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Meta turistica
Basilicata. Il Basso Basento

Il Basso Basento: borghi e parchi nell’entroterra della Basilicata

Tipologia
Percorso in auto
Durata
3 giorni
Numero Tappe
7
Difficoltà
Facile

Racchiuso tra Puglia, Campania e Calabria, l’entroterra della Basilicata svela luoghi di fascino sorprendente, spesso sconosciuti al turismo internazionale. La bellezza di questa piccola regione del Sud Italia è si scopre con impegno e tenacia, percorrendo chilometri di strette e ripide strade panoramiche che attraversano paesaggi e borghi fortemente legati al loro passato e alle diverse tradizioni popolari locali.

La Basilicata è una regione che ha saputo mantenere intatta la sua anima più autentica. Un’anima fiera e al contempo rilassata, fatta di sapori genuini, antiche masserie e villaggi isolati. La Basilicata, poi, rifiuta l’impazienza del vivere moderno. Lo dimostrano i suoi tanti parchi protetti, sparsi ovunque e incontaminati, che raccontano visivamente perché questa regione è tra le meno densamente popolate d’Italia. La bellezza della Basilicata più autentica si dispiega in modo particolare percorrendo il territorio del Basso Basento. Con questo termine si fa riferimento all’ultimo tratto del corso del fiume Basento, il più lungo della Basilicata. Si tratta di un affascinante corso d’acqua lungo 149 chilometri che, scendendo dall’Appenino lucano, attraversa tutta la regione prima di sfociare nel Mar Ionio.

Non lontano dalle sponde di questo importante fiume si svelano grandiosi scenari naturalistici, che danno il loro meglio nella bella stagione, oltre a villaggi di antica fondazione, che custodiscono piccoli tesori di arte e cultura. L’itinerario prende il via da Ferrandina e termina a Metaponto, attraversando nella sua interezza il Parco regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane e i tanti e splendidi borghi del Basso Basento. Il viaggiatore potrà così scoprire alcune tappe imprescindibili di un viaggio in Basilicata, seguendo un percorso che rispetta la calma di questo meraviglioso territorio italiano e della sua gente. Prima di partire, serve ricordare che la Basilicata è conosciuta anche con il toponimo più antico di Lucania, dal nome della popolazione dei lucani, che abitava queste terre in epoca romana: ancora oggi con l’aggettivo “lucano” si indicano gli elementi distintivi di questo territorio.

Giorno 1

Ferrandina

Ferrandina

Già frequentato dai coloni greci, che dal mar Ionio risalivano il corso del fiume Basento per commerciare con le popolazioni dell’entroterra lucano, il paese di Ferrandina deve tuttavia la sua fondazione ufficiale al re Federico d’AragonaRe di Napoli al termine del XV secolo, Federico d’Aragona scelse di conferire le terre dell’odierna Ferrandina agli sfollati dell’adiacente borgo di Uggiano, raso al suolo durante un terremoto nel 1456: il nome del paese fu assegnato in onore del padre di Federico, re Ferrante d’Aragona.

Ferrandina accoglie il visitatore in un paesaggio bucolico contornato da centinaia di ulivi secolari. Come molti altri villaggi della Basilicata, anche Ferrandina è adagiata su un ripido rilievo collinare: le sue case pitturate di bianco, regalando ai viaggiatori scorci e visuali sempre nuove. Il valore turistico di Ferrandina si deve soprattutto ai tanti edifici religiosi sparsi tra le vie del suo centro storico, come il monastero di S. Chiara, la chiesa madre e il convento di S. Francesco. Prima di lasciare il paese pochi chilometri di distanza, è possibile visitare i resti abbandonati del castello fortificato di Uggiano, per rendere omaggio a coloro che alla fine del ‘400 popolarono l’allora neonata Ferrandina.

Parco regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane

Parco regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane

Da Ferrandina, seguendo il corso del fiume Basento in direzione dell’entroterra lucano, dopo qualche chilometro si entra nell’area protetta del Parco regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane. Curiose formazioni rocciose dominano il paesaggio del parco. La forma aguzza e l’aspetto solennemente verticale di queste guglie di arenaria sono oggi conosciute come Piccole Dolomiti Lucane e incluse nel nome dell’area protetta. Oltre a questi spogli picchi rocciosi, il parco regionale regala anche vaste aree coperte da fitti e maestosi boschi di querce, castagni, lecci, cerri e aceri. Specialmente nei pressi del monte Croccia e dell’Oasi faunistica del Daino-Cervo, una riserva protetta dedicata a questi due animali autoctoni, il visitatore può scegliere di dedicarsi a escursioni di vari livelli di difficoltà che si immergono nella natura incontaminata del Basso Basento.

