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Idea Viaggio
L’antica Grecia in Basilicata

La Magna Grecia lucana: la civiltà ellenica in Basilicata

Tipologia
Percorso in auto
Durata
7 giorni
Numero Tappe
6
Difficoltà
Facile

Sulle coste della Basilicata i coloni greci arrivarono agli inizi dell’VIII secolo a.C., portando con sé cultura e stile di vita da integrare con quelli delle popolazioni locali.
Lungo le coste lucane fondarono tre colonie: Metapontum, che divenne l’attuale Metaponto, in provincia di Matera; Siris, che fu distrutta, e Heracleia, che ne prese il posto, diventando l’attuale Policoro. Da questi luoghi inizia il vostro viaggio nella Magna Grecia lucana, dall’antica Metapontum, dove potrete tornare indietro di 2800 anni passeggiando tra le colonne doriche delle Tavole palatine, nel Parco archeologico di Metaponto e immergervi nella vita quotidiana dei coloni greci presso il Museo archeologico. Vi sposterete poi nella zona dell’attuale Policoro visitando il Parco archeologico Siris-Heracleia e il Museo della Siritide.
Sebbene non avessero colonie nell’entroterra lucano, i greci intrapresero intensi commerci con le comunità interne alla costa. Vale la pena quindi spingersi a visitare borghi incantevoli che conservano qualche traccia del retaggio magnogreco. A partire dal Santuario di S. Maria d’Anglona, situato in cima a un colle, dove sorgeva un’antica polis greca, Pandosia, che fu distrutta nel 410 a.C. Da qui godrete di uno splendido panorama sui i Calanchi lucani, che potrete ammirare da vicino a Montalbano Jonico, la cui nascita è legata alla storica vittoria di Pirro a Heraclea, e nella Riserva regionale dei Calanchi. Potrete proseguire il vostro viaggio visitando il vicino borgo di Tursi, per poi dirigervi a Nova Siri, che deve il suo nome all’antica Siris. Un itinerario ricco di storia e di natura, che alterna siti archeologici, borghi storici e mare incontaminato.

Parco Archeologico Urbano di Metaponto

Metaponto, cuore della Magna Grecia lucana

A circa 7 km dal moderno centro abitato di Metaponto, vi si parano davanti due file di imponenti colonne doriche che si stagliano su un cielo azzurro: siete nel Parco Archeologico dell'Area Urbana di Metaponto, la principale città della Magna Grecia lucana. Le 15 colonne che vedete, con 20 scanalature e capitelli di ordine dorico, sono le cosiddette Tavole palatine, che un tempo sorreggevano il tetto di un maestoso tempio dedicato alla dea Hera, protettrice delle terre e delle acque. A Metapontum visse e morì il sommo filosofo e matematico Pitagora: immaginatelo intento a spiegare le sue teorie sui numeri e sull’armonia dell’universo mentre passeggiate tra le antiche rovine del tempio di Hera.

Il Parco archeologico comprende anche il Tempio di Apollo, in stile dorico, il Tempio di Artemis, in stile ionico, e un sacello probabilmente dedicato ad Atena, tutti costruiti tra il VI e il V secolo a.C.. Visibili inoltre i resti della piazza pubblica, l’agorà, lo splendido teatro greco e l’asse stradale nord sud in base al quale è stato impostato l’intero complesso urbano. Gli importanti scavi, effettuati nel 1926, hanno portato in superficie numerosi reperti, tra cui statuette, ceramiche e ruderi di altre colonne, tutti esposti nel Museo Archeologico Nazionale di Metaponto, attualmente chiuso per lavori.

Parco Archeologico dell'Area Urbana di Metaponto
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Maggiori Informazioni

Parco archeologico Siris-Herakleia

Il Parco archeologico Siris- Herakleia

Nell’area dove oggi sorge la cittadina di Policoro, in provincia di Matera, nel 660 a.C. esisteva l’antica colonia greca di Siris, che si arricchì grazie agli scambi commerciali con le popolazioni dell’entroterra, ma era in lotta con Metaponto, che, alleata con Sibari e Crotone, la distrusse a metà del VI secolo a.C.. Al suo posto fu fondata, nel 434-433 a.C., un’altra colonia greca, Heracleia, da parte di coloni greci di Taranto. Nel Parco archeologico Siris-Heracleia si trovano i resti di entrambe le città, che si sono sovrapposti. Al periodo di Siris appartengono alcune piccole aree sacre e una fortificazione in mattoni crudi che cingeva la parte alta dell’insediamento. La maggior parte dei lasciti si riferiscono però a Heracleia: abitazioni con pavimenti a mosaico, scarti di manufatti come ceramiche e matrici per statuette votive, che indicano la presenza di fornaci e di un quartiere di botteghe artigianali.

Nei pressi del parco archeologico c’è il Museo archeologico nazionale della Siritide, che dal 1969 espone una ricca collezione di reperti delle colonie greche di Siris e di Heraclea, raccontandone commerci, vita quotidiana, culti religiosi.

