Galleria dell’Accademia di Firenze. Michelangelo e non solo
La fondazione della Galleria risale al 1784 quando il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo promuove la riforma dell’Accademia delle Arti del Disegno voluta da Cosimo I de’ Medici nel 1563. Nei locali dell’ex ospedale di San Matteo e del convento di San Niccolò, adattati alla nuova funzione, trovarono posto una galleria di opere d’arte, oltre a un cospicuo numero di gessi utili al percorso di apprendimento degli allievi.
Nota in tutto il mondo perché ospita il David di Michelangelo, la Galleria dell'Accademia accoglie un’importante collezione di sculture e dipinti oltre a una raccolta di strumenti musicali di pregio, come alcuni Stradivari, nell’ala dedicata al Conservatorio Cherubini.
Il David, colosso di più di 5 metri di altezza che Michelangelo scolpisce a soli 26 anni, recuperando un blocco di marmo già sbozzato e scartato da altri, arriva in Accademia nel 1873; proviene da Piazza della Signoria, fronte Palazzo Vecchio, il centro politico della città, dove è stato collocato per affermare la libertà della Repubblica fiorentina.
Successivamente arrivano sculture come i Prigioni, il San Matteo e la struggente Pietà di Palestrina, opere della maturità del maestro, altamente rappresentative della ricerca condotta da Michelangelo sul tema del non-finito, riflessione teorica di matrice neoplatonica. Corpi possenti che tentano di liberarsi dal peso della materia, emergendo faticosamente dai blocchi marmorei.
La Galleria accoglie anche una rarità cinquecentesca: il modello, in terra cruda, del Ratto delle Sabine di Giambologna la cui versione definitiva, in marmo, è collocata nella Loggia dei Lanzi in Piazza della Signoria.
Nel salone dell’Ottocento è allestita la Gipsoteca che evoca lo studio dello scultore toscano Lorenzo Bartolini. L’azzurro polvere delle pareti del salone è perfetto per valorizzare la collezione di gessi del maestro attivo nella prima metà dell’Ottocento.
La Galleria ospita inoltre un’importante collezione di dipinti riconducibile ad un ampio arco temporale che, dal Duecento, arriva fino alle soglie dell’Ottocento.
Per la pittura due-trecentesca, si segnalano, Il Maestro della Maddalena, i giotteschi Bernardo Daddi, Taddeo e il figlio Agnolo Gaddi; si aggiungono Andrea Orcagna, il fratello Nardo di Cione e Giovanni da Milano. Per la pittura quattrocentesca è da non perdere il prezioso nucleo di opere di Lorenzo Monaco; il pittore toscano usa un linguaggio tardogotico che coesiste con l’avanguardia rinascimentale e risponde alle esigenze di una committenza moderata e conservatrice.
Per la pittura rinascimentale, si segnalano Ghirlandaio, Botticelli e Filippino Lippi mentre, per l’area manierista, Andrea del Sarto, Pontormo e Bronzino. CC