Campania, l'eredità di un florido passato
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4 golfi mozzafiato - quelli di Napoli, Salerno, Gaeta e Policastro; 1 vulcano, il Vesuvio; 3 isole, Ischia, Capri e Procida. Sono alcuni dei tratti distintintivi più incantevoli della Campania. Una regione ricca di bellezze naturali e paesaggi spettacolari, dove grazie all’Appennino meridionale il clima favorevole gioca un ruolo determinante. Non trascurabile è anche l’influenza del Vesuvio, oggi silente e fertile, offre i suoi versanti all'agricoltura con terreni complessi e minerali, idonei alla coltivazione della vite. Un'eredità patrimoniale che arricchisce il presente.
L'importanza storica
La storia della Campania si estende dalla preistoria ai giorni nostri. Importanti città dell'antichità, come Napoli e Pompei, hanno contribuito al suo attuale prestigio. È stata influenzata in passato dalla cultura di popoli diversi, tra cui i Greci, i Romani, i Longobardi e i Normanni. All'impronta dei Greci si deve la fondazione delle colonie di Cuma e Partenope. Napoli, in particolare, una delle città più antiche d'Europa e importante centro culturale ed economico nel Rinascimento, ha svolto un ruolo chiave nel corso dei secoli.
Durante il Medioevo, la Campania fu dominata dai Bizantini, seguiti dai Longobardi e dai Normanni. Napoli divenne teatro di conflitti, come la dominazione spagnola e le rivolte popolari. Nel XIX secolo, la Campania fu coinvolta nei movimenti per l'unità d'Italia, culminando con la conquista di Napoli nel 1860 da parte delle truppe di Garibaldi. Durante il XX secolo, la regione ha vissuto cambiamenti sociali ed economici significativi. Oggi, la Campania è universalmente famosa per la sua bellezza naturale, la cucina tradizionale e siti archeologici come Pompei ed Ercolano.
La Strade del Vino
Una storia e un territorio rurale tutti da scoprire, dove si insediano 7 Strade del Vino, progettate e ideate per incentivare il turismo enologico e gastronomico. Percorrendo questi itinerari si possono incontrare le Donne del Vino, capaci di accogliervi nelle loro aziende per farvi scoprire i vini caratteristici di questa regione. Le Strade spazziano abbracciando il territorio. “Campi Flegrei, Isola d’Ischia e Vesuvio”, “Penisola Sorrentina”, “Costiera di Amalfi e Isola di Capri”; in provincia di Caserta, la Strada dei “Vini della Terra di lavoro”, e nel Sannio e nel Beneventano quelle del “Vino Doc Sannio”, del “Vino Igt Beneventano” e dei “Prodotti tipici Terre dei Sanniti”.
Il giro della Campania nel bicchiere. Principali zone e vini
La tradizione vitivinicola della Campania risale al tempo della colonizzazione greca. In provincia di Benevento troviamo l’Aglianico del Taburno Docg con note di ribes nero e tannino ben presente. L’Irpinia ci regala la Docg Taurasi, a base di Aglianico, la Docg Fiano di Avellino, ottenuto dall’omonimo vitigno, e la Docg Greco di Tufo. Nella stessa area si produce l’Irpinia Doc, nelle sue diverse tipologie. Tra i rossi, dopo l’Aglianico, troviamo lo Sciascinoso e il Piedirosso; tra i bianchi, oltre al Greco e al Fiano, ecco la Coda di Volpe e la Falanghina. La zona del Casertano è nota per l’Asprinio d’Aversa Doc, fresco e con note citrine, e per il Falerno del Massico Doc, ottenuto da Aglianico, Primitivo e Falanghina, a seconda della tipologia; l’Aglianico e il Primitivo regalano grandi vini rossi, più austero il primo, più morbido il secondo. Cresce l’interesse per l’Alto Casertano grazie al Casavecchia, al Pallagrello Bianco, agrumato e morbido, e il Pallagrello Nero con note di frutti rossi e vellutato. Nell’area di Napoli, nelle sabbie silicee troviamo la Doc Campi Flegrei dove si coltivano la Falanghina e il Piedirosso, che regalano vini freschi e profumati. Nelle vigne calcaree di Capri, la Falanghina è leggermente più strutturata; sulle pendici del Vesuvio e a Ischia il Piedirosso è più ricco e complesso, adatto per accompagnare piatti di carne. Lacryma Christi del Vesuvio rosso, ottenuto da Piedirosso e Aglianico, ha sentori di viola.
Ricetta dei Fagioli e scarole
L’uso in cucina della scarola è antico, particolarmente in Campania, dove la ritroviamo in svariate preparazioni. Vista la presenza di molta acqua questa verdura risulta poco saporita - scaròla o scariòla dal latino tardo scarìola, derivazione di escarius "commestibile" - quindi gli antichi contadini avevano l’abitudine di unirla ad altri ingredienti; ecco il suo felice matrimonio con i fagioli, un piatto povero unico, sostanzioso e allo stesso tempo economico. In versione di zuppa cremosa diventa un classico della tradizione partenopea, che unisce la dolcezza dei fagioli cannellini al sapore amarognolo della scarola, il tutto arricchito dalla nota piccante conferita dal peperoncino. A completare la pietanza i crostini di pane tostato, ideale il pane cafone e un giro a crudo di olio extravergine di oliva per rafforzarne il carattere.
Difficoltà: facile
Tempo di esecuzione: 40 minuti, più una notte per i fagioli secchi in ammollo
Dosi: 4 persone
Ingredienti
500 gr. scarola liscia
250 gr. fagioli secchi
fette di pane
1 costa di sedano
1 spicchio di aglio
1 foglia di alloro
peperoncino q.b
olio e.v.o. q.b
Esecuzione
Cuocere i fagioli (precedentemente messi in ammollo per una notte nel caso si utilizzassero quelli secchi) per circa 30 minuti in acqua con le foglie di alloro, sedano e cipolla. Una volta cotti frullare una parte fino ad ottenere una crema liscia e di media consistenza, unire un filo d’olio, sale e peperoncino. A questo punto pulire la scarola e lasciar stufare in una pentola con uno spicchio d’aglio, coperta con un coperchio. Lasciare cuocere per circa 15 minuti mescolando di tanto in tanto. Scolare le scarole e unirle ai fagioli interi, unire anche la crema di fagioli, aggiustare di sale e mescolare bene in modo che si insaporisca il tutto cuocendo a fuoco basso per qualche minuto. Su una teglia porre le fette di pane e lasciarle tostare nel forno a 180° per circa 5 minuti A questo punto servire la zuppa in piatti fondi o ancora meglio nei tradizionali coccetti di terracotta. Condire con olio e accompagnare con il pane tostato.
L’abbinamento. Fagioli e scarole con Coda di Volpe Irpinia Doc
Abbinamento: Coda di Volpe Irpinia Doc. Il risultato è un piatto morbido e di buona consistenza, dai sapori variegati, più o meno delicati a seconda dell’aggiunta di peperoncino e dell’olio utilizzato. L’ideale è un vino bianco profumato, di buona struttura e personalità come la Coda di Volpe, con caratteristiche note fruttate, agrumate, di erbe aromatiche e cenni di frutta a guscio. Al palato regala un perfetto equilibrio tra acidità e sapidità, calore e morbidezza, agile e concreto al sorso.