Biblioteca Nazionale di Napoli Vittorio Emanuele III
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Biblioteca Nazionale di Napoli Vittorio Emanuele III
Panoramica
"La Biblioteca Nazionale ""Vittorio Emanuele III"" di Napoli è un istituto pubblico dipendente dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Direzione Generale Biblioteche ed Istituti Culturali ed è considerata come la maggiore biblioteca italiana dopo quelle nazionali centrali di Roma e Firenze. Il suo patrimonio è formato da circa 19.000 manoscritti, 4.563 incunaboli, 1.792 papiri ercolanesi, 1.800.000 volumi a stampa e 8.300 testate di periodici. Un patrimonio di grande rilievo che, per la completezza e la varietà di tipologia, mette a disposizione vari itinerari di ricerca e comprende l’esclusiva biblioteca rinvenuta nell’antica Ercolano che contiene l’opera di Epicuro ""Sulla natura"" e costituisce il fondo librario più antico che si conserva nelle biblioteche italiane e straniere, il ricco e meraviglioso nucleo dei codici miniati aragonesi, le splendide collezioni Farnesiana e Brancacciana, le biblioteche degli ordini religiosi soppressi, le raccolte pubbliche e private giunte a più riprese nel patrimonio della nazionale, le diversificate e ancora poco conosciute collezioni iconografiche e le testimonianze autografe di autori come Tasso, Vico, Leopardi. Visto lo spessore e la consistenza del patrimonio letterario, la Biblioteca Nazionale di Napoli è suddivisa in sezioni specialistiche in funzione della natura bibliografica e storica dei documenti ed è possibile consultare il sito web http://www.bnnonline.it per avere informazioni sugli orari e modalità d’accesso. Dal 1990, l’Istituto ha avviato una catalogazione elettronica dei documenti nel catalogo collettivo del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) accessibile online all’indirizzo http://opac.bnnonline.it/. La Biblioteca Nazionale di Napoli si propone di valorizzare i suoi notevoli e pregiati fondi manoscritti e a stampa organizzando un’intensa attività espositiva ed un fitto programma di incontri, presentazioni, seminari, tavole rotonde e convegni, in collaborazione costante con gli altri istituti culturali della regione, con gli Enti politici territoriali, con la scuola e con l’università, e con le rappresentanze politico-culturali straniere. Gran parte delle iniziative vengono ospitate nella meravigliosa sala Rari caratterizzata da un soffitto decorato con stucchi dorati. Per quanto riguarda le notizie storiche e artistiche, la Biblioteca Nazionale ha sede nell’ala orientale del Palazzo Reale, che si riconosce per gli ampliamenti settecenteschi, probabilmente di Ferdinando Fuga (1758 circa). L’attuale sala di lettura, allestita con armadi in noce ed oro, era il maestoso salone da ballo dei borboni che componeva, con le sale limitrofe, i saloni delle feste dei regnanti. Qui l’uso fittissimo di stucco a bassorilievo, bianco e oro, dei napoletani Gennaro Aveta, Costantino Beccalli e De Crescenzo dà l’impronta alla decorazione. Nella sala di distribuzione, gli ovati a tempera su intonaco di Camillo Guerra riproduce allegorie delle quattro età dell’uomo come quattro età dell’amore ""Primavera: Zefiro e Flora"", ""Estate: Galatea"", ""Autunno: Bacco e Arianna"", ""Inverno: Orizia e Borea""; certificate nel 1852, mostrano gli sviluppi illustrativi dell’estremo neoclassicismo napoletano, il quale, in forme diversificate, era stato diffuso negli anni ’80 del settecento dai neoclassici tedeschi, attivi a Napoli. La seconda anticamera, che affaccia sul cortile che anticamente era delle rimesse, è decorata con altorilievi in stucco che riproducono il fregio marmoreo dell’”Entrata trionfale di Alessandro a Babilonia"" di B. Thorwaldsen al Quirinale napoleonico. La parete centrale presenta panoplie ad alto rilievo, similari alla decorazione dello scalone principale di palazzo reale, che conduce all’appartamento storico. Le successive sale sono decorate, all’altezza dell’imposta della volta e al centro della medesima, da stucchi di impronta neoclassica, nello specifico quella di bibliografia è ornata da decorativi rosoni in corrispondenza, un tempo, dei lampadari. Persino gli intagli delle porte a palme affrontate ad un rosone, in oro su fondo bianco, richiamano il gusto neoclassico e al design raffinato dell’architetto di corte. Sono presenti decorazioni di stampo