Duomo di Spilimbergo

Complice l’arioso contesto bucolico, con il sagrato a prato che si distende sul fianco settentrionale dell’edificio, il Duomo di Spilimbergo si presenta con la solennità che doveva avere anche all’epoca in cui fu eretto, sottolineata dall’elegante portale, opera di Zenone da Campione (1376), attorniato da stemmi dei nobili di Spilimbergo. Se invece si arriva dalla via Beato Bertrando, si viene accolti dalla facciata che, animata solo da 7 oculi, appare di mirabile, essenziale modernità a dispetto dei suoi 700 anni. Intitolato a santa Maria Maggiore, il Duomo fu costruito infatti dal 1284 al 1359, impostato secondo i criteri del romanico e gradualmente modificato in chiave gotica a causa del lungo lasso di tempo che richiese la sua fabbrica.
All’interno, a tre navate suddivise da ampie arcate gotiche, spicca il ciclo di affreschi del ‘300 che decora le absidi con “Storie del Nuovo e dell’Antico Testamento”; molto ben conservati sono soprattutto le pitture della fascia inferiore, che per secoli sono rimaste coperte dal coro ligneo. La parete tra le due finestre è decorata con una slanciata, drammatica “Crocifissione”.