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Lazio

Esplorare i villaggi nascosti del Lazio settentrionale, veri e propri rifugi in campagna

Alla scoperta dei segreti nascosti del Lazio settentrionale: un viaggio tra borghi storici a pochi passi da Roma

8 minuti

Questo articolo esplora i villaggi nascosti del Lazio settentrionale, offrendo uno sguardo sui borghi storici di Vitorchiano, Bomarzo e Greccio. Scoprirete le meraviglie architettoniche, le storie e le tradizioni che rendono questa regione unica. Un viaggio tra sculture vulcaniche, parchi misteriosi e il luogo del primo presepe di San Francesco, immersi nella splendida campagna italiana.

Vitorchiano un villaggio di roccia vulcanica circondato da sculture

Vitorchiano un villaggio di roccia vulcanica circondato da sculture

Sorgendo dalla roccia vulcanica che ne costituisce la base, Vitorchiano è un suggestivo villaggio di pietre scoscese e soggette alle intemperie, che si fondono senza soluzione di continuità tra le costruzioni naturali e quelle realizzate dall'uomo. Ma non è stata solo madre natura a scolpire la pietra, come dimostrano la vicina valle di sculture e la statua del Moai che domina il villaggio. Al di là delle mura difensive merlate del Borgo, è fiorita una Vitorchiano più moderna, che fa di questo villaggio un'ottima base per esplorare gli altri antichi insediamenti della provincia di Viterbo e la campagna circostante.
 Con credenziali di tutto rispetto, tra cui l'inserimento nella lista de “I Borghi più Belli d'Italia” e la certificazione della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, un marchio di qualità turistico-ambientale per i piccoli centri, Vitorchiano è senza dubbio uno dei borghi più suggestivi della provincia.

 Le 5 cose da non perdere:

●  Ammirare il panorama mozzafiato dalla vicina statua del Moai

● Entrare nelle mura storiche merlate per passeggiare nel centro storico

● Scendere alla Valle delle Sculture per salire al Santuario di San Michele Arcangelo

● Sosta nel Parco Cinque Sensi

● Visitare l'archivio storico e il museo civico (aperto solo nei fine settimana).

In questo piccolo borgo storico si trova una statua Moai, l'unica che si ritiene esista al di fuori dell'Isola di Pasqua.
 Prima di raggiungere quello che si sarebbe rivelato un vero e proprio pezzo di storia moderna scolpito da Rapa Nui, però, i vostri occhi saranno distratti dal panorama mozzafiato che si estende davanti voi. In cima alla ripida e mastodontica roccia di peperino vulcanico che costituisce l'ancora del villaggio, svettano maestose le case verticali realizzate con la stessa pietra. Sorgendo dalla valle boscosa sottostante e sembrando quasi un tutt'uno con la loro base, è uno spettacolo da vedere, senza pensare che il borgo sia stato costruito più di 1000 anni fa.
 È proprio questa pietra, il basalto vulcanico e il peperino calcareo, che ha spinto gli abitanti dell'Isola di Pasqua a ricreare qui una delle loro famose e imponenti statue a forma di testa, che ora si erge orgogliosa accanto al punto panoramico. Nel 1990, la famiglia Atan, originaria di Rapa Nui, ha costruito il monolite. Costruito per ricordare al mondo l'importanza di conservare il patrimonio della loro terra d'origine, non sono stati i primi visitatori a rispondere all'invito a scolpire con la celebre roccia della regione.
 Molto più in basso, la Valle delle Sculture ospita una piccola radura ricca di statue modellate molti anni prima, ricordo delle radici di pietra di questo villaggio. Dalla valle si può salire al trecentesco Santuario di San Michele Arcangelo o tornare indietro verso il paese, percorrendo il sentiero a zig-zag che sale verso l'imponente porta d'ingresso.
 All'interno del nucleo storico, girerete le strade su cui si affacciano residenze storiche contrassegnate da targhe, dall'antica casa del vescovo e del rabbino, fino alla modesta casa di Santa Rosa, che si dice si sia trasferita qui nel 1250. Le strade piene di vasi di fiori si allontanano dalle vie principali, ma sempre, in qualche modo, si finisce sotto l'antica torre dell'orologio di Piazza Roma. Adiacente al vecchio municipio, la sala del consiglio del comune ornata di affreschi funge anche da museo per il solo fine settimana, consentendo l'accesso a una seconda torre che offre una vista sui tetti. All'interno, si possono scoprire i legami storici del villaggio con Roma, in particolare la Guardia Capitolina, che fu assunta da qui per difendere Roma, la cui uniforme è ancora visibile nella capitale fino ad oggi.
 Dopo aver visitato una serie di piccole chiese e un convento di suore, si può lasciare il centro storico attraverso le mura difensive del XIII secolo alla ricerca del pranzo, con lo scopo di provare il piatto locale più famoso, i cavatelli vitorchianesi, una pasta spessa simile a un lombrico e condita con una ricca salsa di pomodoro.

