Sulle Dolomiti, alla scoperta dei fiori dell’inverno
3 minuti
Quando l’estate cede il passo all’autunno e i verdi brillanti della stagione calda virano in quel caleidoscopio di stupore che è il foliage, in Trentino potete ammirare anche una vasta varietà di fiori di montagna, tipici dell’autunno e dell’inverno.
I ciclamini, che annunciano l’autunno
Il nostro viaggio alla scoperta dei fiori delle Dolomiti, piccoli capolavori della natura, inizia con i ciclamini che sfruttano i raggi di sole che filtrano dalle faggete, e sono facili da incontrare e riconoscere durante una qualsiasi passeggiata, anche la più semplice.
Rosa e fucsia sono i loro colori più comuni ma non è raro trovare altre varietà. La colorazione dipende dai pigmenti, una caratteristica genetica, ma l’intensità con cui il colore si presenta è anche conseguenza di componenti esterne, come la temperatura, la quantità di minerali nel terreno e la luce solare che la pianta riceve.
Ecco che ogni stagione, ogni habitat, ogni annata può presentare piccole differenze. Delfinidina, cianina e peonidina sono i pigmenti del rosa, del porpora e del viola, mentre i carotenoidi sono responsabili del giallo. Ogni stagione lunare, e della vita, ha il suo colore, dettaglio che aggiunge poesia alla poesia.
L’elleboro, o rosa di Natale
Tipicamente invernale e caratteristico di queste zone è anche l’elleboro.
D’estate passa inosservato per via delle sue foglie verdissime, ma d’inverno dà il meglio di sé grazie a fiori bianchi che si confondono con la neve e rendono ancor più unico il paesaggio delle Dolomiti.
Chiamati anche rose di Natale, perché sbocciano tra dicembre e febbraio, potete ammirare ellebori pure nelle varianti porpora, rosa, crema e verde.
Nonostante l’aspetto innocuo, l’elleboro ha una fama terribile racchiusa già nel nome: in greco antico, infatti, elleborus significa cibo che uccide. La ragione è semplice: la pianta contiene, in ogni sua parte, un potente veleno che agisce sul cuore, l’elleborina. In passato, somministrato in piccole dosi, veniva utilizzato per curare la pazzia, ma è letale in quantità eccessive.
Tutti gli ellebori del Trentino
Non tutti gli ellebori sono uguali. La rosa di Natale, o Helleborous niger, riempie prati montani, boschi di latifoglie e boscaglie fino al mese aprile. A febbraio, invece, potete osservare con maggiore facilità i petali di Helleborous viridis, elleboro verde, che si incontra nelle radure dei boschi o al loro limite; i fiori sono pallidi come la neve, oppure verdi, grazie alla grande quantità di clorofilla che contengono. L’elleboro fetido, il cui nome scientifico è Helleborous foetidus, si trova solo sulle Dolomiti trentine; i suoi fiori sono campanulati, di color verdastro con margini rossastri e, come si intuisce già dal nome, ha un odore sgradevole.
A Viote, per scoprire i segreti delle piante di montagna
Alla vigilia della primavera, invece, è il bucaneve il re dei boschi trentini.
Il Galanthus nivalis, questo il suo nome scientifico, cresce in luoghi umidi, lungo i ruscelli, nei prati e nei boschi misti decidui, annunciatore di un nuovo inizio. Chiamato anche stella del mattino, proprio perché sboccia quando è ancora inverno, primo fra tutti gli altri fiori, ha una forma a campana e predilige i climi di alta quota.
Se siete curiosi di conoscere qualcosa di più sui fiori e sulle piante che crescono sulle Dolomiti visitate uno dei tanti orti botanici del Trentino. Tra i più grandi di tutte le Alpi, ad esempio, c’è il Giardino Botanico Alpino Viote di Monte Bondone. Si trova a Viote, in provincia di Trento, e in dieci ettari raccoglie circa duemila specie di piante di alta quota, molte delle quali in via di estinzione. Qui non potrete scoprire solo fiori e piante dolomitici: il Giardino, infatti, contribuisce alla conservazione della biodiversità delle specie vegetali delle principali catene montuose del mondo e partecipa al programma internazionale di scambio non commerciale di semi, redigendo ogni anno il Delectus seminum, una sorta di censimento. I
n inverno, invece, l’indirizzo da segnare in agenda è quello del MUSE, il Museo delle Scienze di Trento, perché l’orto botanico si trova in quota ed è aperto solo nei mesi estivi. A luglio e agosto, i periodi di massima affluenza, sono tante le attività in programma, dalle visite guidate alle degustazione di tè e infusi fatti con piante di montagna.