Poche chiese al mondo possono rivaleggiare con la basilica di S. Marco di Venezia per fama e fascino, sfarzo e valore culturale, tradizione e rilevanza religiosa. L’affaccio sulla splendida piazza S. Marco le regala una cornice unica, completata dall’apertura sulla Laguna e dalla linea verticale del campanile, davvero inconfondibile: alto quasi 100 metri, è stato punto di riferimento per generazioni e generazioni di marinai e oggi è il belvedere veneziano per eccellenza. Le cupole della basilica, di gusto orientale, e gli splendidi mosaici bizantini che la rivestono ne raccontano il ruolo di punto d’incontro tra la cultura d’Occidente e quella d’Oriente. I capolavori e gli oggetti preziosi custoditi al suo interno, nel Tesoro di S. Marco, sono testimonianza delle immense ricchezze della Serenissima Repubblica e del gusto raffinato dei suoi dogi, che qui venivano consacrati. Prima di diventare ufficialmente la cattedrale della città, la basilica di S. Marco ne era infatti la “cappella dogale”, come testimonia la vicinanza del palazzo Ducale. Venne fondata attorno all’anno 829 per accogliere il corpo di san Marco, uno dei quattro Evangelisti, santo tra i più venerati e illustri di tutta la Cristianità.
A partire dall’XI secolo la basilica assunse il caratteristico impianto a croce greca, sul modello bizantino della perduta basilica dei Santi Apostoli di Costantinopoli, con cupola centrale e 4 cupole minori in corrispondenza dei bracci, mentre l’interno venne gradualmente coprendosi di preziosi mosaici. All’interno diventa quasi impossibile elencare le opere d’arte e gli elementi architettonici romanici, gotici, rinascimentali… Basti sapere che i mosaici più antichi, quelli delle cupole e cupolette, risalgono al XII-XIII secolo. L’altro “must” è la Pala d’Oro (X-XIV secolo), capolavoro di oreficeria bizantina e veneziana che sfolgora dietro l’altare maggiore, tra splendide colonne di alabastro istoriate, dove si custodisce l’urna con le spoglie di san Marco. Abbandonatevi alla contemplazione e al fascino luminoso dell’insieme, mentre il pavimento, con i suoi accostamenti fantasiosi di tasselli marmorei, si trasforma quasi in un tappeto volante, ondulato per via del tempo, del passaggio continuo dei fedeli e poi dei turisti, e del ciclico fenomeno dell’acqua alta.
La spettacolarità della basilica e della sua piazza non possono evitare di attirare l’attenzione di occhi artistici e, di fatto, molti registi hanno scelto queste ambientazioni per i loro film: bastano anche pochi scorci. Ad esempio, Florian Henckel von Donnersmarck nel film “The Tourist” le sfrutta in molteplici modi: vedute aree che abbracciano anche il bacino lagunare di S. Marco, e vedute dal basso, come quella che riprende Johnny Depp che avanza con il palazzo Ducale sulla sinistra e l’isola di S. Giorgio Maggiore sullo sfondo.