Grand Hotel Rimini
Un'escursione alla scoperta dell'architettura balneare di Rimini non può non partire dal simbolo della città, l'imponente Grand Hotel progettato dall'architetto Paolito Somazzi e aperto al pubblico dal 1908. Da oltre un secolo questo monumento in stile Liberty è un'icona dello stile e della storia balneare della città, circondato dal verde del parco intitolato a Fellini ed eletto monumento nazionale nel 1994.
L'elegante facciata si lascia ammirare anche dalla spiaggia, ma il punto migliore da cui scattare la foto perfetta del Grand Hotel è all'inizio di via Saint Maur des Fosses, nel cuore del parco che rende omaggio al regista italiano e al suo profondo legame con Rimini.
In origine la struttura era sormontata da due grandi cupole, poi rimosse nel 1920 in seguito a un incendio. I successivi restauri, però, non hanno mai modificato l'essenza dell'hotel e proprio per questo anche solo passarci davanti vi garantirà un suggestivo salto nel passato.
A piedi potete percorrere il perimetro dell’hotel e ammirare, lato dopo lato, le linee sinuose degli esterni, ricchi di elementi naturali e antropomorfi, ma potete fare un salto all'interno senza dovervi soggiornare, prenotando telefonicamente la vostra visita a questo luogo simbolo della Dolce Vita.
Il Grand Hotel ha organizzato un vero e proprio percorso museale in occasione dei 110 anni dalla nascita di Federico Fellini, una visita tra gli splendidi saloni e le stanze arredate con autentici pezzi veneziani e francesi del XVIII secolo. Si parte dal giardino e, saliti i 6 gradini della scalinata principale, ci si ritrova nella suggestiva terrazza che fece sognare il giovane Fellini.
La grande hall si trova poco più avanti e da lì si accede alla Sala Fellini tanto cara al regista e alla moglie Giulietta Masina. Il percorso prosegue nella sala Tonino Guerra, ornata di foto storiche della struttura, e nei Saloni Storici simbolo del jet-set internazionale. Quale modo migliore per scoprire questo capolavoro?
Nettuno di Rimini
Per la seconda tappa di questa escursione non dovete fare molta strada. Il Nettuno di Rimini, uno dei pochi esempi di architettura balneare arrivati integri ai giorni nostri in Italia, si trova a meno di un chilometro di distanza. Potete raggiungerlo passando per il lungomare o percorrendo viale Amerigo Vespucci fino a Piazzale Kennedy.
È dal 1933 che la Rotonda, come viene chiamata dai Riminesi questa struttura, accoglie i turisti offrendo loro una vista a 360 gradi sulla costa, mentre sorseggiano drink e ammirano il tramonto sulla terrazza. Lo stile Decò che definisce il Nettuno è rimasto intatto anche dopo i restyling che si sono succeduti negli anni, l'ultimo risalente al 2010 a opera dell'architetto riminese Massimo Morandi.
Nato come stabilimento balneare, dagli Anni 40 il Nettuno è riuscito a imporsi in città come luogo della movida riminese, con un chiringuito all’avanguardia, un ristorante e una piadineria.
Colonia Bolognese e Colonia Novarese
Pronti a una lunga passeggiata sul lungomare di Rimini? Per la terza e ultima tappa di questa escursione dovrete arrivare al confine con Riccione, percorrendo 7 chilometri di costa in bicicletta, a piedi o prendendo uno dei tanti bus che dal Parco Federico Fellini si dirigono verso sud. La destinazione è un altro luogo simbolo della storia della città, le "colonie" che per tanti anni, dal 1931, hanno ospitato bambini e adolescenti in arrivo da ogni parte d'Italia.
A pochi metri di distanza ne potrete ammirare due, la Colonia Bolognese e la Colonia Novarese, costruite a pochi anni l'una dall'altra con uno stile molto diverso. La Colonia Bolognese è la più antica, costruita tra il 1931 e il 1932 su progetto dell'ingegnere Ildebrando Tabarroni. Si presenta come una struttura ospedaliera, con una netta separazione tra gli ambienti e uno stile asciutto improntato alla funzionalità.
Dopo aver visto i quattro grandi edifici collegati tra loro da lungo corridoio di 169 metri, vi basterà percorrere 200 metri e attraversare la strada per arrivare davanti al grande edificio dell'ex Colonia Novarese, costruito due anni più tardi su progetto dell'ingegnere torinese Giuseppe Peverelli. Lo stile razionalista che si era imposto in Italia in quel periodo è evidente: la struttura si sviluppa in parallelo alla spiaggia in un unico corpo costruito in cemento armato a vista, oggi ridotto a scheletro.
Al momento, in attesa di un progetto di riqualificazione, le due colonie sono visibili soltanto dall'esterno salvo avere un pizzico di fortuna. Di tanto in tanto, infatti, è possibile accedervi in occasione di eventi organizzati dalle associazioni che operano a Rimini.