 

Durante queste passeggiate può capitare di vedere volare grandi uccelli autoctoni come il nibbio reale e il falco pellegrino, che nidificano tra le rocce o sulle chiome degli alberi. All’estremità settentrionale dell’area protetta meritano un’ulteriore piccola deviazione i ruderi di Campomaggiore Vecchio. Nel 1885 una terribile frana ricoperse buona parte di questo borgo settecentesco, che oggi ha l’affascinante aspetto di un villaggio abbandonato, da visitare in rispettoso silenzio.

Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane
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Maggiori Informazioni

Accettura e la Riserva naturale antropologica monte Croccia

Accettura e la Riserva naturale antropologica monte Croccia

Il monte Croccia svetta a 1149 metri di altitudine nel cuore del Parco regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane ed è una delle cime più alte dell’entroterra lucano. Sulle sue pendici si svelano le antiche rovine dell’insediamento di Croccia Cognato, fondato tra il VI il IV secolo a.C. dalla popolazione locale dei sanniti, ben prima che i romani occupassero questo territorio. La Riserva naturale antropologica Monte Croccia è stata costituita attorno a questi resti archeologici per preservare la loro integrità. Il visitatore può passeggiare in lungo e in largo tra i sentieri predisposti nell’area protetta, sotto alle vaste chiome della foresta, alla scoperta di grotte, complessi megalitici e una grande cinta muraria.

 

Spostandosi dal monte Croccia verso sud si segue per una decina di chilometri una strada curvosa e pittoresca in direzione del borgo di Accettura, i cui fitti boschi sono popolati da decine di vacche di razza Podolica. Il paese di Accettura è noto soprattutto per la celebrazione del Maggio. Si tratta di un rituale contadino ripetuto ogni anno da tempo immemore nel periodo compreso tra Pasqua e la domenica del Corpus Domini (una festa religiosa che cade generalmente tra il termine della primavera e l’inizio dell’estate). Il Maggio di Accettura celebra l’unione ancestrale tra una cima di agrifoglio, una pianta pungente molto diffusa nelle Piccole Dolomiti Lucane, che viene “data in sposa” a un monumentale albero di cerro, scelto tra le fronde che circondano il paese e trasportato tra i vicoli del borgo. Nella piazza principale di Accettura il momento più solenne del rito prevede che la cima di agrifoglio venga innestata sul tronco del cerro, in segno di “matrimonio” tra le due specie vegetali. Il rituale del Maggio non prende il nome dall’omonimo mese ma si riferisce probabilmente al termine “maior”, che significa “maggiore” in latino; il Maggio è celebrato durante diversi periodi dell’anno anche in altri borghi del circondario, come Pietrapertosa e Castelmezzano: quello di Accettura è tuttavia il più conosciuto.

Giorno 2

Da Pietrapertosa a Castelmezzano

Da Pietrapertosa a Castelmezzano

L’itinerario tra i borghi del buon vivere immersi nelle aree protette del Basso Basento prosegue verso due antichi abitati, Pietrapertosa e Castelmezzano: paesi vicinissimi tra loro ed entrambi circondati dai solenni picchi di roccia arenaria delle Piccole Dolomiti Lucane. Le tortuose strade che raggiungono Pietrapertosa e Castelmezzano sono ricche di punti panoramici, e si incuneano timide negli stretti spazi percorribili che indugiano tra i muri di roccia e il corso degli impetuosi torrenti lucani.

 

Pietrapertosa è il comune più alto della Basilicata, adagiato a oltre 1000 metri d’altitudine. Le case si dispongono lungo gradoni naturali che si arrampicano sulla dorsale rocciosa della pietra arenaria locale. Un simile aspetto da presepe millenario si trova anche a Castelmezzano, un villaggio capace di sfruttare a scopo difensivo l’inerpicata conformazione geografica di questi luoghi. Castelli, chiese e conventi secolari spiccano tra i piccoli viottoli pittoreschi di Pietrapertosa e Castelmezzano, cuori pulsanti del Parco regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane.

