In Alto Adige, alla scoperta dei borghi più belli d’Italia
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Nello specifico, i comuni che hanno meritato questo riconoscimento per la magnificenza del loro patrimonio artistico, culturale, architettonico e paesaggistico sono 5: Egna, Glorenza, Vipiteno, Castelrotto e Chiusa.
Questi piccoli centri abitati, che più degli altri vi conquisteranno, si possono visitare in giornata, ma non fraintendete: sono ricchissimi di attrazioni e bellezze da scoprire.
Ogni borgo dell’Alto Adige contiene un pezzetto dello stile e dell’atmosfera della regione, che sia una bancarella ricolma di fiori, una panchina di fianco a una fontanella di montagna o una piazzetta su cui si affaccia una collezione di tipici erker, i balconi coperti che sporgono dalla struttura dell’edificio. Ma non solo: il racconto di questi luoghi ci parla ancora attraverso antiche mura e torri, edifici medievali e tardo rinascimentali e portici dove un tempo si tenevano i mercati e si faceva l’economia del luogo.
Egna e il Parco Naturale di Monte Corno
Egna è un piccolo borgo medioevale dell’Alto Adige dall’atmosfera senza tempo ed eterna, in una posizione strategica per gli amanti della natura che dopo una sosta rilassante in città vogliono riprendere il contatto con la montagna.
Da Egna si arriva facilmente al Parco Naturale di Monte Corno, da cui si possono raggiungere diverse malghe nei pressi di Trodena. Inoltre, dal borgo si possono percorrere diverse piste ciclabili ed escursioni.
Il centro storico di Egna rappresenta la quintessenza della cittadina altoatesina, perché ricca di storia e di vicende da raccontare all’ombra di un portico mentre si ammirano le cime delle montagne.
A Glorenza, tra mura e torri
Anche Glorenza si difende con la sua offerta artistica e architettonica, unica nel suo genere ed esempio principe di quello che doveva essere un'autentica cittadella medievale. Nel passato ha giocato importanti posizioni all’interno del tessuto economico, commerciale e difensivo del territorio: lo testimoniano le mura del borgo e le torri rimaste ancora intatte.
In particolare, quella di Sluderno è la torre che racconta meglio il passato di Glorenza insieme al mulino cittadino. Ma il borgo oltre alla sua storia, parla anche di arte: in centro è visitabile la mostra di Paul Flora, mentre oltre il complesso delle mura si trova un’interessante scultura che vale la pena fotografare.
Vipiteno e i suoi castelli
Il viaggio alla scoperta dei borghi altoatesini più belli d’Italia prosegue con Vipiteno, polo per gli amanti della cultura e della montagna. Famose sono le sue reminiscenze medievali, non solo in centro città ma anche nelle valli circostanti dove potrete visitare Castel Wolfsthurn, Castel Tasso e Castel Pietra.
In città, invece, non perdete una visita alla Torre delle Dodici, che è anche emblema del borgo, o il palazzo del municipio, in cui sono collocati reperti romani. Anche il Museo Multscher possiede al suo interno opere d’arte interessanti e affascinanti, come il dirimpettaio Museo Civico.
Ultime ma non meno degne di nota sono le attrazioni naturalistiche nella Val di Vizze e Campo di Trens: escursioni, gite in montagna e in bicicletta sono all’ordine del giorno.
Castelrotto con vista sullo Sciliar
Castelrotto non è da meno per bellezza e interesse. Si trova nell’Alpe di Siusi e custodisce più di un tesoro da scoprire. La chiesa dei Santi Pietro e Paolo, per esempio, dalla cui cima del campanile si ammira un paesaggio mozzafiato sul Parco naturale dello Sciliar.
Il centro è un tripudio di colori, profumi e delizie che ancora sanno di antiche case nobiliari e del lusso della classe abbiente. Allo stesso modo degli altri borghi, possiede diversi percorsi escursionistici e occasioni per vivere la natura del luogo.
Chiusa, che incantò Albrecht Dürer
Concludiamo la panoramica sui borghi altoatesini più belli d’Italia con Chiusa. Chiamata anche Dürer, è celebre per aver ospitato, ed ispirato, Albrecht Dürer. Di lui rimane la cosiddetta “pietra” presso il Monte Tschan.
A Chiusa gli appassionati di storia non possono non dare un’occhiata al Museo Civico e alla sua opera principale, il tesoro di Loreto del XVI secolo, e anche alla Cappella di Loreto. L’itinerario tocca anche il Convento di Sabiona, che si trova fuori città ma che conquista i visitatori per la sua aura pittoresca e poetica.