Porta Testa: il punto di ingresso nella storia
La storia di Finale e del Marchesato del Carretto è rimasta intatta nel tempo, con la magia di Finalborgo, un gioiello a pochi passi dal mare che incanta con la sua atmosfera medioevale. Uno dei “borghi più belli d’Italia”, fu terra di confine ai tempi dei Romani e centro amministrativo del marchesato dei Del Carretto tra il XIV e il XVI sec. Chiuso tra mura medievali ancora ben conservate, intervallate da torri semicircolari e interrotte solo in corrispondenza delle porte, ognuna con la sua storia leggendaria.
Porta Reale (del 1702 accanto alla quale è possibile osservare un grande stemma in rilievo dei Del Carretto), Porta Romana, Porta Testa (del 1452) e Porta Mezzaluna (più in alto verso Forte San Giovanni), le torri semicircolari che interrompevano a tratti le mura (la più bella è visibile sul lato sud), il Borgo conserva le caratteristiche di abitato fortificato nella sua struttura Quattrocentesca, posteriore alle distruzioni conseguenti alla guerra con Genova (1448).
La più memorabile è senz’altro la medioevale Porta Testa, l’entrata al Borgo arrivando dal mare, si apre sul lato occidentale delle mura, dalla quale usciva la strada storica di collegamento sia con Gorra e il passo del Melogno, che con la valle di Calice.
Il suo nome deriva da un macabro rituale dell’epoca: qui venivano esposte le teste dei condannati per decapitazione.
La porta fu costruita da Giovanni I Del Carretto nel 1452, come ricorda l’iscrizione in caratteri gotici posta sul margine del concio centrale dell’arco: Mar(chi)o·Io(hannes)·An(n)o·D(omi)ni-M·]C·C·C·C·LII:·die·X·iunii· [(Fece) il marchese Giovanni, nell’anno del Signore 1452, il giorno 10 di giugno].
In alcuni documenti è anche denominata come porta San Giorgio nella carta di Finalborgo di Matteo Vinzoni del 1773, o come porta del Bastèro o dei Viglieri.
Nel XVII secolo la porta era protetta da un possente bastione circolare demolito al momento della costruzione del nuovo ponte sul Pora nel 1827.
La porta fu ampiamente rimaneggiata alla fine del XIX secolo con la sovrapposizione della torretta campanaria e l’aggiunta di una campana e dell’orologio nel 1909. Uno stemma della Comunità del Borgo fu dipinto in facciata, mentre nella parte interna realizzato un affresco raffigurante la Madonna tra i Santi Biagio e Nepomuceno.