Cattedrale di Trani, gioiello romanico in riva al mare
Se mai vi capitasse di arrivare a Trani via mare all’alba, vi si staglierebbe di fronte come una visione onirica.
La cattedrale di San Nicola Pellegrino di Trani infatti occupa una splendida e isolata posizione su un vasto piazzale, che la fa apparire appesa tra mare e cielo, inondata di luce. Capolavoro dello stile romanico pugliese, perfetta sintesi di tre elementi - chiesa, cripta e ipogeo - a cui si affianca un elegante campanile, è la prima cosa da vedere se siete in visita in città.
Tre chiese per un luogo sacro
Quando vi lasciate alle spalle il centro storico e il vivace porto, la vedete sorgere dal mare, in una posizione che ne esalta la sacralità. Costruita su una precedente cattedrale paleocristiana del V secolo d.C., demolita per accogliere le spoglie di San Nicola Pellegrino morto in città nel 1094, la cattedrale, iniziata alla fine del XI secolo, fu rivestita con la pietra di Trani, un marmo locale leggermente rosato, che dona luminosità alla costruzione.
L’impresa, per l’epoca, fu alquanto ardita, anche solo per la sfida di costruire in riva al mare e di isolare le fondamenta dalle acque e vide tutta la comunità impegnata per lunghi decenni.
Un’opera come la cattedrale di Trani, inoltre, è lì a testimoniare che in città erano presenti artisti e maestranze di grande capacità, spessore culturale e raffinato gusto artistico.
Scendete nella cripta-non-cripta: la luce arriva fin qui
Sulla facciata, una doppia scalinata conduce al ricco portale d'ingresso, affiancato da arcate cieche: più in alto la facciata presenta solo 3 finestre a tutto sesto, un rosone e un’ape.
All’interno, la chiesa superiore è divisa in 3 navate sovrastate da matronei che ricevono la luce dal finestrone absidale. Dal fondo della chiesa si può scendere nella cripta di Santa Maria della Scala, un ambiente in realtà molto luminoso e alto, quindi poco assimilabile al concetto di cripta, con 28 colonne di marmo che sorreggono eleganti volte a crociera.
Da qui, infine, si scende ancora - e siamo a un metro e mezzo sotto il livello del mare - all’ipogeo di San Leucio, che fungeva da sacello della chiesa paleocristiana: si tratta di un piccolo ambiente con volte a botte, di età longobarda che era stato costruito per accogliere le reliquie del santo.
Il portale in bronzo firmato dall’artista
Il grande portale in bronzo con 32 formelle modellate a bassorilievo con soggetti sacri e profani è opera di Barisano da Trani, importante scultore del XII secolo. L’originale, da poco restaurato, è conservato all’interno della cattedrale, mentre all’esterno c’è una copia del 2012.
Il campanile smontato e rimontato
L'elegante campanile alto 59 metri, opera di Nicolaus sacerdos protomagister, e concluso poco dopo la metà del Trecento, ha la particolarità di avere un arco a sesto acuto alla sua base, elemento che, se ne alleggerisce e slancia la forma, lo rende però poco stabile. Probabilmente l’arco serviva per permettere un passaggio verso altri edifici non più esistenti. I problemi statici si sono evidenziati già nel Settecento, ma è solo alla fine dell’Ottocento che viene rafforzato il basamento, con un intervento che però non si rivelò risolutivo.
Nel 1957 la Soprintendenza decise di intervenire radicalmente per salvare l’opera - e l’incolumità pubblica - smontando a uno a uno i conci di pietra del campanile per rifarne le fondamenta e incorporare nel basamento una struttura di cemento armato. Così rinforzato e stabilizzato, il campanile della cattedrale di Trani non teme più le insidie del tempo.