Vitorchiano: Informazioni utili
Il momento migliore per visitarlo: Vitorchiano è una delizia da visitare in qualsiasi stagione, anche se, essendo uno dei “Borghi più belli d'Italia”, l'estate può vedere un numero maggiore di visitatori, quindi prendete in considerazione la primavera e l'autunno per il bel tempo e un'atmosfera più affascinante nelle strade più tranquille.
 Come arrivare: I treni per Viterbo (la vicina provincia regionale) sono frequenti da Roma o Firenze. Da lì, Cotral gestisce una manciata di servizi giornalieri da e per Viterbo presso la stazione centrale degli autobus.

Bomarzo, sculture antiche e segreti etruschi

Bomarzo, sculture antiche e segreti etruschi

La storia di Bomarzo può essere fatta risalire a migliaia di anni fa, prima che i Romani mettessero veramente in risalto quest'area.
Non lontano dalle stradine acciottolate del centro storico, il “Parco dei Mostri”, risalente al XVI secolo, è di certo una meta imperdibile per chi visita questo territorio. Ad attendervi, sparse spaventosamente tra la boscaglia, troverete le straordinarie sculture che il maestro scultore Simone Moschino e l'architetto Pirro Ligorio crearono dalle grandi rocce di peperino (basalto e calcare) che si trovano nelle vicinanze. Bomarzo è considerato uno dei Borghi più Belli d'Italia e ha ottenuto la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, un marchio di qualità turistico-ambientale per i piccoli centri.

Le 5 cose da non perdere:

●  Ammirate le sculture del Sacro Bosco

●  Ammirare il Palazzo Orsini, oggi sede del consiglio comunale

● Passeggiare per i vicoli del centro storico

●  Visitare la vicina Piramide Etrusca

● Assaggiare il biscotto di Sant'Anselmo e visitare la Chiesa di Sant'Anselmo.

 Per capire veramente la regione di Viterbo, è necessario conoscere un po' la sua storia. Sebbene i Romani abbiano lasciato qui più di un'impronta, è opportuno andare più indietro nel tempo, agli Etruschi, che per secoli hanno abitato questa parte dell'Italia settentrionale. L'antico popolo dell'Etruria, che raggiunse l'apice della sua civiltà nel VI secolo a.C. (anche se la civiltà era certamente più antica di centinaia di anni), lasciò parte della sua eredità culturale ai Romani. Si trattava di una società sviluppata con un proprio patrimonio architettonico, in parte ancora da scoprire.
 Una delle attrazioni più impressionanti, una piramide etrusca, si trova avvolta dalla vegetazione a breve distanza da Bomarzo. Scoperta nel 1991, solo nel 2008 Salvatore Fosci, un abitante di Bomarzo, si è adoperato per eliminare le erbacce e la vegetazione che tenevano questo antico sito chiuso ai visitatori. Ora, in qualità di esperto locale, accompagna volentieri i viaggiatori incuriositi sul posto, condividendo la storia ancora discussa del sito che si ritiene risalga al VII secolo a.C., simile nell'aspetto ai manufatti Maya rinvenuti in America centrale.
 Altrettanto imponente e anch'esso scolpito nel peperino locale è il Sacro Bosco, noto anche come Parco dei Mostri. Ci vorrà circa un'ora ad esplorare questo giardino, dove Simone Moschino scolpì nel XVI secolo statue gigantesche, spesso un po' grottesche. Con circa 40 diverse figure e forme artigianali da vedere nell'area del parco, da scene di combattimento mitiche a drammatici volti orripilanti a bocca aperta, Bomarzo vi apparirà tutt'altro che il pittoresco e apparentemente dimenticato borgo di provincia!