Prima di continuare il viaggio sulle tracce dell’eredità greca in Basilicata, potete dedicarvi alla natura sulle spiagge dorate di Lido di Policoro, e poi alla Riserva regionale orientata Bosco Pantano di Policoro.

Santuario di S. Maria d’Anglona

Il Santuario di Santa Maria d’Anglona, nei pressi si Tursi, nell’entroterra della Magna Grecia lucana

La prossima tappa di questo viaggio nella Magna Grecia Lucana è in una città che non c’è più: Pandosia, antica polis greca. Fu distrutta, si crede, nel 410 e ricostruita sotto Federico II col nome di Anglona, ma scomparve definitivamente nel 1310. Oggi al suo posto c’è il Santuario di S. Maria di Anglona, un capolavoro di architettura medievale, costruita in tufo e travertino tra la fine dell’XI e il XII secolo. Un protiro di ispirazione pugliese precede l’edificio della chiesa, con doppia ghiera di conci in tufo e sostenuto da quattro colonne. Il portale è decorato da una fascia a denti di sega e i bassorilievi sopra l’arco raffigurano l’Agnello simbolo di Cristo e gli Evangelisti. All’interno potrete ammirare affreschi realizzati da artisti bizantini legati alla corte normanna di Sicilia. In particolare, quelli alle pareti della navata centrale, del XIII e XIV secolo, raffigurano scene del Vecchio Testamento. Dalla collina su cui sorge il santuario godrete di uno splendido panorama verso i Calanchi lucani e, in lontananza, il mare. 

Montalbano Jonico

Montalbano Jonico

Posto su un’altura, il borgo di Montalbano Jonico domina la bassa valle dell’Agri, offrendo un panorama suggestivo sui Calanchi lucani, un vero spettacolo naturale, creato dall’erosione di terreni argillosi, che formano crinali, canyon e profondi burroni, protetti da dalla Riserva regionale dei Calanchi di Montalbano Jonico.
Alcuni ritrovamenti fanno presupporre la presenza dell’uomo in quest’area fin dall’età del Ferro, ma la nascita di Montalbano è datata intorno al 280 a.C. quando Pirro giunse qui e sconfisse i romani a Heracleia.
Passeggiando per il centro storico noterete un impianto urbano stratificato, testimonianza delle varie dominazioni subite da Montalbano: normanni, svevi e aragonesi si avvicendarono qui ampliando il sistema difensivo e aggiungendo torri, porte o mura. Andate a vedere il pittoresco rione Terravecchia, con i suoi stretti vicoli e gli archi di origine arabo-normanna, visitate la chiesa madre di S. Maria dell'Episcopio, del XII secolo e ammirate gli innumerevoli palazzi costruiti tra il XVI e il XIX secolo.

Tursi

Il borgo di Tursi, nell’entroterra della Magna Grecia lucana

Nell’area dove oggi sorge il suggestivo borgo di Tursi, circondato da calanchi di argilla, grotte e profondi burroni, alcuni ritrovamenti archeologici attestano insediamenti umani già nel IX-VIII secolo a.C.

Il suo suggestivo centro storico è fatto di un saliscendi di vie tortuose, che il 27 e 28 dicembre ospitano un presepe vivente con oltre 100 figuranti. Rabatana, l’antico quartiere nella parte più alta del paese, fondato dagli arabi nel IX secolo e poi abbandonato, si raggiunge dal centro storico percorrendo una ripida gradinata su uno strapiombo di 200 metri. Il rione è tutto un groviglio di casupole, cunicoli, archi, vicoli scoscesi e scale che conducono a profondi precipizi di argilla. A est, subito fuori l’abitato, si erge il convento di S. Francesco d’Assisi, iniziato nel 1441 e terminato nel XVII secolo, con il suo caratteristico campanile dalle forme arabeggianti. 

Nora Siri

Nova Siri, nel cuore della Magna Grecia lucana

Per concludere questo viaggio alla ricerca delle tracce lasciate dai Greci in Basilicata, visitate Nova Siri. Costruita sulla riva sinistra del fiume Sinni da coloni greci a cavallo tra l'VIII e il VII secolo a.C. (lo dimostrano i reperti archeologici trovati nella zona), la città fu però distrutta dalle rivali Metaponto, Sibari e Crotone, che si allearono per sconfiggerla, temendone il potere economico. Gli abitanti, sopravvissuti alla distruzione della città, si rifugiarono probabilmente sulla vicina altura di Pandosia, dove oggi sorge il Santuario di S. Maria d’Anglona e sulle alture delle attuali Montalbano Jonico e Tursi.

Oggi il centro storico di Nova Siri racchiude stretti vicoli chiusi da lamie, archi intrecciati con volte a crociera, il castello medievale, molto rimaneggiato, e la cinquecentesca chiesa madre. Spostatevi verso la costa, a Marina di Nova Siri, dove potete vedere la cilindrica torre Boleta o Bollita, cinquecentesca struttura di avvistamento contro i pirati, accanto alla quale è stata rinvenuta una necropoli greca. Non vi resta che fare un tuffo nelle acque ioniche.

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