Panoramica
Davanti all’ingresso della tribuna dell’ippodromo di Milano c’è un cavallo. Non ci sarebbe nulla di particolare, se il cavallo non pesasse 10 tonnellate e non fosse alto più di 7 metri. È il cosiddetto Cavallo di Leonardo, scultura in bronzo realizzata dalla statunitense Nina Akamu sulla base di una serie di disegni e studi di Leonardo da Vinci raccolti nel Codice Windsor. Il genio del Rinascimento lavorò per una decina d’anni all’idea di questa scultura, di enorme complessità tecnica. Doveva essere la parte inferiore di un titanico monumento equestre dedicato a Francesco Sforza, il più grande al mondo nel suo genere. Non arrivò mai a realizzarla. Riuscì solo a fare il modello in terracotta del cavallo, poi distrutto dalle soldataglie francesi che invasero Milano nel 1499. L’idea di realizzare la scultura a distanza di circa 500 anni si deve a un collezionista statunitense, Charles Dent, che ha dedicato 15 anni a raccogliere i fondi necessari: a questo scopo ha istituito la Leonardo da Vinci’s Horse Foundation (Ldvhf), che ha portato a termine l’iniziativa dopo la sua morte. Realizzata l’opera, la fondazione l’ha donata alla città di Milano, dove è arrivata nel 1999.
