Il complesso abbaziale di S. Pietro al Monte a Civate sorge sulle falde del monte Cornizzolo poco sopra quota 600 metri, in una posizione dominante che offre straordinari panorami sulla Brianza e sul lago di Annone. È raggiungibile solo a piedi, con un’escursione di circa 45 minuti (in salita, il dislivello è di circa 300 metri) lungo una mulattiera di origine longobarda. Secondo la tradizione, fu proprio l’ultimo re longobardo Desiderio a fondare questo insediamento benedettino come ringraziamento per la miracolosa guarigione del figlio Adelchi, che aveva recuperato la vista grazie alle acque di una fonte vicina. In realtà, le prime menzioni ufficiali risalgono al IX secolo e l’abbazia conobbe il suo grande sviluppo alla fine dell’XI, quando un vescovo di Milano, Arnolfo, vi si ritirò e volle esservi seppellito. A quest’epoca risalgono l’ampliamento del complesso e la decorazione sontuosa della basilica del monastero, intitolata a S. Pietro. Durante le guerre comunali del secolo successivo l’abbazia fu distrutta e cadde in disuso fino al XVI secolo, quando fu nuovamente occupata dagli Olivetani, che resistettero quassù fino all’epoca napoleonica. Oggi degli edifici abitativi del complesso restano solo rovine, ma è possibile visitare l’oratorio di S. Benedetto, uno spoglio ed essenziale edificio romanico, e la basilica di S. Pietro al Monte. Quest’ultima ha una pianta insolita, dovuta al ribaltamento del suo asse nel XI secolo, quando si creò una nuova abside e si trasformò quella vecchia in un’entrata, preceduta da una scalinata e un atrio semicircolare su due piani (il piano inferiore fungeva da alloggio dei pellegrini). All’interno sono soprattutto gli affreschi a sorprendere, sia per la qualità sia per il soggetto e il buono stato di conservazione. Tutto il ciclo è imperniato sull’Apocalisse: il magnifico affresco in controfacciata con la Visione dell’Apocalisse è pieno di insolite soluzioni compositive e misteriose immagini simboliche, la Gerusalemme celeste nella volta dell’ingresso colpisce per la bizzarra prospettiva zigzagante, a volo d’uccello. È straordinario anche il ciborio in stucco, molto simile a quello della basilica di S. Ambrogio a Milano, con scene della Crocifissione, delle Marie al sepolcro, dell'Ascensione e della Traditio Legis. Gli stucchi decorano anche i parapetti tra le colonne (notate grifoni e chimere, simboli del male in fuga dalla chiesa) e l’antica cripta con motivi mariani.