Il Naviglio della Martesana è forse il meno noto tra gli antichi canali artificiali che collegano Milano ai grandi fiumi lombardi. Nasce dall’Adda a Concesa, una frazione di Trezzo d’Adda, attraversa la subregione della Martesana, a nord est del capoluogo, e una volta in città si inabissa sotto via Melchiorre Gioia, all’altezza della Cassina de’ Pomm. Misura 38 circa km di lunghezza, per una larghezza che varia dai 9 ai 18 metri. Un tempo, però, il Naviglio della Martesana proseguiva a cielo aperto fino in centro, dove un sistema di chiuse incentrato sulla Conca dell’Incoronata lo collegava al breve Naviglio di S. Marco e alla cerchia urbana dei Navigli. La conca fu inaugurata nel 1496, sfruttando portelli di chiusa progettati da Leonardo da Vinci. Il canale era stato aperto nel 1471, sotto Francesco Sforza. Congiungendolo agli altri Navigli, Leonardo poneva le basi per realizzare un sogno degli Sforza: viaggiare via acqua dal Ticino, e dunque dal lago Maggiore, fino all’Adda e al Lario passando per Milano.
Oggi lungo il Naviglio della Martesana corre la Ciclovia Luigi Riccardi, itinerario di circa 35 km dedicato allo storico presidente della Federazione Italiana Amici della Bicicletta. Questa ciclopedonale, perfetta per le gite fuori porta, solitamente viene affrontata in senso inverso alla corrente, risalendo cioè da Milano all’Adda. Il tratto milanese del canale e della ciclabile sfila tra architetture industriali, sottopassi e case di ringhiera; lambisce i giardini e le ville di Crescenzago, quartiere che un tempo era paese autonomo, e arriva a Cernusco sul Naviglio, dove brilla la settecentesca villa Alari Visconti. A metà del percorso si attraversa Gorgonzola, poi sono le ville signorili di Inzago a riflettersi nell’acqua. Si giunge in vista dell’Adda all’altezza di Cassano d’Adda dove, defilato e a picco sul fiume, sorge un suggestivo castello visconteo diventato hotel. Poi l’itinerario piega a nord, verso Concesa, passando per Groppello: qui si sfila accanto a una grande ruota, mossa dall’acqua del Naviglio, che secondo una (discussa) tradizione sarebbe stata progettata da Leonardo. Poco oltre, a Vaprio d’Adda fiume e canale scorrono ai piedi della villa Melzi d’Eril, dove Leonardo soggiornò più volte, come testimoniano appunti e disegni. Facile capire perché questa zona rientri attualmente nell’Ecomuseo Adda di Leonardo... Alla derivazione del canale dal fiume, sul lato opposto della valle si intravede l’utopia ottocentesca di Crespi d’Adda, villaggio operaio inserito tra i patrimoni dell’Umanità UNESCO.