Aperto da ottobre 2024, il Museo Goffredo Gaeta incrementa la straordinaria ricchezza di testimonianze sulla ceramica presenti a Faenza e integra la conoscenza dei maestri faentini attivi in città a partire dal secondo dopoguerra.
Una visita da non perdere, non solo per gli appassionati del settore.
Nello studio-laboratorio di Via Firenze a Faenza presso una ex centrale idroelettrica - godibilissimo esempio di archeologia industriale - è stato allestito il museo dedicato al maestro Goffredo Gaeta, artista poliedrico che ha varcato i confini della passione ceramica per sperimentare la lavorazione dei metalli e, non ultime, anche le tecniche vetrarie.
Il museo ripercorre la ricerca del maestro in ambito ceramico attraverso un allestimento di tipo cronologico. La collezione include le prime opere dell’artista che raccontano gli anni della formazione. Sono gli anni ’50. La città di Faenza è ribollente, fucina di idee, progetti, assoluta protagonista di un vero e proprio risveglio culturale che vede Goffredo Gaeta in prima linea.
Il percorso prosegue con le opere realizzate negli anni ’60, quando il maestro lavora sul tema del Bianco e Blu e, in modo del tutto originale, recupera e reinterpreta la tradizione faentina nelle forme, come l’albarello, e nella scelta cromatica. Questa serie raffinatissima, molto apprezzata anche in Oriente, è ben documentata nelle teche del museo.
Da non perdere le sfere, i dischi e l’opera Lo spazio, parte dell’installazione con la quale il maestro vinse, nel 1970, il prestigioso e internazionale Premio Faenza. Successivamente smembrata, l’opera è parzialmente conservata presso il Museo Internazionale della ceramica (MIC).
Segue la produzione degli anni ’80 e ’90, influenzata dai viaggi in Grecia e Terrasanta e dalla seduzione di luoghi già vissuti durante l’infanzia nell’isola di Kos: le Barche, i Paesaggi, le Marine e le magnifiche Onde, composizioni fluttuanti, frammenti liquidi riemersi dalla memoria.
L’ultima parte dell’allestimento museale illustra una produzione di carattere strettamente commerciale che include gadget pubblicitari o targhe commemorative. In questa sezione è evidente la volontà del maestro di non dimenticare il vecchio mestiere dell’artigiano. Un substrato culturale che, negli anni, gli ha consentito di fornire prove eccellenti anche nell’ambito della scultura monumentale.
Il percorso si chiude con la sezione dedicata agli studi sul tema dell’arte sacra. Disegni e bozzetti successivamente tradotti in opere finite conservate presso diverse chiese, anche negli Stati Uniti.