrice scientifica Emilia Poli Marchese “è legata in primis alla sua ubicazione sul più alto vulcano attivo d’Europa e alla grande estensione. Sono presenti tutte le più significative comunità vegetali del territorio. Nostri obiettivi sono la conservazione della biodiversità locale – abbiamo anche una spermoteca per la conservazione dei semi - e l’educazione ambientale”. Si cammina tra una pineta di pino laricio, querceti di varie specie, un bosco di betulla (sull’Etna cresce una specie endemica), una faggeta e circa 200 aiuole nelle quali le piante sono disposte per piani altitudinali, ovvero secondo la quota a cui crescono in natura; tra i settori più singolari, tipici del luogo, una grotta lavica con vari adattamenti della vita vegetale e superfici laviche con stadi diversi della colonizzazione vegetale, dove crescono molte specie endemiche del vulcano, come la viola dell’Etna, il senecio dell’Etna e il cerastio dell’Etna.

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