Bomarzo: informazioni utili:

Il momento migliore per visitarlo: L'attrazione principale di Bomarzo, il Sacro Bosco, rimane aperto tutto l'anno. In aprile, la Festa del Biscotto celebra l'amato biscotto di Sant'Anselmo, un tipo di ciambella dolce di Bomarzo.
 Come arrivare: Da Vitorchiano, Bomarzo è raggiungibile in autobus, con coincidenza a Viterbo.

Greccio, presepi e percorsi religiosi

Greccio, presepi e percorsi religiosi

La medievale Greccio, insignita della denominazione “I Borghi più Belli d'Italia”, è un tranquillo borgo alle pendici della Valle di Rieti. Famoso soprattutto per la sua storia religiosa e per il suo percorso di pellegrinaggio, è qui che San Francesco d'Assisi veniva a pregare in silenzio e che, quasi 800 anni fa, realizzò il primo presepe della storia. Oggi il paese si aggrappa con orgoglio a questa tradizione, ospitando ogni anno un presepe vivente e un museo internazionale dedicato ai presepi. Al di là del paese, il Santuario di Greccio, completo di una cappella nel luogo in cui San Francesco avrebbe pregato, si staglia sulle montagne verdeggianti, quasi a voler custodire questo ambiente sereno.

Le 5 cose da non perdere:

● Gustare un caffè nella pittoresca piazza di Greccio prima di visitare la chiesa che si trova poco più sopra

● Seguire il Sentiero degli Artisti intorno a Greccio per individuare le opere d'arte esterne

● Percorrere il Sentiero della Natura e della Spiritualità prima di entrare nel Santuario di Greccio

● Pranzare con vista sulla Valle di Rieti, provando il piatto di pasta locale

● Visitare il Museo Internazionale del Presepio

Arrivando in provincia di Rieti, la prima tappa del tour parte nel borgo di Greccio. Non è stato il borgo antico in sé, ma piuttosto un'altra parte del paesaggio che ha plasmato la storia della pianura sottostante, il Santuario Francescano, avvolto dalla foresta.
Immerso in quella che viene chiamata la Valle Santa di Rieti, la storia del borgo e del luogo si intreccia con quella di San Francesco, il cui amore per questa tranquilla valle non conosceva limiti. Qui, nel 1209, trovò per la prima volta conforto, dormendo e pregando sotto le rocce affioranti per trovare riparo e, cosa forse più importante, creò la prima rappresentazione della natività in assoluto nel 1223.
Oggi, il grande santuario eretto in suo nome, che forse è agli antipodi rispetto alla sua vita semplice, attira migliaia di pellegrini, molti dei quali percorrono il Cammino di Francesco, parte della ben più lunga Via Francigena. 
Prendetevi il tempo per visitare il Santuario e il Museo Internazionale del Presepio di Greccio.
Questo vasto museo raccoglie presepi provenienti da ogni parte del mondo, con particolare attenzione al gemellaggio del borgo con Betlemme. Qui si possono ammirare innumerevoli disegni dettagliati di presepi provenienti da diverse culture.
Dopo aver passeggiato per le graziose strade del borgo, dove il percorso “degli artisti” vi porterà alla scoperta di affreschi esterni e dipinti religiosi che adornano gli edifici, potrete godervi il pranzo con vista panoramica sulla valle verdeggiante.

Greccio: Informazioni utili

Il periodo migliore per visitarlo: Greccio è una meta bella tutto l'anno, anche se per chi vuole affrontare i sentieri la primavera e l'autunno sono i periodi più piacevoli. Naturalmente, essendo “la patria del presepe”, anche il periodo invernale che precede il Natale è un momento eccezionale per godersi il borgo.
Come arrivare: Da Roma, Greccio è raggiungibile in treno o in autobus fino a Rieti (il capoluogo di provincia), per poi cambiare con uno degli autobus locali a breve percorrenza. La stazione ferroviaria più vicina è quella di Greccio, anche se si tratta di una passeggiata relativamente lunga e in salita (servita anche da autobus).

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