Salta il menu
Natura
Piemonte; Trentino-Alto Adige; Marche; Lazio; Abruzzo

Le aree faunistiche per osservare da vicino orsi, lupi, cervi e camosci

Un modo semplice, adatto a tutta la famiglia, per ammirare i grandi animali di Alpi e Appennini

7 minuti

C’è un modo semplice per ammirare i grandi animali che vivono sulle nostre montagne: non è andare allo zoo, ma visitare un’area faunistica. Di che cosa si tratta? Le aree faunistiche, quasi sempre adiacenti ai centri visita dei parchi naturali o nazionali, sono zone recintate in cui alcuni animali vivono in uno stato di semilibertà. Sono solitamente progettate dai parchi ricreando fedelmente gli ecosistemi naturali e ospitano il più delle volte esemplari che non sono più adatti alla vita selvatica e non possono tornare in libertà. Come scrivono i ricercatori del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sul sito web dell’area protetta, sono “una palestra nella quale si impara a considerare, conoscere e rispettare una fauna unica e minacciata”, quella delle nostre montagne: la loro funzione è infatti sia scientifica, visto che grazie agli animali ospitati al loro interno si possono ottenere indicazioni per salvaguardare le specie, sia soprattutto educativa, visto che è possibile osservare, senza arrecare disturbo, animali che è difficile o poco probabile avvistare in natura. Così orsi, lupi, cervi, caprioli e camosci si possono ammirare in tutta tranquillità, magari in compagnia degli esperti dei parchi: conoscerli significa anche proteggerli.

Quest’articolo presenta varie aree faunistiche presenti sul territorio italiano dal Piemonte fino all’Abruzzo: un elenco non esaustivo, ma da cui partire per esplorare i tanti centri visita dei parchi italiani e magari scoprirne altre.

 

Centro Faunistico Uomini e Lupi di Entracque, Parco naturale delle Alpi Marittime, Piemonte

Centro Faunistico Uomini e Lupi di Entracque, Parco naturale delle Alpi Marittime, Piemonte

“Scopri il lupo che c’è in te”. È lo slogan del Centro Faunistico Uomini e Lupi, creato a Entracque, dal Parco naturale delle Alpi Marittime: un bellissimo progetto, ideale per conoscere il grande predatore delle montagne italiane e capire il complesso rapporto che ci lega con lui. Si compone di due sezioni. La prima è allestita nel paese di Entracque: qui a guidare la visita è la voce di un cantastorie che racconta miti e leggende legati al lupo, mentre diversi personaggi – dai pastori ai guardaparco, dai contrabbandieri agli escursionisti – raccontano virtualmente i loro incontri con il predatore. La seconda è in località Casematte: qui s’impara chi è il lupo e come si comporta grazie a Caterina, appassionata di lupi, che conduce virtualmente i visitatori attraverso stanze di casa sua, boschi e rifugi. Per finire, ecco l’area faunistica: un recinto di 8 ettari, al cui interno sono ospitati 8 lupi che non potrebbero vivere in libertà, o perché vittime di incidenti o perché nati in cattività (alcuni proprio nel centro). Una torretta di tre piani permette di osservare il grande spazio dove vivono gli animali… ma l’osservazione non è mai scontata! Alberto e Hope, il maschio e la femmina alpha del branco, e poi Baus, Argentera, Lykos, Mistral, Zampa e Cati sanno bene dove nascondersi…

