Villa Grock

La residenza che sulla Collina delle Cascine di Oneglia, a monte del centro storico, si era fatto costruire nella prima metà del ’900 il clown Charles Adrien Wettach è una spettacolare festa di colonnati, balaustre, aiuole e palme, peschiera con esedra e ponticello in uno stile fra Art Nouveau ed eclettismo, completata dai colori delle vetrate all’interno e dalla torretta che corona l’edificio principale. Anche grazie all’audioguida, si visitano nel museo i ricordi della strepitosa carriera di Grock – il nome d’arte di Wettach – con fotografie, manifesti, scarpe di scena doverosamente oltremisura, suoi ritratti, il laboratorio e il violino. La vera ricchezza che attrae, però, è il luogo nel suo complesso.

“Il mio nome di nascita non conta più”, ha lasciato scritto Wettach. “Io sono Grock. L'altro è il nome degli anni oscuri”, con questo riconoscendosi una completa immedesimazione nel personaggio pubblico e, implicitamente, un ruolo fondamentale nella storia dello spettacolo circense. Wettach era incline all’esoterismo, e si sostiene che certi dettagli della sua villa adombrino simboli iniziatici. Difficile esserne certi, ma è effettivamente possibile che il saper far ridere – anche soltanto far sorridere – gli venisse da un’acuta propensione a guardare le umane debolezze dall’esterno.