Trail dei Papi Gravel
10 minuti
Promuovere la conoscenza del territorio laziale, dei grandi e piccoli centri urbani impregnati di storia e cultura e far conoscere le eccellenze enogastronomiche e l’ospitalità laziale. Sono questi gli obiettivi del Trail dei Papi, la manifestazione cicloturistica, che si snoda per circa 600 km con circa 8000 metri di dislivello, che toccherà le province di Roma, Viterbo e Frosinone facendo tappa nelle principali città legate al Papato.
Il percorso, strutturato in una unica tappa, permette ad ognuno di pianificare le soste in base al proprio livello di allenamento. I partecipanti potranno conoscere grandi e piccoli centri urbani ricchi di storia e cultura, immergersi nella natura dei parchi regionali, patrimoni UNESCO e degustare le eccellenze enogastronomiche del Lazio, il tutto con una particolare attenzione all’inclusione e all’ecosostenibilità.
Una occasione unica per scoprire un Lazio inedito, percorrendo strade secondarie e poco trafficate, tra paesaggi mozzafiato e borghi incantati.
Bracciano
Sorto sulle alture dei Monti Sabatini nel cuore della Tuscia Romana, Bracciano, poggia sulla cresta occidentale dall’antico vulcano Sabatino, da cui si è originato il suo lago. Concesso come feudo da Papa Martino V alla famiglia Orsini nel 1419, il borgo visse una nuova fioritura. Venne ricostruito il castello, distrutto dalle incursioni saracene, e venne impreziosito con gli affreschi di Antoniazzo Romano.
Alla fine del Cinquecento Paolo Giordano Orsini, investito del titolo di Duca da papa Pio IV, fece costruire un acquedotto per alimentare le nuove attività economiche da lui impiantate, come la lavorazione del ferro e dello zolfo e la lavorazione degli arazzi. Bracciano è un borgo senza tempo, immerso in un territorio antico che ci parla della geologia del luogo e della perizia con cui l’uomo ha saputo domarne le forze.
Viterbo
Fondata dagli Etruschi, Viterbo è stata una città ricca e potente. Posto a 326 m s.l.m, vanta il primato del centro storico medievale più grande d’Europa.
Tra il 1200 e il 1300 divenne sede preferita di molti papi in quanto, controllando quasi 50 castelli, offriva rifugio dalle rivolte e dalla corruzione di Roma. Definita a ragione la “Città dei papi”, racconta la sua lunga e gloriosa storia nell’architettura e nell’arte, nonché attraverso il Museo del Colle del Duomo e quello Civico.
Viterbo è ricordata come città del Conclave: alla morte di Clemente IV i cardinali riuniti in città non riuscivano a trovare un accordo per l’elezione del nuovo pontefice finché il popolo di Viterbo non decise di pressare un po’ i tempi e, sbarrate le porte del Palazzo dei Priori, lasciarono i porporati “clausi cum clave” e nutriti a pane ed acqua finché si accordarono per l’elezione di Gregorio X.
La grande religiosità locale si esprime ogni 3 settembre con la “Macchina di Santa Rosa”, una spettacolare processione che vede sfilare tra i vicoli del centro storico la monumentale macchina processionale nota in tutto il mondo.
Immergendosi nelle vie del quartiere di San Pellegrino ci si inoltra appieno nella Viterbo medievale con le tracce della sua storia millenaria.
Una eccezionale gastronomia, la presenza delle salutari terme e un territorio pieno di natura e borghi meravigliosi sono di certo l’invito a visitare questo meraviglioso angolo laziale.
Montefiascone
Importante cittadina dell’Alta Tuscia Viterbese a 592 m. s.l.m., si trova a circa 5 km a est del Lago di Bolsena, circondata dal tipico paesaggio della Tuscia.
Comune più alto della provincia di Viterbo, il borgo è situato nella parte sudorientale della caldera dei Monti Volsini e gode di un grandioso panorama su buona parte del Lago di Bolsena che gli ha fatto guadagnare l’appellativo di Belvedere della Tuscia.
Il territorio ricco di tufo ha favorito lo sviluppo della coltivazione della vite. La leggenda narra che nel 1111, quando Enrico V di Germania si dirigeva a Roma per essere incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero. Il vescovo Johannes Defuk al suo seguito, grande amatore di vino, aveva ordinato al servo Martino di precederlo lungo il cammino e individuare le taverne con il miglior vino segnalandole con la scritta “Est” (ovvero “C’è”, riferendosi al vino buono). E così fece.
Acquapendente
Immerso nelle colline dell’Alto Lazio al confine con la Toscana, Acquapendente si trova nella provincia di Viterbo a 420 m. s.l.m.
Attraversato dall’antica Via Cassia, e conosciuto come “La Gerusalemme d’Europa”, il borgo di Acquapendente deve il suo nome alla presenza di numerose cascate che confluiscono nel Fiume Paglia.
Immerso nel contesto paesaggistico e naturalistico della Tuscia Viterbese, il borgo ha una incredibile vocazione turistica e, pur essendo di modeste dimensioni, è la meta ideale per chi ama la storia, il relax e il benessere spirituale.
