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Tempio Dorico

Panoramica

Due colonne scanalate alte circa 8 metri e mezzo accolgono chi arriva sull’Isola della città vecchia dal ponte girevole e salutano chi la lascia scendendo da via Duomo. Si innalzano nel cielo di piazza Castello, sul lato interno, a pochi passi dal castello aragonese. Sono le uniche sopravvissute, insieme al basamento di una terza, tra le colonne che componevano il tempio dorico di Taranto, il cosiddetto “tempio di Poseidone” che in realtà, secondo gli archeologi, era dedicato a una dea femminile, probabilmente Persefone. In ogni caso fu tra i primissimi templi edificati dai Greci in Italia, per qualcuno il primo in assoluto, nel VI secolo a.C.: lo eressero usando la pietra del luogo sull’acropoli della città, là dove i primi coloni spartani avevano già costruito un santuario in mattoni. Il tempio perse importanza dopo la conquista di Taranto da parte dei Romani, poi nell’età tardoantica e nel medioevo fu usato come cava di pietra. All’inizio del ’700 si contavano però ancora 10 colonne più o meno integre, poi smantellate durante la costruzione del convento dei Celestini. Il recupero delle due colonne superstiti, che erano state incastrate nelle mura del convento e dei suoi annessi, avvenne tra la fine dell’800 e l’epoca fascista, quando il complesso conventuale fu abbattuto con l’idea di fare spazio al palazzo delle Poste. Poi quel palazzo sarebbe stato costruito altrove, nella città nuova, ma è un’altra storia. Dopo decenni di ritardi e incurie, negli Anni 70 il Comune di Taranto decise di ripulire e valorizzare le colonne: finalmente, l’Isola aveva ritrovato le sue sentinelle di pietra. 

Tempio Dorico

Via Duomo, 74123 Taranto TA, Italia

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