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Abbazia di San Liberatore a Majella

Panoramica

L’abbazia segna la fine del Cammino Classico di Celestino. Si tratta di uno dei più importanti esempi di architettura romanica abruzzese. La fondazione del monastero benedettino è legata a moltissime leggende. Una delle più antiche racconta di due patrizi romani che donarono le terre a San Benedetto per la costruzione dell’insediamento. Un’altra riferisce che il complesso fu edificato da Carlo Magno in seguito alla sua vittoria contro le forze longobarde nel 781. Il dato storico è che nel 888, nel territorio dell’Abruzzo teatino era già presente una comunità di monaci, come attestato dal Memoratorium dell’abate Bertario sui beni di Montecassino.

Nel 990 un terremoto distrusse quasi completamente il monastero, ma grazie all’interesse dell’abate Teobaldo, nominato nel 1007, presero vita i lavori di restauro e ampliamento. L’elezione di Desiderio come abate di Montecassino, nel 1058, diede il via a lunghi secoli di controversie intorno ai beni del monastero. Nel XIX secolo l’edificio appariva in stato di abbandono, ma nel 1958-59 e nei successivi anni partirono le opere di restauro per recuperarne l’aspetto originario, purtroppo segnato da interventi di discutibile qualità.

La chiesa, superstite con il campanile del monastero, è caratterizzata da una facciata a capanna in cui si aprono i tre portali risalenti all’opera dell’abate Desiderio (XI secolo) e all’epoca angioina. Il retro è arricchito da tre absidi. L’interno a tre navate è essenziale, con un soffitto con capriate di legno e le navate con capitelli d’ispirazione classica, ma custodisce, tra le altre cose, un mosaico cosmatesco del 1275 e il bell’ambone ricostruito con bassorilievi del XII secolo.

Abbazia di San Liberatore a Majella
Contrada S. Liberatore, 65025 Serramonacesca PE, Italia
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