Casa del Petrarca ad Arquà Petrarca
La casa in cui Francesco Petrarca visse i suoi ultimi giorni, è conservata come allora, con oggetti personali e cimeli che raccontano l’esistenza del Poeta aretino.
Nonostante la Casa del Petrarca abbia subito notevoli modifiche, la sua attuale sistemazione risale ai restauri avvenuti tra il 1919 e il 1923 quando il Comune di Padova, in accordo con la Soprintendenza ai Monumenti, fece ripristinare tra gli aspetti più importanti l’ingresso originario e ricostruire le finestre gotiche.
I RESTAURI NEL TEMPO
La struttura originaria era del ’200 e fu lo stesso autore de “Il Canzoniere” a presiedere i lavori di restauro a partire dal 1369, quando gli fu donata dal Signore di Padova Francesco il Vecchio da Carrara.
Ciò che rimane immutato nei secoli, è il potere evocativo suscitato dalla stessa casa e dal paesaggio che gli si distende davanti, lo stesso ammirato dal Poeta.
Tra le altre modifiche, il Poeta decise di aprire alcune finestre sulla facciata e ne fece un unico alloggio con due unità abitative riservando come abitazione per sé e per la propria famiglia il piano superiore dell’edificio posto sul versante di sinistra, mentre riservò alla servitù e ai servizi l’edificio di destra, sito in alto, dove si trovava anche l’ingresso principale.
Petrarca si dedicò anche all’abbellimento del suo studio, alla cura del giardino e del suo orticello, dove amava trascorrere parte delle sue giornate.
Attualmente sono ancora conservati lo studio in cui morì il poeta, con sedia e libreria, molto probabilmente originarie, e la nicchia in cui è custodita la mummia della gatta che si dice fosse appartenuta al Poeta.
TUTTI I PROPRIETARI DAL PETRARCA AI NOSTRI GIORNI
Dopo la morte, avvenuta nel 1374, l’edificio e la sua biblioteca vennero ereditati dal genero Francescuolo da Brossura.
Nel ‘500 divenne proprietario il nobile padovano Pietro Paolo Valdezocco; è in questo periodo che vengono costruite la loggetta di stile rinascimentale e la scala esterna ed è soprattutto allora che vengono dipinte le pareti con tempere rappresentati scene ispirate alle opere del Poeta: al Canzoniere, ai Trionfi e all’Africa.
Seguirono poi anni di degrado, anche se la casa continuava ad essere meta di personaggi famosi quali l’Alfieri ed il Foscolo. La proprietà passò alla famiglia Giustinian ed altre famiglie veneziane, per essere infine donata dal Cardinale Silvestri al Comune di Padova nel 1875, con la clausola di non concedere a nessuno di abitarvi.