Aliano e i calanchi lucani

Aliano e i calanchi lucani

Superato il corso del torrente Sauro si arriva ad Aliano, una splendida località immersa tra i fragili picchi argillosi e le ripide gole dei calanchi lucani. Tra le tortuose strade che attraversano questa regione, muri scoscesi di roccia spoglia formano un paesaggio lunare, quasi fantascientifico, da percorrere lungo diversi punti panoramici. Aliano è un’eccellenza del panorama turistico della Basilicata grazie alla grande varietà di beni storici, culturali e naturalistici che caratterizzano il suo territorio: ecco perché il Touring Club Italiano ha deciso di assegnare a questo comune la prestigiosa certificazione Bandiera Arancione.

 

Il borgo si sviluppa attorno alla sua piazza principale, collegata tramite piccole e grandi rampe di scale al resto del paese: la piazza di Aliano sembra un palcoscenico perfettamente disposto intorno al suo centro geometrico. La bellezza di Aliano colpì lo scrittore Carlo Levi, che negli anni ’30 passò in terre lucane un periodo di confino durante il regime fascista, per poi decidere molti anni più tardi di essere sepolto nel cimitero del paese. Per approfondire vita e opere di questo importante scrittore si possono visitare ad Aliano la Pinacoteca Carlo Levi e il Parco letterario Carlo Levi.

Giorno 3

Craco

Craco

Dal borgo di Aliano, proseguendo verso est, il particolarissimo paesaggio dei calanchi lucani continua ad affascinare il viaggiatore lungo piccole strade provinciali immerse in una natura spoglia e arida. Attraversato nuovamente il letto del torrente Sauro, ormai pronto a congiungersi con le acque del fiume Agri, si procede verso l’abitato fantasma di Craco. Si tratta di un’altra affascinante località della Basilicata che, a differenza della vicina Aliano, è disabitata da molto tempo. Era il 1963 infatti quando una frana costrinse i pochi abitanti di Craco ad abbandonare per sempre questo borgo antichissimo, arroccato su una rupe argillosa. Da allora il tempo si è cristallizzato tra i vicoli di questo arcigno cucuzzolo che spicca nel cielo lucano.

 

A Craco si viene per immergersi nel concetto di immobilità: ben oltre ciò che ancora appare agli occhi, a Craco è ciò che non esiste più a sorprendere il viaggiatore. Si lascia andare la mente all’immaginazione e ai ricordi vicini e lontani, dalla cima di questa isola galleggiante che domina dall’alto la Basilicata intera.

Metaponto

Metaponto

Questo itinerario di viaggio che ha seguito il letto del fiume Basento non poteva che terminare alla sua foce. Resta giusto il tempo per un’ultima tappa di grande fascino e importanza storica: l’antica città di Metaponto, a pochi metri dalle coste del mar Ionio. Posizionata all’estremità di una grande e fertile piana alluvionale, dove si producono ortaggi e frutta in grandi quantità, Metaponto fu fondata intorno al VIII secolo a.C. da un gruppo di coloni provenienti dal vicino Peloponneso. I coloni greci di Metaponto cercavano metallo e altre materie prime lungo le coste ioniche e puntavano ad aprire vie commerciali con le popolazioni lucane dell’entroterra. Con il passare dei secoli la città di Metaponto acquisì un’importanza strategica per i commerci sullo Ionio grazie al suo porto fluviale sul Basento.

 

Ancora oggi possiamo visitare consistenti resti archeologici di quella florida città, all’interno di uno splendido parco aperto al pubblico. Templi e santuari pagani erano disposti lungo le arterie principali dell’antica Metaponto. Le imponenti colonne del santuario delle Tavole Palatine si lasciano ammirare in tutta la loro bellezza, circondate da altre rovine affascinanti, come quelle del teatro greco cittadino. I resti di un altro tempio, conosciuto come santuario di S. Biagio della Vinella, meritano altrettanta attenzione: qui confluivano le acque terapeutiche di una sorgente locale. Le spiagge ioniche che bagnano Metaponto e dintorni sono nella bella stagione una meta prediletta di residenti e viaggiatori: un bel tuffo nel mare è il coronamento ideale di questo itinerario nel Basso Basento.

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