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Roghudi Vecchio

Panoramica

Affacciato verticalmente sui bianchi ciottoli della fiumara Amendolea, nel cuore dell’Aspromonte, il paese di Roghudi Vecchio è diventato uno dei tanti borghi fantasma della Calabria da quando, negli Anni ’70, anche gli ultimi abitanti si allontanarono da queste case.
Il toponimo deriva probabilmente dal greco rogòdes, che significa “ricco di crepacci”: effettivamente sono entrambi termini che disegnano alla perfezione l’aspetto urbanistico di questo paesino di montagna. Le strade di Roghudi Vecchio sono così ripide che, secondo una popolare leggenda, le caviglie dei bambini venivano legate a dei ganci fissati alle case (ne vedrete alcuni sui muri del paese), per evitare che rotolassero giù.
Sono diversi i motivi dello spopolamento del borgo. Sicuramente la sua posizione, isolatissima, arroccata in cima a una parete di roccia a 527 metri di quota, non agevolava la vita di chi ci abitava. Poi però si è presentato un problema di vera e propria sicurezza abitativa. Nel Dopoguerra il rischio idrogeologico era diventato tale da obbligare le autorità ad allontanare i cittadini, in particolar modo dopo le due grandi alluvioni del 1971 e del 1973.
A distanza di oltre 50 anni il “nuovo” comune di Roghudi, rinato sulla costa ionica, vicino a Melito di Porto Salvo, sta portando avanti studi e iniziative per ridare vita al borgo originario.

Roghudi Vecchio

89060 Roghudi Vecchio RC, Italia

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