Umbertide, la città del re
La partenza è da Umbertide, città di rilevante interesse storico e artistico. Percorrendo la Statale del Niccone, entrate nell’Alta Valle del Tevere, attraversando piccole frazioni e costeggiando il fiume. Il nome originario della cittadina è Fratta, ma nel 1863 è cambiato in Umbertide per omaggiare Umberto di Savoia e per ricordare la tradizione storica, secondo cui la località è stata ricostruita sulle macerie di Pitulo dagli antenati del principe. Ammirate la Rocca Medievale risalente al 1385, oggi centro per l’arte contemporanea, la Chiesa di Santa Maria, custode di un affresco del Pinturicchio, e la Chiesa Museo di Santa Croce, con la deposizione di Luca Signorelli.
Dopo la pedalata, rifocillateci con i gustosi piatti tipici, optando per il filetto di persico alle erbe, l’omelette ai tartufi e gli spaghetti al tartufo nero. Spazio anche al dolce con i tozzetti da inzuppare nel vino.
Gubbio, tra arte e folklore
Lasciata Umbertide, affrontate la prima difficile salita: 11 chilometri, con pendenze impegnative dell’11% e del 15%, per arrivare in cima al Monte Ranchio. Scendete verso Mocaiana e, percorrendo la strada lungo la valle, arrivate a Gubbio. La cittadina ha un’origine antica, come testimoniano le Tavole Eugubine, scritte in lingua umbra e risalenti al III-I secolo a.C.
Tra le meraviglie di Gubbio c’è Piazza della Signoria, terrazza che si affaccia sulla città, e la Fontana dei Matti, davanti al Palazzo del Bargello. Ma Gubbio è nota anche per aver ospitato San Francesco, che proprio qui ammansì un lupo feroce: secondo la tradizione, la chiesa dedicata al Santo è stata eretta proprio sulla dimora del lupo e un monumento posto lì di fianco commemora l’episodio. Nota per la Festa dei Ceri, che vede il 15 maggio trasportare in corsa tre Ceri coronati dalle statue di Sant’Ubaldo, patrono di Gubbio, San Giorgio e Sant’Antonio Abate, la cittadina è diventata celebre anche perché ospita l’albero di Natale più grande al mondo, un allestimento di luci che decora il Monte Ingino fino alla sua cima.
Terminate la visita della città a tavola, con gli arrosti alla brace, la crescia al panaro e il friccò, tra gli aromi del tartufo bianco e nero.
Monte Cucco, su sentieri e mulattiere
Da Gubbio affrontate la seconda difficoltà del percorso: 6 chilometri per raggiungere il valico di Madonna della Cima a 770 metri di altitudine, con un dislivello tra il 15 e il 17%. Scendete nel piccolo comune di Scheggia ed entrate nel Parco Regionale del Monte Cucco, tra valli, guglie, pinnacoli, terrazzamenti, cui si alternano boschi di faggete e lecci, gole e forre millenarie. Vi divertirete non poco in sella alla vostra mountain bike, grazie a una fitta rete di sentieri e mulattiere che si aprono a numerosi percorsi, per ogni tipo di difficoltà. Se poi siete amanti delle competizioni, non perdete a giugno la Gran Fondo del Monte Cucco: 45 chilometri per 1750 metri di dislivello.