Il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, un mare da favola
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7 le isole maggiori (Elba, Giglio, Giannutri, Capraia, Pianosa, Gorgona e Montecristo), da esplorare lungo i sentieri di trekking nelle mezze stagioni, da godere al mare durante l’estate per chi ama lo snorkeling, le immersioni e gli avvistamenti di delfini e balene. Perché qui siamo nel Santuario dei Cetacei.
L’isola d’Elba
C’è chi la adora per il suo mare, chi per i sentieri di trekking e mountain bike, chi per la storia, chi per la natura. Certo è che l’isola Elba andrebbe visitata in ogni stagione, un vero inverno lì non sanno cosa sia, per apprezzare la sua vegetazione dirompente, le sue alture e ogni sua insenatura dai fondali turchesi.
La Grande Traversata elbana consente di conoscere da cima a fondo l’interno di quest’isola a forma di pesce, che la si voglia vedere a piedi, in mountain bike o a cavallo. Per scoprire la sua flora si visita l’Orto dei Semplici all’eremo di Santa Caterina di Rio dell’Elba, la storia delle sue miniere di ferro è narrata al Parco Minerario a Rio Marina, mentre una passeggiata alla fortezza del Volterraio, di recente restaurata e aperta alle visite, consente di godere un panorama straordinario sull’Elba e le sue sorelle.
L’isola del Giglio e l’isola di Giannutri
Di fronte al monte Argentario, il Giglio è un’isola montuosa, verdissima, con versanti scoscesi tra quali si aprono alcune belle spiagge: l’Arenella, le Cannelle, non distanti da Giglio Porto, mentre la grande spiaggia di Campese è sul versante opposto.
Dal grazioso porto di attracco si può salire a piedi a Giglio Castello, la rocca fortificata con un piacevole borgo, dal quale di dipanano altri sentieri molto panoramici che consentono di raggiungere le punte estreme dell’isola, tra vaste estensioni di macchia mediterranea e qualche vigneto con il quale si produce l’Ansonaco.
Dal porto del Giglio partono escursioni per l’isola di Giannutri, uno scoglio calcareo dalle coste alte e frastagliate su un mare straordinariamente trasparente, dove visitare i resti archeologici di una villa romana del I sec. a.C.
L’isola di Capraia
Al porto di Capraia si arriva con i traghetti del servizio pubblico da Livorno per poi incamminarsi lungo un sentiero che consente di fare in 4-5 ore il periplo dell’isola, con soste in alcune baie dove fare il bagno e lunghi bellissimi tratti sulle falesie a picco sul mare.
Le rocce rosse di Punta dello Zenobito, denunciano la natura vulcanica dell’isola. Sull’isola vivono stabilmente circa 300 persone che si dedicano alla ricettività turistica e all’agricoltura. Gli edifici che si vedono sull'altura sopra il porto sono quelli della vecchia colonia penale agricola, chiusa nel 1986. Una sola giornata potrebbe non bastare per esplorare l’isola, meglio organizzare un pernottamento nei numerosi b&b e alberghi del porto.
L’isola di Montecristo
Isola selvaggia, riserva naturale integrale, Montecristo è oggi completamente disabitata, ma c’è stato un tempo in cui , attorno al VII sec. d.C. ospitava una comunità di monaci, di cui oggi rimangono le rovine di una chiesa e dell’abbazia.
Nell’800 l’isola fu frequentata dall’entourage del marchese fiorentino Carlo Ginori che, dopo aver acquistato la villa Taylor, ne fece la base per battute di caccia: oggi la villa è utilizzata come foresteria per chi si reca sull’isola per scopi scientifici. A Montecristo si può arrivare solo prenotando le visite organizzate dall’ente parco con partenze da Piombino, Elba, Porto S. Stefano e Giglio. Le escursioni sono possibili solo lungo i 3 sentieri autorizzati ed è vietata la balneazione.
L’isola di Gorgona
Gorgona è la più piccola delle isole dell’Arcipelago toscano da 1860 è un penitenziario. Si può visitare solo con visite guidate con partenza dal porto di Livorno organizzate dall’Amministrazione penitenziaria in accordo con il parco.
Approdati a Cala dello Scalo, si vedono i ruderi della Villa romana di Gorgona, si raggiunge il terrazzo panoramico del Belvedere, dove c'è l’unico punto di ristoro dell’isola e si prosegue per Torre Nuova, punta Paratella, con affaccio su Cala Maestra, il cimitero dell’isola e Rocca Vecchia, una fortificazione di epoca pisana. I detenuti vivono in regime di semi-libertà e sono loro che coltivano orti e vigneti realizzati su terrazzamenti. Per il resto è tutta natura incontaminata su alte scogliere dove nidifica il gabbiano reale. Sull’isola, priva di spiagge, è vietata la balneazione.
L’isola di Pianosa
Il nome ci rivela che l’isola, a differenza delle sue sorelle dell’arcipelago toscano, è piatta e le sue coste sono basse e modellate dal mare in tante insenature di straordinaria bellezza.
Pianosa, sede di un penitenziario fino al 1996, e quindi inaccessibile per lunghi anni, ha conservato il suo patrimonio di biodiversità, e i suoi fondali sono ricoperti di estese praterie di posidonia.
Il porticciolo di Pianosa, dominato dal forte Teglia, fatto costruire da Napoleone, viene da molti considerato il più bello del mondo.
Oggi l’isola si può raggiungere con il servizio di navigazione Toremar dall’isola d’Elba (Rio Marina): una volta approdati, un centro visite del parco fornisce indicazioni su escursioni e luoghi da vedere.