Area faunistica del Parco Nazionale dello Stelvio, Trentino-Alto Adige

Area faunistica del Parco Nazionale dello Stelvio, Trentino-Alto Adige

L’area faunistica del settore trentino del Parco Nazionale dello Stelvio, situata in località Runcal, sulla strada che da Peio Fonti porta a Peio Paese, è stata realizzata alla fine degli anni '80 con l’obiettivo di far osservare da vicino ai visitatori cervi e caprioli. Situata a una quota di 1500 metri, è una struttura costituita da aree di boschi e prati, quindi l’ambiente naturale degli ungulati che ospita; occupa una superficie di 4,5 ettari ed è suddivisa in tre recinti di diverse dimensioni. Attualmente ospita circa 30 cervi e 5 caprioli, maschi, femmine e piccoli, in recinti separati per specie. Il momento più bello per visitarla è probabilmente il periodo del bramito, la stagione degli amori per i cervi, che va da fine settembre alla prima metà di ottobre: gli animali possono essere visti e ascoltati mentre bramiscono e si contendono le femmine, a volte anche scontrandosi, palco contro palco. All'ingresso dell'area si trovano un info point-biglietteria e una struttura denominata la "Casa dei Cervi", recentemente oggetto di un'importante ristrutturazione che ha reso l'edificio un interessante mix architettonico fra tradizione e modernità; all'interno della struttura troveranno presto spazio una sala dedicata alla didattica e un nuovo allestimento a tema. Nel Parco Nazionale dello Stelvio è presente anche un’altra area faunistica: si trova in località Pezzo, nel Comune di Ponte di Legno, e ospita cervi, caprioli e stambecchi.

Centro visite e area faunistica del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, Trentino-Alto Adige

Centro visite e area faunistica del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, Trentino-Alto Adige

Sulla strada che da Predazzo sale al Passo Rolle, in Trentino, capita spesso di vedere i cervi direttamente dalla propria vettura: l’area faunistica che li ospita si estende infatti negli immediati pressi della statale 50, tra le più belle strade della zona (visto che attraversa i famosi boschi di abeti di risonanza, con i quali un tempo si producevano pregiati violini). Il grande recinto allestito dal Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino permette di osservare da vicino gli ungulati: maschi, femmine, giovani che si nutrono, riposano, combattono, bramiscono a seconda delle stagioni e del momento della giornata. Accanto all’area faunistica si trova il Centro visite di Paneveggio, recentemente ristrutturato e allestito sul tema “Suona Foresta”: una vera e propria immersione sensoriale nel bosco, dove si ascoltano gli uccelli, si toccano con mano alberi, funghi e licheni, si scopre come si producevano i violini, si capisce perché le foreste sono così importanti per gli esseri umani. Dal centro visite parte anche un percorso naturalistico, il Sentiero Marciò, con punti di osservazione guidati e illustrati.

Area faunistica del Camoscio a Bolognola, Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Marche

Area faunistica del Camoscio a Bolognola, Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Marche

Lo chiamano il “camoscio più bello del mondo”: è il camoscio appenninico, una sottospecie di camoscio che vive soltanto sugli Appennini ed è caratterizzato dal mantello elegante e da corna più lunghe del camoscio alpino. Sui Monti Sibillini, dove viveva senz’altro fino a 3000 anni fa e forse fino al XVI secolo, è stato reintrodotto fin dal 2008, con animali provenienti dai parchi abruzzesi: negli anni si è formato un nucleo di qualche centinaio di esemplari, che si sono ben adattati ai pascoli e alle rupi delle “Montagne Azzurre” tra Marche e Umbria. Il Parco Nazionale ha allestito contemporaneamente un’area Faunistica, ospitata nel comune di Bolognola, sul versante marchigiano del parco: a una quota compresa tra 1100 e 1300 metri, in un ambiente del tutto simile a quello naturale, affacciandosi dal recinto esterno si possono ammirare alcuni esemplari senza dar loro fastidio, magari mentre si arrampicano abilmente sulle pareti di roccia. Molti camosci nati all’interno dell’area faunistica sono stati nel tempo liberati in natura, andando ad aggiungersi alla popolazione selvatica.

