Il Tempio di Minerva Medica (o più comunemente chiamato "Ercole Callaico" o "Le Galluzze") che si trova in via Giolitti è una grande struttura di epoca tardo-antica, considerata un tempo una residenza imperiale. Si tratta di un’aula monumentale costruita in due fasi nei primi decenni del IV secolo d.C., e presumibilmente ricavata da un’area appartenuta all’imperatore Gallieno, detta Horti Liciniani. La sua pianta centrale polilobata dal profilo ’a margherita’, il progressivo alleggerimento delle murature verso l’alto, e lo studio attento delle proporzioni, fanno di questo edificio uno dei più singolari e audaci monumenti del IV secolo, al pari di quelli delle grandi città imperiali di Colonia e Costantinopoli. Le sue imponenti dimensioni, definite dal diametro di 25 m e dall’altezza della cupola di 32m (ora ridotti a 24m), hanno reso questo edificio uno dei più significativi punti delle vedute di Roma, finché non sono stati apportati moderni cambiamenti nel quartiere Esquilino. Tipico dell’epoca tardoantica è la cupola a spicchi ’a vela’ (terza a Roma dopo il Pantheon e le Terme di Caracalla), illuminata e alleggerita da finestroni, secondo una forma poligonale ad emisferica. Una fitta e regolare opera laterizia, nicchie semicircolari, massicci pilastri come contrafforti, profonde nicchie su nove lati con grandi finestre arcuate sovrastanti, colonne presenti all’ingresso e nei quattro nicchioni ai lati dell’edificio, contrafforti esterni addossati ai pilastri angolari e due grandi esedre sull’asse trasversale che fiancheggiano il padiglione a pianta centrale, fanno di questo complesso uno spettacolo di armonia e simmetria. Per assicurare la stabilità dell’edificio, le nicchie aperte sono state tamponate, dando continuità alla struttura, e sono stati realizzati poderosi contrafforti addossati ai pilastri angolari, che hanno modificato la sagoma esterna dell’edificio. Per quanto riguarda la decorazione: sulla cupola sono rimaste tracce di mosaici in pasta vitrea, poi coperti da uno strato di intonaco, pareti ricoperte di lastre marmoree, pavimenti ricoperti da mosaici lapidei, opus sectile a vivaci colori. Inoltre un sistema di ipocausti correva sotto alcuni degli ambienti individuati, suggerendo per l’aula decagonale l’ipotesi di funzioni tricliniari. Questo edificio è uno dei monumenti più studiati dell’antichità, ma purtroppo ne è stato sottovalutato il problema statico, che ha portato nel 1828 al crollo della cupola, poi restaurata negli anni ’40 del Novecento. Attualmente è in corso un intervento di consolidamento e restauro dell’intero monumento.
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