Se state cercando un paradiso naturale a portata di mano, i 52 km2 dell’isola dell’Asinara sono perfetti per voi. Tutelata due volte, da un Parco nazionale e da un’Area marina protetta, l’Asinara regala infatti mare e paesaggi di assoluta bellezza a 85 minuti di traghetto da Porto Torres e ad appena 2 miglia dalle spiagge della penisola di Stintino, sulla costa nord della Sardegna, della quale l’isola è una sorta di continuazione naturale. La sua superficie irregolare, frastagliata, è percorsa da splendidi sentieri tematici. A piedi o in bicicletta, ci si immerge nei silenzi e nei profumi della macchia mediterranea frustata dal vento e dalla salsedine, tra rocce di granito chiaro e spiagge dall’acqua cristallina (alcune aperte ai bagnanti). Completano il paesaggio gli immancabili asinelli albini, da cui l’isola prende il nome, e branchi di cavalli selvaggi al pascolo, oltre a diverse colonie di uccelli marini che ne fanno un paradiso per i birdwatcher. Se questo habitat si è mantenuto incredibilmente integro, con le sue specie rare o a rischio di estinzione, è perché l’Asinara ha avuto una storia molto particolare a partire dal 1885, quando il Regno d’Italia la espropriò per farne una stazione di quarantena e una colonia penale, una sorta di “Alcatraz italiana”. I pochi pastori e pescatori che la abitavano dovettero andarsene. La colonia divenne poi un carcere di massima sicurezza, tanto che nel 1985 ospitò anche i giudici Falcone e Borsellino durante il celebre maxiprocesso contro la mafia. Tutto è cambiato negli Anni ’90, grazie allo smantellamento del carcere e all’istituzione del Parco nazionale dell’Asinara. Oggi l’isola si presenta disabitata e quasi priva di costruzioni, a parte qualche struttura sopravvissuta dai tempi del carcere che è stata recuperata come centro visite. Proprio perché è selvaggia e disabitata, chi la visita deve avere qualche accortezza, soprattutto in estate, quando il caldo può dare problemi: si raccomandano scorte d’acqua, crema solare e una scelta prudente degli orari.