La Palazzina Liberty di Milano, con le sue eleganze d’inizio ’900, oggi può apparire un po’ fuori contesto, isolata com’è nel parco Vittorio Formentano di largo Marinai d’Italia, sulla circonvallazione esterna di Milano. Quando fu costruita la destinazione d’uso e il mood di questa zona erano ben diversi: bisogna immaginarla circondata da vasti padiglioni in vetro e ferro battuto, negozi, magazzini e altri edifici brulicanti di vita. Nei primi anni del secolo scorso, infatti, le autorità cittadine decisero di spostare qui il Verziere, lo storico mercato ortofrutticolo che si era sempre tenuto nel centro di Milano. Il nuovo mercato comprendeva una serie di strutture e servizi all’avanguardia distribuiti razionalmente, tra cui spiccava la bella palazzina: era il padiglione di ristoro per gli avventori e i commercianti, progettato in stile Liberty guardando agli esempi europei più moderni. L’edificio, ideato dall’architetto Alberto Migliorini nel 1908, è una struttura a un unico piano con pianta rettangolare e due absidi sui lati corti, con una luminosa sala interna; lo caratterizzano grandi finestre con intelaiature in ferro ed eleganti decorazioni floreali a piastrelle. Proprio per la sua bellezza la palazzina fu risparmiata dagli abbattimenti quando il mercato fu interamente smantellato, nel 1965. Iniziò tuttavia un periodo di abbandono in cui l’area dell’ex mercato si trasformò quasi spontaneamente in un parco. Nel 1974 la Palazzina Liberty fu concessa in uso al collettivo “La Comune” del futuro premio Nobel Dario Fo e di sua moglie Franca Rame, diventando un polo fondamentale del teatro e della cultura milanesi: perciò oggi è ufficialmente intitolata alla coppia. Dal 1992, dopo ampi restauri, accolse la Casa della poesia, i concerti dell'Orchestra da Camera Milano Classica, il Festival Senza Parola dedicato ai film muti e molte altre iniziative culturali e musicali. Dopo un nuovo periodo di abbandono, oggi la palazzina sta vivendo una grande riqualificazione che è destinata a riportarla alla bellezza di un tempo entro il 2026, ma è prevista una parziale riapertura già prima della fine dei lavori.