Bressanone
Adagiata a poco più di 500 metri di quota, Bressanone è una piccola capitale alpina, nobile e fiera, dominata dalle monumentali torri del suo Duomo e dall’antico palazzo vescovile. Bressanone vi sorprenderà per l’atmosfera intima dei portici medievali che nascondono botteghe raffinate, con le piazzette eleganti e i locali dall’accoglienza signorile. Inoltre, intorno alla città, si sviluppa una scenografia che pare disegnata apposta per incorniciarla, con una quinta di colli vitati e di monti che si slanciano fin sopra i 2500 metri: spiccano la cima Cane e il monte Pascolo, a ovest, e il gruppo della Plose, a est. Siete in valle Isarco, all’imbocco della val Pusteria, dove la Rienza, il fiume che scende lungo la valle, si getta nell’Isarco. In primavera, potreste restare ore sul ponte Widmann ad ammirare lo spettacolo dell’incontro delle acque di questi fiumi.
A Bressanone, se siete abbastanza allenati, potreste inforcare una mountain bike per pedalare sui sentieri e sulle stradine panoramiche che si arrampicano sui monti, magari scegliendo la Plose (dove si sale anche con una spettacolare funivia). Dalla sua vetta più alta, la cima Gabler (2576 metri), si ammira un panorama dolomitico che si apre sulle Odle e sul Sass de Putia, per poi rientrare a Bressanone in stile “discesa libera”, su adrenalinici single trail.
Più tranquilla è, invece, la ciclabile della valle Isarco: in meno di 10 chilometri vi condurrà da Bressanone ai piedi del Forte di Fortezza, per poi raggiungere Rio Pusteria da cui parte il classico percorso della ciclabile della val Pusteria. Lungo il percorso, all’altezza di Varna, fermatevi per una visita alla splendida abbazia di Novacella. Questo è l’unico tratto impegnativo da affrontare: una salita di circa 500 metri che nel suo punto più inclinato sfiora il 10% di pendenza.
Dal Forte di Fortezza a Rio Pusteria
A Fortezza parte il tratto ciclabile che raccorda tra loro le due grandi piste ciclabili della valle Isarco e della val Pusteria: di fatto, spesso viene considerato un prologo di quest’ultima, che ufficialmente inizia a Rio di Pusteria. Seguendolo, da Fortezza si arriva rapidamente nel borgo di Aica con un saliscendi non troppo impegnativo nei pressi di Sciaves; dopo una decina di chilometri in tutto, sfilando nel verde di prati e boschi, si entra nel paese di Rio di Pusteria, dove in estate succede spesso di incontrare atleti o squadre di calcio che stanno svolgendo la preparazione per la stagione agonistica. Facile capire perché: Rio è un piccolo paradiso per chi ama lo sport, abbastanza in quota (763 metri) per allenarsi senza patire il caldo estivo ma non tanto da soffrire il freddo. Ha impianti sportivi d’avanguardia, dalla piscina fino ai campi da calcio regolamentari UEFA e ai campi da tennis in località Valles, accompagnati da strutture ricettive di alto livello. Offre infinite occasioni per correre, pedalare e arrampicarsi sulle falesie, o anche solo per camminare respirando a pieni polmoni l’aria tonificante dei boschi. Su tutte, spiccano le escursioni verso la Malga Fane di Valles e verso le pittoresche malghe della valle di Altafossa, presso Maranza, dove si sale anche comodamente in funivia. Per innamorarsi di Rio di Pusteria sarà sufficiente che prendiate la ciclabile della val Pusteria seguendola per un paio di chilometri in direzione nord est: vi ritroverete al cospetto dell’antica Chiusa di Rio sulla Rienza.
Da Chiusa di Rio a Brunico
Dopo la Chiusa di Rio, la ciclabile risale il corso della Rienza ricalcando a grandi linee il tracciato della ferrovia della val Pusteria. L’asfalto lascia spazio a facili tratti sterrati o in ghiaia e quasi non ci si accorge di pedalare in leggera salita. A breve distanza dalla ciclovia sfilano come cartoline i borghi di Vandoies di Sotto e di Sopra, San Sigismondo e Chienes, che invitano a brevi deviazioni. Poi, attraversata Casteldarne, si lascia temporaneamente il fiume per aggirare il colle di Floronzo e raggiungere più comodamente San Lorenzo di Sebato. Si è praticamente alle porte di Brunico, cittadina che fin dal medioevo presidia la riva sinistra della Rienza. Brunico è il centro di riferimento di tutta la valle e anche un perfetto “campo base” per una full immersion nelle atmosfere d’alta montagna, grazie a efficienti impianti di risalita che, se in inverno trasportano sciatori su piste famose nel mondo, in estate diventano preziosi alleati per gli escursionisti diretti nella vicinissima area dolomitica di Plan de Corones: solo i veri atleti riescono a salire in bici, affrontando tornanti resi celebri dal Giro d’Italia e dedicati ciascuno a un campione del ciclismo: in alcuni punti, infatti, le pendenze superano il 20%. Alla montagna è dedicato anche il Messner Mountain Museum MMM Ripa, allestito nel castello.