Bagnoregio
Circondato da un paesaggio magico, surreale e fantastico, Civita di Bagnoregio è un borgo situato sulla vetta di un’altura di tufo e raggiungibile solo attraverso uno stretto ponte pedonale dal quale si gode di uno dei panorami più spettacolari di tutto il Lazio.
La costante erosione delle rocce di tufo su cui si trova ha meritato a Civita il soprannome di “la città che muore”. Le origini della cittadella, a metà strada tra Orvieto e il lago di Bolsena, risalgono al periodo etrusco e, sospesa nel tempo e nello spazio, Civita di Bagnoregio è senza dubbio uno dei borghi medioevali italiani più belli e caratteristici.
Visitare questa incredibile città durante le giornate di nebbia vuol dire vivere una esperienza unica, l’abitato sembra infatti letteralmente sospeso nel vuoto.
Caprarola
Immerso nella verdeggiante “Tuscia Viterbese” a 493 m. s.l.m., Caprarola è un gioiello un po’ nascosto della provincia di Viterbo. Il territorio, anticamente occupato dagli Etruschi, offre uno dei più straordinari spettacoli naturali del Lazio: dai monti Cimini, sistema montuoso di origine vulcanica coperto di rigogliosi e fitti boschi, all’affascinante Lago di Vico testimone dell’antichissima attività vulcanica che caratterizzò e plasmò questi luoghi. Dominata dall’imponente Palazzo Farnese, Caprarola è un unicum di bellezza e monumentalità. Costruito nel Cinquecento per volontà del cardinale Alessandro Farnese, il palazzo influenzò la profonda rinascita culturale e artistica. Alle porte di Caprarola si estende la Riserva Naturale del lago di Vico circondata da secolari boschi di querce e faggi.
Nepi
L’antica città di Nepet, nome etrusco di Nepi, richiama la preziosa presenza di acqua nell’area dell’Agro Falisco stretta tra i monti Sabatini a sud, dai monti Cimini a nord e dalla valle del Tevere a est. L’abitato trova origine già dall’VIII secolo a.C. come parte integrante del territorio Narcense e successivamente Etrusco fino a diventare “municipium” romana. Divenuta sede vescovile nel IV secolo, fu oggetto di numerosi saccheggi durante le invasioni barbariche. Nell’VIII secolo d.c. il Duca di Nepi discese a Roma con un forte esercito e convinse i prelati riuniti in Conclave a nominare Papa suo fratello col nome di Costantino II. Costituitosi Libero Comune nel 1131, Nepi appoggiò l’Imperatore nelle lotte contro il Papato e, dopo alterne fortune, divenne possedimento feudale e venne concessa nel tempo agli Orsini, ai Colonna, ai Borgia e agli Sforza. Nel 1499 il Papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia) tolse Nepi agli Sforza e la donò alla figlia Lucrezia che la amministrò egregiamente.
Civita Castellana
A metà strada fra il Viterbo e la Città Eterna, Civita Castellana è un borgo arroccato lungo la Via Flaminia a 145 m. s.l.m. Con una storia di oltre tremila anni, il borgo, che vanta un interessante patrimonio archeologico, artistico e culturale, si staglia all’interno di un paesaggio caratterizzato dall’abbondante presenza di tufo rosso, generato dalle eruzioni del Vulcano Vicano.
La Rocca, conosciuta anche come Forte Sangallo, fu costruita per volontà del famigerato papa Alessandro VI Borgia, negli ultimi anni del 1400. Un tempo residenza papale e carcere, oggi la fortezza è sede del Museo Nazionale Archeologico dell’Agro Falisco che ospita antichi cimeli, veri e propri tesori rinvenuti nel territorio circostante.
Tivoli
Adagiato sull’ultima propaggine dei Monti Lucretili a 235 m. s.l.m., la Città di Tivoli gode dello splendido paesaggio naturalistico alle sue spalle e del meraviglioso affaccio sulla pianura romana. Caratterizzato da un territorio abbastanza eterogeneo, l’abitato si snoda tra il suggestivo patrimonio montuoso e il corso del fiume Aniene che qui frena la sua corsa formando delle cascate.
La posizione strategica, la presenza del Santuario di Ercole Vincitore, uno dei più importanti della romanità, e delle terme di acqua sulfurea se, hanno fatto si che, già durante l'Impero Romano, questo luogo venisse scelto dall'aristocrazia romana e dagli imperatori stessi, come luogo di residenza., come dimostrano le tante ville disseminate nel territorio e, in special modo, la Villa di Adriano.
Nel 1550 Papa Giulio II nomina il Cardinale Ippolito II d’Este come governatore della città e questo sarà per Tivoli l’inizio di una rinascita culturale e artistica senza eguali. Il Cardinale Ippolito, uno dei porporati più potenti d’Italia, è il papa mancato del lungo conclave del 1550 e, nonostante non raggiunse la tiara papale, visse a Tivoli come un grande mecenate. Arrivato in città si rifiutò di alloggiare nella residenza dei governatori nell’ala del Convento annesso alla Chiesa di Santa Maria Maggiore e chiamò i migliori artisti che c’erano in circolazione in quel periodo e nel 1560 diede avvio ai lavori della grandiosa Villa D’Este che divenne la residenza estiva del Cardinale.