pompeiano di Salvatore Giusti nelle sale dei piani superiori, in cui un tempo c’erano gli appartamenti ottocenteschi di abitazione, precisamente nelle stanze della regina Maria Teresa; invece, nello studio di Ferdinando II Borbone, ora “sala d’Africa”, sono presenti tempere neogotiche (Le storie di Carlo d’Angiò di Camillo Guerra). Per quanto riguarda la storia della Biblioteca Nazionale, la sua fondazione risale agli ultimi decenni del XVIII secolo, quando - in applicazione di un regio decreto - si cominciarono a disporre nel Palazzo degli Studi, attualmente sede del Museo Archeologico, le raccolte librarie fino a quel momento custodite nella Reggia di Capodimonte. Tra queste è presente la famosa libreria farnesiana, trasportata nella nostra città nel 1734 per decisione di Carlo di Borbone, figlio ed erede di Elisabetta Farnese. Il progetto della Biblioteca partì nel 1784 ma ci vollero molti anni per sistemare e catalogare il ricco materiale librario che, nel frattempo, era sempre più accresciuto sia con i fondi provenienti dalla soppressione degli ordini religiosi sia con l’acquisizione di biblioteche di privati. Il 13 gennaio 1804 la Biblioteca, che aveva preso il nome di Reale Biblioteca di Napoli, fu aperta al pubblico sotto il regno di Ferdinando IV di Borbone, nel 1816 divenne Reale Biblioteca Borbonica e soltanto nel 1860, con decreto n.130 del 17 ottobre, fu dichiarata Biblioteca Nazionale. Dopo l’unità di Italia, fu, ancor di più, arricchita tramite i fondi provenienti dalla seconda soppressione degli ordini religiosi e con rilevanti doni e lasciti, tra cui si ricorda il legato dei manoscritti leopardiani di Antonio Ranieri e la biblioteca teatrale Lucchesi Palli. Nel 1910 fu congiunta alla Biblioteca l’Officina dei papiri ercolanesi, costituita da Carlo di Borbone allo scopo di conservare e svolgere i papiri provenienti dagli scavi di Ercolano del 1752-1754. Nel frattempo, l’antica sede del Palazzo deli studi era diventata inadatta alle dimensioni e alle necessità di una Biblioteca che si era così tanto arricchita nel corso del tempo. Nel 1922, la Biblioteca fu trasferita a Palazzo Reale in Piazza del Plebiscito, grazie all’interesse mostrato da Benedetto Corce. Proprio in quegli anni, furono annessi anche la Biblioteca del Museo di San Martino, la Brancacciana, la Provinciale, la San Giacomo e, in seguito al trattato di Saínt Germain ed alla convenzione artistica di Vienna, numerosi preziosissimi manoscritti, che nel 1718 Carlo VI d’Asburgo aveva di forza fatto trasferire a Vienna e che comunemente sono chiamati ""ex viennesi"", furono fatti ritornare a Napoli. La Biblioteca ha subìto gravi danni durante la Seconda Guerra Mondiale, minando l’integrità delle strutture e delle raccolte librarie. Grazie alle vigorose iniziative di tutela e salvaguardia messe in atto dall’allora direttrice Guerriera Guerrieri, la quale trasferì i manoscritti, i libri più rari e significativi, parte dei cataloghi in paesi più sicuri dell’entroterra, permisero che la Biblioteca potesse superare quei momenti difficili. Nel 1945 si ebbe la possibilità di riaprirla al pubblico, per merito anche della costante attenzione e dell’autorità di Benedetto Croce, esattamente nelle condizioni che ancora la Biblioteca conserva oggi. Negli ultimi anni, l’Istituto si è notevolmente arricchito di preziose collezioni private e di tutta una serie di acquisizioni finalizzate alla documentazione ed alla valorizzazione della cultura meridionale in tutti i suoi vari aspetti. A causa del terremoto del 23 novembre 1980, la Biblioteca ha subito anche gravi danni nel momento in cui si ebbe la necessità di sgomberare tutta l’ala verso il mare, fortemente lesionata, e di trasferire il materiale librario e le relative sezioni in altre parti dell’edificio. Nel 1990 la Biblioteca ha aderito al Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), progetto con il fine di realizzare una rete automatizzata di biblioteche, per lo scambio delle informazioni bibliografiche e per la circolazione dei documenti. In prossimità dei suoi locali è stato istallato il centro elaborazione dati cui sono già collegate molte biblioteche dell’area meridionale."
Orari
Lunedì - Venerdì
08:30 am-07:00 pm
Sabato - Domenica
Chiuso
Alcune informazioni sono fornite da:
Biblioteca Nazionale di Napoli Vittorio Emanuele III
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