A Brunico potreste fare una deviazione per percorrere almeno il primo tratto della ciclabile della valle di Tures, che conduce a Campo Tures in meno di 20 chilometri: si attraversa un mondo incontaminato di boschi, malghe, cascate e piccoli laghi. Il tracciato poi prosegue verso nord, facendosi impegnativo, in valle Aurina
Brunico
Dopo Brunico la ciclabile della val Pusteria punta decisa verso le Dolomiti di Braies e di Sesto, che vi regaleranno panorami da effetti speciali. Per ammirarli da vicino basta pedalare in leggera ascesa per una manciata di chilometri nella gola della Rienza. Viaggerete in gran parte su sterrate, ma la fatica è limitata perché la salita termina già prima di arrivare al pittoresco lago di Valdaora, poco sopra quota 1040 metri. Costeggerete il lago per tutta la sua lunghezza, circa 1700 metri immancabilmente scanditi dalle sagome dei pescatori, poi proseguirete tra falsopiano, salitelle e tratti di pianura verso Monguelfo e Villabassa. La vera difficoltà che avrete sarà decidere se tirare dritto lungo la ciclabile o se concedervi un paio di deviazioni super panoramiche: a nord nel Parco naturale Vedrette di Ries-Aurina, verso il lago di Anterselva (è indispensabile avere molto fiato ed essere allenati…), o a sud in leggera discesa verso il Parco naturale Fanes-Senes-Braies, famoso tanto per le sue vette quanto per il lago di Braies. Seguendo la ciclabile, la tappa successiva sarà Dobbiaco, poco più a ovest.
Dobbiaco
Dobbiaco è la “porta delle Dolomiti”, immersa nella natura rigogliosa di fondovalle e con una bellezza che non risente del tempo. Le sue architetture eleganti, dal fascino da Belle Époque, ricordano che qui, nelle estati di fine ’800 e inizio ’900, si dava appuntamento l’alta società asburgica per villeggiare al cospetto dei paesaggi più belli dell’Impero. Nel monumentale Grand Hotel, diventato centro culturale, ha la sua sede centrale il Parco naturale Tre Cime. Dopo la visita al paese, rimontando in sella, ripartirete per la volata finale puntando a San Candido.
San Candido
Una tranquilla pedalata di appena 5 chilometri separa Dobbiaco da San Candido, ormai a ridosso del confine con l’Austria. Vi consigliamo di lasciare Dobbiaco poco prima del calar del sole, così da arrivare a San Candido quando la luce calda del tramonto “incendia” l’orizzonte delle Dolomiti: è uno spettacolo indimenticabile. Nel frattempo, la ciclabile ha salutato la Rienza per seguire il primissimo tratto della Drava (in tedesco Drau), fiume che nasce a metà strada tra i due paesi e al quale è intitolata la prosecuzione della ciclabile (Drauradweg) in territorio austriaco. Vi accorgerete subito che la bicicletta è amatissima da queste parti: siete in un territorio dal tasso di sportività decisamente fuori scala, dove Jannik Sinner, campione nato all’ombra della Collegiata dei Ss. Candido e Corbiniano, è solo l’ultimo erede di un’impressionante dinastia di sciatori, biatleti, slittinisti e hockeisti (su ghiaccio, ovviamente). Dipende proprio dalla presenza delle Dolomiti, palestre naturali che esercitano un richiamo irresistibile a vivere attivamente la montagna su alpinisti, atleti, semplici escursionisti e biker. Anche gli appassionati di nordic walking ed equitazione qui trovano un piccolo paradiso, tra sentieri attrezzati e maneggi che propongono belle uscite a cavallo. Con una decina di chilometri in leggera salita, da San Candido potrete raggiungere anche Sesto, Moso e l’appartato microcosmo della val Fiscalina, valle incontaminata lunga solo 4,5 chilometri: è uno dei punti di accesso al Parco naturale delle Tre Cime, che protegge buona parte delle Dolomiti di Sesto.