Subiaco
Adagiato su un colle roccioso nell’alta Valle dell’Aniene a 408 m s.l.m., Subiaco, è uno dei centri più importanti del Lazio per il grande richiamo religioso dei suoi monasteri, la bellezza dei suoi monumenti e il fascino della natura circostante. Il corso del fiume Aniene che scorre ai piedi del paese ha notevolmente condizionato il suo sviluppo storico e ha favorito i primi insediamenti umani.
Scelto da San Benedetto che qui soggiornò e fondò numerosi monasteri, Subiaco visse secoli di gloria sotto la guida, spirituale e temporale, del suo abate commendatario.
La città, culturalmente arricchita dalla presenza di una biblioteca e dello scriptorium monastico, detiene il primato della stampa: probabilmente su invito del cardinale Nicola Cusano, i due chierici Arnold Sweynheym e Conrad Pannartz, già tipografi a Magonza, raggiungono nel 1464 Subiaco e vi impiantano la prima tipografia d’Italia.
Nel 1773 il potere spirituale passò a Giovanni Angelo Braschi, eletto poi Papa Pio VI, che operò molto per lo sviluppo di Subiaco, ampliò e trasformò la cartiera, istituì la Biblioteca pubblica, restaurò la Rocca dei Borgia, fece costruire il Seminario e rese carrabile l’antica via Sublacense. La popolazione di Subiaco, riconoscente, gli dedicò l’“Arco Trionfale”, inaugurato nel 1789.
Pio VI chiamò a Subiaco, per il cantiere della Cattedrale di Sant'Andrea, i più grandi artisti che gravitavano al tempo nella Città Eterna, portando nella Valle dell'Aniene una ventata di quel "Barocchetto romano" che aveva tradotto, in un linguaggio più "italiano", la maniera del Rococò d'oltralpe.
Anagni
Posta a 424 m s.l.m., Anagni è una città della Ciociaria nota come la "città dei Papi" per aver dato i natali a quattro pontefici (Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII). In particolare, il nome di Anagni è legato alle vicende di Papa Bonifacio VIII e all’episodio noto come Lo Schiaffo di Anagni. Situata su un colle nella media valle del Sacco, Anagnia era l’antica capitale degli Ernici, annoverata dalla leggenda tra le cinque città laziali fondate dal dio Saturno: le “città saturnie” (Anagni, Alatri, Arpino, Atina e Ferentino, quest’ultima detta anche Antino).
Colleferro
Piccola cittadina in provincia di Roma, Colleferro ha origini antiche, risalenti all’età del bronzo e del ferro. Il toponimo potrebbe indicare, infatti, un luogo di estrazione e lavorazione del ferro mentre il nucleo originario è probabilmente da identificarsi con l’antica Verrugo, a lungo contesa tra i romani e i volsci Nel territorio di Colleferro, secondo gli storici latini Appiano e Plutarco, si svolse la battaglia decisiva della guerra civile: nell’82 a.C. le fazioni guidate da Gaio Mario e da Lucio Cornelio Silla si affrontarono con la vittoria di quest’ultimo. Entrata nel IX secolo d.C. nel Patrimonio di San Pietro, la città divenne possedimento di alcune tra le nobili famiglie romane come i Salviati, i Borghese e infine i Dora Pamphili. Durante la Seconda guerra mondiale Colleferro subì enormi danni e venne quasi completa ricostruito. A pochi passi dal centro abitato, lungo la via Casilina, sono ancora visibili i resti delle mura duecentesche e i ruderi del castello di Piombinara eretto nell’XI secolo.
Castel Gandolfo
Borgo nel cuore dei Castelli Romani a 426 m. s.l.m., la bellezza di Castel Gandolfo è stata certificata dal riconoscimento come uno dei borghi più belli d’Italia. Residenza papale estiva, secondo alcuni storici il sito dell’odierna città coinciderebbe con il luogo ove sorgeva l’antica capitale della Lega Latina, la città di Alba Longa (che la tradizione vuole fondata dal figlio di Enea, Ascanio), la cui supremazia venne eclissata dall’ascesa di Roma. Durante l’assedio di Veio, nel 398 a.C., i Romani scavarono una grandissima opera di ingegneria idraulica: un tunnel nella viva roccia per un chilometro e mezzo, per regolare il livello delle acque del Lago di Albano, visibile ancora oggi.
Il Palazzo Pontificio fatto costruire da Papa Urbano VIII nel Seicento, è stato aperto al pubblico nel 2018 per volontà di Papa Francesco.
Roma-Città del Vaticano
Fiumi d’inchiostro sono stati versati per descrivere ogni bellezza di Roma “Città Eterna”. Si lascia, quindi, alla fantasia del cicloturista percorrere la storia della Roma papalina.