Il borgo è celebre per l’arte della ceramica, fin dal XVI secolo, anche grazie alla disponibilità della materia prima ricavata dai depositi di terra rossa e cave di terra bianca di cui è ricco l’entroterra. La decorazione più tipica è la monocromia azzurra, che si diffuse a partire dalla prima metà del ‘600. Nel centro storico, ma anche in altri siti più decentrati, si snoda il percorso di visita del MuDA - Museo diffuso Albisola, dedicato alla fervida stagione artistica del XX secolo delle due Albisole. Il giro inizia dal bel lungomare degli Artisti, decorato da una deliziosa pavimentazione a mosaico di grès ceramico, alla cui realizzazione concorsero dal 1963 pittori e scultori di fama internazionale. Si prosegue fino a Pozzo Garitta, un’antica piazzetta sede ancora oggi di fornaci e studi artistici tra cui di Lucio Fontana, creatore dello spazialismo. In via Stefano Grosso sorge la Fornace Alba Docilia, antica fabbrica attiva dai primi anni del XVII secolo fino al 1982: oggi riqualificata in spazio espositivo, ospita una mostra permanente di Macachi, le tradizionali statuine da presepe albisolesi. Nella piazzetta di fronte alla fornace, il Muro Raku richiama l’antica tecnica giapponese di lavorazione della ceramica: 1200 mattonelle realizzate da 77 artisti formano un mosaico di 32 m in cui le singole personalità concorrono a un unico grande caleidoscopio di colori e forme. In via dell’Oratorio, il Centro Esposizioni MuDA racchiude opere di artisti del ‘900, tra cui Lucio Fontana, Wifredo Lam, Agenore Fabbri, Emanuele Luzzati.
Nell’ambito della produzione ceramica, la Fondazione Museo Giuseppe Mazzotti 1903, con il suo suggestivo giardino-museo, accoglie oltre 50 opere novecentesche in ceramica tra cui, al centro del prato, il grande Coccodrillo di Lucio Fontana del 1936. Il percorso dedicato all’arte e alla ceramica si conclude alla Casa Museo villa Jorn, in località Bruciati, residenza dell’artista Asger Jorn (1914-73), che custodisce quadri, ceramiche, sculture e opere murali. Sempre nel centro storico, la composita chiesa di Nostra Signora della Concordia, preceduta da una deliziosa piazzetta con acciottolato moderno, conserva una cassa processionale del Maragliano e una Natività in formelle di ceramica policroma alta circa 2 m del 1576. Al limite del paese, la settecentesca villa Faraggiana, incorniciata da un rigoglioso giardino all’italiana popolato da cedri, magnolie e alberi di canfora, conserva nei sontuosi ambienti sculture, stucchi, maioliche e mobili ottocenteschi dell’ebanista inglese Henry Thomas Peters.