Panoramica
La basilica abbaziale di S. Giustina ha cambiato aspetto molte volte a partire dal V secolo, epoca cui risale la prima versione di questa chiesa. All’inizio era soltanto un piccolo oratorio costruito su una necropoli, là dov’era stata sepolta santa Giustina Martire, in una zona esterna alla città e insidiata dalle paludi della bassa veneta. Si stenterebbe a crederlo di fronte all’imponenza della basilica attuale, lunga ben 122 metri e coronata da 8 cupole, e all’ariosa eleganza della piazza che la introduce: Prato della Valle, un vasto spazio tardo-settecentesco che comprende un isolotto verde circondato da un canale e un’ottantina di statue, dedicate agli uomini illustri di Padova e della sua Università.
Dall’VIII secolo, accanto alla basilica, prese forma l’abbazia benedettina di S. Giustina, cui tuttora la chiesa fa riferimento, sede di una importante biblioteca. Dopo il terremoto che colpì il Veneto nel 1117, la basilica fu ricostruita in stile romanico. Fu riedificata di nuovo, tra il 1532 e il 1579, questa volta in monumentali forme rinascimentali, restando tuttavia con la facciata incompiuta. Tra i capolavori d’arte che vi sono custoditi spicca, sull’altare di fondo, la pala del Martirio di S. Giustina di Paolo Veronese (1575 circa). Fulcri religiosi sono invece l’arca di S. Luca Evangelista (1316), l’arca di S. Mattia Apostolo e il sacello di S. Prosdocimo, residuo del primo complesso paleocristiano, con un’iconostasi in marmo del VI secolo.
Le reliquie di san Luca e san Mattia e il legame con le figure di santa Giustina e san Prosdocimo fanno di questa basilica una tappa fondamentale sulla rotta della Romea Strata, la via di pellegrinaggio che scende a Roma dall’Europa nord-orientale attraversando Friuli e Veneto. Tra le tombe di tanti santi e beati, merita una sosta di (laica) venerazione anche il sepolcro della veneziana Elena Lucrezia Cornaro Piscopia: nel 1678 fu la prima donna laureata.
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