Area faunistica del Cervo, Cervara di Roma, Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, Lazio

Area faunistica del Cervo, Cervara di Roma, Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, Lazio

Sui Monti Simbruini il cervo era scomparso da oltre cent’anni. Nel 2004 l’idea di riportarlo sulle “montagne di Roma”: dopo una serie di attività, tra cui indagini sociali e studi di fattibilità, il parco regionale che tutela l’area, tra il 2008 e il 2009 ha liberato in natura 50 animali, marcati con microchip e a volte con radiocollari. Un passo importante per ricostruire l’equilibrio biologico dell’area, seguito dalla creazione di un’area faunistica, allestita proprio allo scopo di sensibilizzare la popolazione locale sull’importanza del cervo e mostrare da vicino il grande ungulato. L’area, situata in località Prataglia a Cervara di Roma, ospita un piccolo nucleo di animali, nati in cattività: nel corso degli anni i nuovi nati sono stati man mano rilasciati in natura. Si stima che dal 2008 ben 10.000 persone si siano avvicinate ai cervi visitando l’area faunistica, dove vengono effettuate anche dimostrazioni di monitoraggio telemetrico (ovvero, viene mostrato ai visitatori come avviene il monitoraggio dei cervi dotati di radiocollare).

Aree faunistiche del Parco Nazionale della Maiella, Abruzzo

Aree faunistiche del Parco Nazionale della Maiella, Abruzzo

Il Parco Nazionale della Maiella, in Abruzzo, ha nel tempo realizzato varie aree faunistiche con l’obiettivo di studiare gli animali tipici della zona ed educare i visitatori alla loro conoscenza. Attualmente ne sono attive ben sei, distribuite in altrettanti comuni sui diversi versanti del massiccio. L’area faunistica del camoscio a Lama dei Peligni ospita dieci esemplari di camoscio appenninico, che è stato reintrodotto con successo nel parco, come successo sui Monti Sibillini; spesso li si può osservare mentre si arrampicano sulle pareti rocciose, rimanendo in equilibrio sui più sottili spuntoni. A Pretoro è invece situata una grande area faunistica del lupo appenninico, che ospita due esemplari, un maschio e una femmina: bisogna avere pazienza e rimanere in silenzio per avvistarli, ma l’emozione è garantita... Dedicate al cervo e al capriolo sono rispettivamente le aree faunistiche di Gamberale e di Serramonacesca. A Palena l’area faunistica dell'orso bruno è stata inaugurata nel 2015 accanto al MOM, il Museo dell'Orso Marsicano, con l’obiettivo di “far conoscere l'orso nella terra degli orsi”; attualmente ospita tre esemplari di orso bruno europeo, nati e vissuti in cattività e perciò non adatti a essere liberati in natura. Farsi spiegare la loro storia dai ricercatori del parco è un’esperienza commovente… Infine, è da ricordare anche l’area di recupero di animali in difficoltà presso la sede scientifica di Caramanico Terme, che a seconda dei periodi ospita cervi e caprioli.

Aree faunistiche del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise

Aree faunistiche del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise

Sono quattro le aree faunistiche attive nel parco nazionale più antico d’Italia, che tutela il meraviglioso territorio appenninico tra Abruzzo, Lazio e Molise: tutte ospitano animali trovati feriti o con problemi tali da non consentire loro di vivere allo stato selvatico. La prima è a Pescasseroli, il centro più importante del parco, dove nel Parco faunistico del Centro Visite sono ospitati due esemplari di orso bruno europeo, due cervi, due caprioli e quattro istrici. Nella vicina Civitella Alfedena, accanto al Museo del Lupo Appenninico (dove si approfondisce la conoscenza del predatore e dei suoi rapporti con l’uomo) è presente un’area faunistica di circa quattro ettari, dove da vari punti di osservazione si possono scorgere ben otto esemplari di lupo che vivono in stato di semilibertà: un’occasione rara per poterli ammirare da vicino. A Lecce nei Marsi è invece allestita un’area faunistica del Cervo. L’ultima area faunistica è quella dedicata all'orso bruno di Campoli Appennino, sul versante laziale del parco: in una dolina carsica, sui bordi della quale sorge il paese, sono ospitati due esemplari di orso bruno europeo (chiamati Piero e Leone, sono due fratelli e provengono dall’Albania, dove erano detenuti illegalmente in condizioni di prigionia). Accanto all’area faunistica nel 2017 è stato inaugurato un Centro Orso, dove ci si può informare e documentare sul plantigrado.

Ops! C'è stato un problema con la condivisione. Accetta i cookie di profilazione per condividere la pagina.