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Enogastronomia
Emilia Romagna

Enotour in Emilia Romagna

Tipologia
Percorso in auto
Durata
2 giorni
Numero Tappe
4
Difficoltà
Facile

L’Emilia Romagna, terra di sorrisi e di buona cucina, è una destinazione tutta da scoprire. Una regione che rappresenta l’unione di due territori storici, che custodiscono un patrimonio variegato di tradizioni e paesaggi. Tra le città d’arte e la vivace atmosfera della riviera romagnola, passando dai colli bolognesi alla food valley, l’Emilia Romagna è ricca di eccellenze enogastronomiche, perle architettoniche e calorosa ospitalità.

Giorno 1

Sorbara e la food valley

Sorbara e la food valley

Cominciamo il nostro tour da Sorbara, dove nasce una delle versioni più apprezzate del Lambrusco, vitigno re della regione, il Lambrusco di Sorbara Doc. Siamo nel cuore dell’Emilia, nella pianura modenese ai piedi dell’Appennino. Proprio qui nasce un’espressione nobile del lambrusco che deriva dall’"acinellatura", un'anomalia della fioritura del grappolo che contribuisce a una maggiore concentrazione aromatica delle uve. Elegante e fresco al palato, con una spuma fine e persistente, il Lambrusco di Sorbara Doc sprigiona nel calice sentori di violetta. Un vino apprezzato già in epoca romana, ma estremamente moderno all’assaggio, sia in veste frizzante che spumante. L’abbinamento ideale è quello con i tipici salumi emiliani. Non può mancare una visita a Parma, con la magica atmosfera di Piazza del Duomo e del centro storico, e i Musei del Cibo poco fuori città, per apprezzare la storia e le tradizioni del Parmigiano Reggiano, del Prosciutto di Parma e delle altre filiere tipiche, che sanciscono l’appeal enogastronomico della Food Valley.

Castelvetro di Modena: l’altro volto del Lambrusco

Castelvetro di Modena: l’altro volto del Lambrusco

L’itinerario tra i territori del vino dell’Emilia Romagna prosegue verso Modena, tra le dolci colline di Castelvetro di Modena, borgo dall’anima medievale celebre per la caratteristica pavimentazione a scacchiera di Piazza Roma e per il Lambrusco di Grasparossa Doc. Chiamato così per il colore rosso intenso delle foglie delle viti che tingono i paesaggi nella stagione autunnale, questo vino si presenta nel calice con intensi riflessi violacei. All’assaggio sprigiona sentori di mandorla e mostra una maggiore struttura e tannicità rispetto al cugino di Sorbara. A pochi chilometri vi consigliamo una visita al Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, per ripercorrere secoli di storia, tradizioni e usanze di questo nettare pregiato.

Giorno 2

Bologna e i suoi colli

Bologna e i suoi colli

Tra un assaggio e l’altro il nostro percorso continua verso Bologna alla scoperta della Doc Colli Bolognesi. La denominazione, in rosso e in bianco, comprende  numerosi vitigni, tra autoctoni e internazionali. Ma il vero protagonista è il Pignoletto, un vitigno storico riconosciuto già da Plinio il Vecchio per la sua aromaticità, che da il meglio di sé sia nella versione classica frizzante, che in quella ferma. Irrinunciabile una visita alla scoperta di Bologna, con il suo immenso patrimonio culturale e la ricca tradizione enogastronomica. Dai portici di San Luca alle Due Torri, passando per Piazza Maggiore e la strada del jazz, un’occasione unica per scoprire le meraviglie della città bolognese.

La Romagna: da Forlì a Ravenna

La Romagna: da Forlì a Ravenna

Nell’ultima tappa dell’enotour andiamo a  scoprire il cuore pulsante della Romagna. Qui inizia la storia della Romagna Albana DOCG, una denominazione conosciuta sia nella tipologia dolce e che passita, capace di conquistare il palato anche nella versione secca, più fresca e dal bouquet floreale. Un vino caldo e avvolgente come la sua terra d’origine. La Romagna è un territorio dalle mille sfumature, tra i mosaici bizantini di Ravenna, il connubio tra stile rinascimentale e architettura razionalista del centro storico di Forlì, un tuffo nell’Adriatico a Rimini e Riccione e una passeggiata tra i pittoreschi canali di Cervia

 

Il tour nei sapori della regione non può che terminare con un assaggio dell’iconica piada. Regina delle tavole romagnole, rappresenta un vero e proprio simbolo della cucina della Romagna, da assaggiare in tutte le sue forme, più sottile nel riminese, più spessa verso l’entroterra e in tutte le sue golose farciture.

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